Macerie a via Serrato, dal 23 agosto al via la rimozione
Recintata l’area e individuata la zona per lo stoccaggio dei detriti che saranno vagliati dalla Procura nell’ambito delle indagini sul crollo del fabbricato la notte del sisma
È stata delimitata dalle opportune recinzioni l’area dove sorgeva il fabbricato di via Serrato a Casamicciola, crollato durante il sisma di quattro anni fa. Dopo il sopralluogo di due giorni fa, ieri mattina sul posto si sono nuovamente recati i tecnici dell’Utc del Comune, guidati dall’ingegner Baldino, insieme al Consulente tecnico della Procura. Le operazioni di rimozione dovranno infatti svolgersi sotto la supervisione dei tecnici della Procura che indagano sui motivi del crollo della struttura. Uno dei punti focali dell’ispezione ha riguardato il sito dove stoccare provvisoriamente le macerie, in quanto i tecnici dovranno selezionarle e valutarle ai fini delle indagini.
Per il momento, l’area individuata alla bisogna è nei paraggi del vicino alveo La Rita, sufficientemente vicina considerando l’estrema difficoltà per raggiungere l’area del fabbricato crollato e per portare via i detriti di varia natura. Anche ieri mattina non è stato semplice far arrivare sul posto i materiali per le recinzioni, in quanto anche i camioncini di medie dimensioni incontrano notevoli difficoltà nel raggiungere il punto dove dovranno iniziare le operazioni. Resta da capire anche quando queste ultime inizieranno effettivamente. La ditta incaricata ha fatto sapere di non poter cominciare prima di ferragosto, e anzi di poter dare il via alle operazioni solo a partire dal 23 agosto, dunque tra più di due settimane. L’amministrazione ha quindi imposto tale data come inizio effettivo. Da quel momento ci saranno 90 giorni di tempo per rimuovere completamente i detriti. Un’operazione in sé piuttosto semplice ma, come detto, complicata dalla necessità di valutazione ai fini investigativi del materiale rimosso, e dalla difficoltà di accesso alla zona: praticamente impossibile accedervi dalla strada principale, via D’Aloisio. E comunque, anche se ci fosse stata la possibilità di far arrivare una gru, la Procura ha espressamente specificato che il lavoro andrà condotto “a mano”, nel senso di mantenere il più possibile intatti i detriti per avere maggiori possibilità di individuare le cause del crollo, durante il quale una persona perì. Come si ricorderà, alcuni addetti ai lavori ipotizzarono motivi di debolezza strutturale, che tuttavia tocca alla Procura accertare effettivamente.