Maggio a Ischia, è tempo di prime comunioni
Se è vero come è vero che maggio e giugno sono i mesi delle rose e dei gigli è anche vero che insieme sono gli attesi mesi delle Prime Comunioni. I simboli floreali testè citati e accostati, rispecchiano forme di fede e di tradizioni insostituibili in specifiche particolari occasioni e ricorrenze di festa, osservate dalle nostre genti. Alle rose del mese di maggio, si sono ispirati autori di celebri canzoni popolari e i devoti di Santa Rita da Cascia.
Il mese di giugno invece è tutto dedicato ai gigli di Sant’Antonio ed alle Prime Comunioni, le quali, del simbolo floreale ultimo, ne fanno l’elemento centrale coreografico e profumato del rito, insieme all’abitino candido delle giovanette e giovanetti, protagonisti della festa. Infatti alle Prime Comunioni primeggia il giglio attaccato alla bianca candela decorata che è parte essenziale insieme alla coccarda di raso col modello di Croce nell’abbigliamento di ogni singolo festeggiato. Questa la premessa per introdurci nell’argomento di strettissima attualità, quale quello delle Prime Comunioni che si celebreranno come ogni anno sull’isola a Maggio Santa Restituta) e giugno (Sant’Antonio). Le date impegnate per questo genere di festa, passano da Santa Restituta, continuano sono il 13 giugno giorno festivo dedicato a Sant’Antonio alla Mandra di Ischia e nella contrada di Perrone in Casamicciola per finire il 15 giugno decorrenza di San Vito a Forio.
Il mese poi, benedetto dal Signore, si riempie con la celebrazione del rito di altre Prime Comunioni che hanno luogo nelle chiese delle diverse altre parrocchie sparse per l’isola, specie nella domenica della festività del Corpus Domini (che capiterà quest’anno domenica 23 giugno). Per questo c’è fermento, ed una piacevole agitazione nelle famiglie di Santa Restituta a Lacco Ameno, di Sant’Antonio di Ischia e Casamicciola e di San Vito a Forio ed inoltre in quelle delle altre parrocchie isolane che in casa hanno il figlioletto e la figlioletta da condurre al Sacramento della loro Prima Comunione. Conclusi i corsi di preparazione, si pensa alla festa con tanta gioia, sapendo di far felice il proprio figlio o la propria figlia, avviata alla prima investitura della sua vita, nella completezza spirituale della propria religione. Un primo traguardo di vita, atteso da tutti i ragazzi e le ragazze ai primi passi del loro indirizzo formativo, in famiglia, a scuola, nella società cristiana che li accoglie.
Il rito delle Prime Comunioni col suo alto significato religioso e sociale entra nelle famiglie interessate come una ventata di freschezza, il desiderio di fare le cose per bene, lo stimolo ad organizzare per il proprio bambino o bambina in età fra gli otto e i dieci anni la festa più bella, la prima della loro adolescenza, che possa essere ricordata per sempre. Per tutto questo, a differenza dei tempi dei propri genitori e nonni, non si bada a spese. Mentre nei decenni passati, dopo la cerimonia in chiesa col Vescovo o soltanto col parroco della propria parrocchia, la festa che ne seguiva si riduceva ad un semplice pranzo speciale in famiglia a cui vi partecipava il Compare o la Commara (Padrino o Madrina) quali soli ospiti d’onore presenti alla tavola. Oggi tutto è pensato alla grande. Si comincia a scegliere il Compare e la Commara fra le persone più influenti e conosciute del paese.
Negli anni ‘50 e ‘60 le famiglie più agiate invitavano il sindaco e la moglie del sindaco, l’assessore più in vista o addirittura il maestro o la maestra della propria scuola elementare a fare da Padrino o Madrina con tanto di soddisfazione della famiglia stessa che riteneva di aver portato in porto un’operazione dai possibili vantaggi futuri. Il vecchio sindaco Vincenzo Telese, scomparso nel maggio del 1970 esattamente 49 anni fa, diceva di essere stato padrino, in tutta la sua carriera di sindaco di oltre 300 “comparielli”. E quando lo diceva, affermava che…non era ancora finita.
Oggi, che la società ischitana si è evoluta e le famiglie locali ritengono di essere più di un gradino più su a livello sociale e culturale rispetto a quelle del passato, “pescano” il Compare o la Commara per la Cresima e Prima Comunione dei propri ragazzi, fra amici cari e parenti vicini, evitando di scegliere in alte sfere. Alla pratica-Madrina-Padrino si aggiungono quelle del’abito e degli accessori, del ricevimento a base di coktail e pranzo allargato, del servizio fotografico e degli invitati, proprio come uno sposalizio. A tutto questo pensano in famiglia, la mamma, la zia, la sorella e l’amica più vicina. Si contatta la sarta per il vestito originale o il negozio per i preconfezionati fra i più costosi, si scegli il ristorante di prestigio o l’albergo più importante per la festa a cui vi partecipano in media non meno di cento persone se la famiglia è di medio-alte possibilità finanziarie.
Le famiglie invece, al di sotto della media in fatto di capacità economiche, se la cavano con un soddisfacente pranzo in un ristorante classificato tra la prima e la seconda fascia. In passato il Padrino e la madrina per Cresima e Prima Comunione regalavano al proprio “figlioccio” o “figlioccia” il classico orologio d’oro (?) e la comune collanina con crocifisso e medaglietta d’oro (?) a più carati. Oggi Questa forma di tradizione resiste solo in parte, perché i regali delle moderne madrine e padrini consistono in cospicue somme di denaro in busta chiusa. Altri addirittura regalano biglietti prepagati per mini crociere per ragazzi, accompagnati (a pagamento) da genitori o amici fidati che se ne assumano la responsabilità. Insomma una Prima Comunione di oggi, non è roba da poco. Siamo quasi ai livelli di uno sposalizio. Il riferimento non è casuale, se si considera che alcune mamme, e non sono poche, nel vedere la propria figlia bambina indossare l’abito da prima comunione con tanto di merletti, velette, guanti, strascico e quant’altro arricchisce il vestito così sofisticatamente realizzato, pensino al futuro… abito da sposa. Quindi è naturale che la bambina si gode la sua prima festa in abito bianco e lascia alla madre, per ora, sognare…l’avvenire.
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