Dal prossimo 28 febbraio, al Museo archeologico nazionale di Napoli sarà di nuovo possibile ammirare i ritrovamenti archeologici di Punta Chiarito, l’antico villaggio greco rinvenuto sul versante sud occidentale dell’isola. Dopo oltre 10 anni di chiusura ai visitatori, con il nuovo allestimento della sezione Preistoria e Protostoria torna alla disponibilità e alla fruizione pubblica un patrimonio assai rappresentativo per l’identità, le origini degli isolani e di quanti hanno un particolare legame con il mare.
Un piccolo villaggio di capanne, probabilmente di pescatori, risalente alla seconda metà dell’VIII secolo a.C. e situato nella parte meridionale dell’isola d’Ischia. Abitato successivamente seppellito da una spessa colata di fango alluvionale: la straordinarietà del sito e soprattutto il suo eccezionale stato di conservazione, dovuto ad un infausto destino che sembra preannunciare quello della vicina Pompei, hanno creato i presupposti per ricostruire, in una sala del museo di Napoli, una delle case del villaggio, quale esemplificazione dell’architettura domestica greca nella prima fase di vita della colonia.
Se a Punta Chiarito, nella frazione di Panza, il sito è vergognosamente abbandonato, ricoperto da teloni verdi, con erbacce dappertutto, oltre che totalmente ignorato da centinaia di bagnanti che visitano – tutto l’anno – la baia di Sorgeto (dove si fa il bagno anche d’inverno), al MANN il nuovo allestimento voluto dal Direttore Paolo Giulierini consentirà un nuovo sguardo sulla ricostruzione degli ambienti e sui reperti originali conservati al Museo di Napoli. Manufatti la cui collocazione più opportuna dovrebbe essere l’isola d’Ischia, dove non sono stati mai esposti e dove potrebbero dare, se adeguatamente valorizzati, un eccezionale impulso al turismo culturale.