Luca D’Ambra pensa positivo: «Ci aspetta una sfida fantastica, Ischia farà la sua parte»
Il presidente di Federalberghi Ischia fa le carte alla stagione turistica ma guarda anche lontano. E sul futuro dell’isola si mostra ottimista, pur non nascondendo una serie di perplessità e rimarcando la necessità di un cambio di passo
DI MARIA ELETTRA IRACE
Ischia è covid free. Un risultato che fino a due mesi fa appariva impensabile, da sabato è realtà. Posso chiederle cosa significa questo riconoscimento in termini mediatici, di immagine e soprattutto di ritorno turistico?
«È nota a tutti la storia della dinamica dell’idea delle isole covid free che il governatore De Luca voleva lanciare sin dalla metà di aprile e che poi è stata rallentata dal generale Figliuolo, responsabile del piano vaccini a livello nazionale. Noi da un punto di vista promozionale avremmo potuto sicuramente far ripartire la domanda turistica qualche giorno prima, come hanno fatto anche in Grecia o in Spagna. Ricordiamo che il fatto che si parlasse delle isole covid free in Grecia era comunque una forma di promozione a livello internazionale nonostante anche loro fossero stati consapevoli che si sarebbe potuto procedere con le riaperture a partire dal primo Giugno. È chiaro che la maggior parte delle strutture ha iniziato ad aprire a fine maggio. Si tratterà comunque di aperture coraggiose, perché prevediamo specialmente per quegli alberghi che hanno una capienza superiore alle quaranta camere un fatturato di giugno che sarà non dico in perdita ma sicuramente nei migliori casi in pareggio».
Il covid poteva essere l’occasione per prendersi una pausa e ripensare il “turismo” di casa nostra, invece l’impressione è che nulla si sia mosso. Qual è il suo giudizio?
«Dobbiamo dire una cosa sul turismo del futuro: se è vero che continuiamo a registrare una mancanza di programmazione, allora invito se possibile tutte le amministrazioni a ultimare tutti quei lavori pubblici che possano migliorare il decoro urbano perché in questo momento rischiamo di sovrapporre ulteriori interventi a quelli già in essere. Io spero veramente che le agende degli amministratori prevedano al più presto la chiusura dei cantieri aperti e che possano programmare azioni per migliorare la viabilità. Per quanto riguarda il futuro del turismo noi crediamo in una fase di ripresa anche se ci troveremo davanti una forte concorrenza. Non possiamo più improvvisarci come una volta, nonostante ci sia andata bene fino al 2019 perché tutto il comparto aveva dei punti fissi a cui appoggiarsi come ad esempio le riaperture».
«Se vogliamo riflettere su delle dinamiche di qualità di vita migliore anche per noi isolani dobbiamo sicuramente guardare alla sostenibilità o per meglio dire dobbiamo imparare ad essere il meno “insostenibili” possibile. Nello specifico penso al miglioramento dell’efficienza energetica ma anche idrica»
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E poi?
«Se vogliamo riflettere su delle dinamiche di qualità di vita migliore anche per noi isolani dobbiamo sicuramente guardare alla sostenibilità o per meglio dire dobbiamo imparare ad essere il meno “insostenibili” possibile. Noi come Federalberghi stiamo portando avanti un’idea che parte da Ischia per quanto riguarda l’Ecobonus, non bisogna parlare solo di migliorare l’efficienza energetica ma anche quella idrica. Inserendo questa piccola parola all’interno degli emendamenti che molto probabilmente verranno fatti (perché lo abbiamo fatto presente a livello governativo) per noi si apre uno scenario molto interessante che riguarda non solo la possibilità di utilizzare nel miglior modo una risorsa primaria che sappiamo andrà a scarseggiare a livello planetario ma anche avere la possibilità con dei piccoli interventi sovvenzionati dallo Stato di poter installare a partire dalle nostre strutture alberghiere dei mini depuratori. Se questo processo fosse supportato dallo Stato porterebbe sicuramente a un miglioramento della vivibilità di tutta l’Isola».
Si parla tanto di green nel recovery plan e Ischia fa del verde uno dei suoi punti di forza. Non andava redatto e presentato qualche progetto veramente ambizioso?
«Ciò su cui ragiono sempre è: che cosa abbiamo sbagliato in passato? È stata una domanda che mi sono posto anche a livello associativo. Cos’è che oggi potrebbe essere affrontato diversamente? Perché il problema non è cosa fare ma come farlo: le cose da farsi noi le sappiamo tutti, sono trent’anni che le sappiamo».
Appunto riguardo al come, c’è chi lavora al progetto Ischia is more, chi parla di distretto turistico, ancora chi propone un brand unico per l’isola. Ma perché ognuno va per conto suo e non si riesce mai a fare sintesi?
«Bisogna assolutamente convincere le sei amministrazioni comunali a mettersi insieme e a pilotare un unico progetto perché per quanto noi possiamo andare avanti con entità private come potrebbe essere per il caso di Ischia is more non possiamo pensare che il privato si sostituisca al pubblico. Ed è per questo che il progetto di brandizzazione che io ho spinto voleva essere un’idea che condivisa da tutti. Se vogliamo parlare di comunicazione ma anche di una spinta verso una consapevolezza maggiore da parte del cittadino il brand dovrebbe essere frutto di uno studio approfondito e puntuale. Perché se la mia discussione si basa sul come e non sul cosa. Questo cosa vuol dire? Che io mi pongo un problema: perché l’isolano non riesce a procedere nelle cose da farsi? Come faccio io a coinvolgerlo? Nel momento in cui io attuo dei processi anche culturali sono consapevole che si tratta di un processo lungo ma è l’unica strada che possiamo affrontare, finora secondo me abbiamo perso spesso tempo».
«L’importante secondo me è almeno non limitare le libertà di viaggio. Se il Green Pass deve essere qualcosa che metta in evidenza brutti belli e cattivi allora no, non ci sto. Se deve essere una possibilità, una tutela che magari possa essere validata anche da un tampone fatto prima di partire allora sì»
Cosa aspettarsi dalla stagione turistica 2021?
«Al momento direi resistere e ancora resistere. Abbiamo davanti a noi, speriamo, quattro mesi di lavoro. Non possiamo pensare che ci sia lo stesso lasso di tempo dell’anno scorso ma questo non solo per le aziende ma specialmente per quei quattrodicimila collaboratori che noi abbiamo all’interno del comparto turistico e che nel momento in cui cominceranno ad avere una forte flessione della capacità di acquisto si riverseranno in una situazione di disagio sociale per tutti noi. Al momento tanti imprenditori stanno facendo uso delle ultime risorse disponibili».
È pensabile che alcune strutture ricettive, anche per favorire l’occupazione e venire incontro a chi avrà voglia di viaggiare, allunghino la stagione destagionalizzando finalmente i flussi?
«Sì, ci sono dei gruppi di lavoro, delle volontà che in questo momento stanno operando su una destagionalizzazione, nella quale credo ancora fortemente e che stiamo appoggiando con convinzione. Poi è chiaro che nel frattempo sia da un punto di vista locale che regionale che nazionale si deve lavorare su un sussidio alle imprese, all’economia e all’abbattimento dei costi fissi. Bisogna lavorare per favorire l’accesso al credito e alle liquidità per le imprese perché in questo momento non abbiamo la liquidità per rinnovare le nostre strutture. Questa è una battaglia che già da sedici mesi stiamo portando avanti. Bisogna lavorare sulle politiche sociali ma al tempo stesso stare anche attenti, in questo momento incontro molti imprenditori del comparto turistico che hanno difficoltà a trovare personale a causa dei contributi straordinari che stanno ricevendo che integrano con qualche straordinario. Preme precisare anche che molti hanno cercato lavoro all’estero».
«Abbiamo davanti a noi delle sfide che devono essere affrontate che riguardano i big data, l’intelligenza artificiale, i bitcoin. Io penso che se guardiamo al futuro in maniera positiva sarà una grande occasione per tutti. Ischia può fare la sua parte, perché è un territorio che non ha eguali nella sua espressione a partire da quella naturale»
Che idea ha maturato del pass vaccinale?
«L’importante secondo me è almeno non limitare le libertà di viaggio. Se il Green Pass deve essere qualcosa che metta in evidenza brutti belli e cattivi allora no, non ci sto. Se deve essere una possibilità, una tutela che magari possa essere validata anche da un tampone fatto prima di partire allora sì».
Spesso gli imprenditori si lamentano del fatto che la politica non sia all’altezza. Secondo lei è la politica a non essere all’altezza, o la mediocrità parte da entrambi gli “attori” in scena?
«Io personalmente parto sempre da un’autodenuncia: noi imprenditori abbiamo il compito di stare sul pezzo, di essere aggiornati, di dover difendere il nostro territorio, di proporre qualità. Su questo dobbiamo dire che l’espressione sia imprenditoriale che politica è il risultato di quello che alla fine noi proponiamo. Quindi io non me la sento di criticare, se votiamo un sindaco è perché vogliamo quel sindaco, è un’espressione dei cittadini che vedono in quella persona le proprie esigenze. Non è facile amministrare l’isola d’Ischia in generale: siamo vittime e carnefici allo stesso tempo».
L’imprenditoria isolana non attraversa un momento positivo dal punto di vista finanziario. Quanto c’è da preoccuparsi?
«Secondo me ci sarà nei prossimi anni una grande selezione del comparto turistico, sarà fisiologica. Noi non sappiamo a che tipo di cliente andremo incontro, non conosciamo neppure la capacità di spesa che la classe media potrà affrontare nel futuro visto che negli ultimi anni ha avuto una graduale riduzione del potere d’acquisto, ed è una classe sulla quale Ischia ha sempre puntato, specialmente per i numeri di posti letto che ha. Ricordo anche il problema dell’extra alberghiero che non abbiamo mai veramente voluto regolarizzare. Speriamo adesso che con questo codice identificativo che è uscito cominceremo a elencare e a mettere a reddito anche tutte queste realtà extra alberghiere che al momento non dichiarano, non pagano la tassa di soggiorno e rappresentano solo un costo per tutti noi. Speriamo che anche le amministrazioni vedano la possibilità di reperire risorse anche dal mondo extra alberghiero».
Se dovesse chiudere lanciando un messaggio di ottimismo ad una terra come Ischia in cerca di rilancio, quali parole userebbe?
«Ci aspetta una sfida fantastica davanti, nei prossimi dieci anni ci sarà la possibilità di reinventarci. Abbiamo davanti a noi delle sfide che devono essere affrontate che riguardano i big data, l’intelligenza artificiale, i bitcoin. Io penso che se guardiamo al futuro con queste grandi nuove sfide in maniera positiva sarà una grande occasione per tutti. Ischia deve fare la sua parte, lo può fare perché è un territorio che non ha eguali nella sua espressione a partire da quella naturale. Deve esserci prima di tutto la consapevolezza di vivere in un posto che è invidiato da tutti e far sì che questo territorio possa intraprendere la giusta direzione. Anche sulle coste ci sono tanti progetti sostenibili che possono essere affrontati, questa “conquista su mare” ci permetterebbe anche di poter pensare a piste ciclabili e spazi da sfruttare in questa direzione. Un rifacimento delle coste è per me una cosa importante da farsi».