CRONACA

Luca D’Ambra: «Il sisma del 2017 sia da spinta per illuminismo ischitano»

I due anni dal terremoto che sconvolse l’isola è stata occasione di riflessione per il presidente di Federalberghi che augura all’isola un vero e proprio rinascimento

Come si sarebbe comportato il presidente di Federalberghi se la sua casa, il fulcro della sua vita quotidiana fosse svanito, ovvero se il terremoto del 2017 a Ischia avesse toccato in prima persona Luca D’Ambra? Questa la domanda che è stata girata al neo rappresentante degli albergatori ischitani a cui è seguita una celere risposta e molto argomentata.

“Se fosse capitata questa disgrazia – dichiara Luca D’Ambra – riterrei necessario dedicare molto più tempo di quanto io faccia alle “ipnotiche fantasie” e che, in gergo filosofico, si definiscono “onticizzazioni”, ovvero riduzioni di idee astratte alla dimensione concreta”.

“Se io fossi stato danneggiato, significherebbe che i miei avi, oppure io avremmo ricostruito, acquisito o affittato immobili o intrapreso attività economiche in una zona ad alto rischio sismico, evidentemente senza riflettere. Significherebbe che i miei avi, oppure io non ci saremmo preoccupati della resistenza statica degli edifici ricostruiti, acquistati o locati, evidentemente senza riflettere. E sarebbe altresì evidente che tutta questa mancanza di riflessione si sarebbe riflessa, pragmaticamente, sulla mia incolumità fisica e finanziaria. Se ci si fosse fermati a riflettere, invece, si sarebbe considerato che prima del sisma del 2017, a Ischia, si erano succeduti altri tre terremoti: nel 1828, nel 1881 e nel 1883, tanto violento e catastrofico quest’ultimo da divenire proverbiale: succede Casamicciola!. Tutti verificatisi nella medesima zona dell’isola. E ciò avrebbe potuto costituire un primo, significativo monito, di cui tener conto per la successiva progettazione urbanistica, che prevedesse, per esempio, dopo lo sgombro delle macerie, non una ricostruzione, ma una riconversione in aree verdi e balneo-termali attrezzate; tanto più che l’isola conta il maggior rapporto tra stanze e abitanti nel mondo”.

1883: IL TEATRO DI CASAMICCIOLA CHE SALVO’ I VILLEGGIANTI

“Nel tempo per riflettere che mi sono concesso, – sottolinea il presidente di Federalberghi – nel secondo anniversario del nostro ultimo terremoto – ho avuto modo di ampliare la mia conoscenza (attività per la quale è indispensabile, appunto, lo spazio della riflessione) e ho scoperto che il sisma del 1883 aveva visto scampare alla sepoltura sotto le macerie gli spettatori di un teatrino provvisorio in legno (e questa, da sola potrebbe essere una lezione di tecnica delle costruzioni!). Un teatrino allestito a Piazza Bagni, che metteva in scena una farsa di Enrico Petito, il quale interpretava un Pulcinella che, per ironia della sorte, entrava in scena lanciando un allarme per il terremoto! E qui di lezione se ne potrebbe ricavare un’altra: che il teatro, e la pratica della cultura in genere, possono salvare la vita. Proprio come ci aveva già insegnato Sheherazade che, con le sue, quelle davvero sì, ‘ipnotiche fantasie’, raccontate per Mille e una notte, ha messo in salvo sé stessa, un patrimonio di civiltà e un repertorio narrativo che non solo hanno favorito lo scambio tra Oriente e Occidente, ma hanno cambiato per sempre l’assetto della letteratura mondiale. Nel tempo per riflettere che mi sono concesso, in questi due anni, mi sono domandato se mai da un disastro naturale possa scaturire un bene. E ho scoperto che l’assai più catastrofico terremoto di Lisbona, avvenuto nel 1775, ha provocato un dibattito filosofico tra le forze conservatrici e i nuovi intellettuali illuministi. Dibattito che ha mutato definitivamente la nostra mentalità: nessun uomo moderno, infatti attribuirebbe più a Dio la responsabilità di un disastro, nessun uomo di stato o di chiesa proibirebbe oggi i soccorsi in nome di una giusta punizione divina: atteggiamenti comuni e ovvi all’epoca, e il cui cambiamento ha comportato, per fortuna, uno stravolgimento non solo delle idee, ma anche di tutte le prassi sociali, nonché l’elaborazione del primo piano urbanistico antisismico della storia”.

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SISMA DEL 2017: SIA SPRONE PER NASCITA DI UN ILLUMINISMO LOCALE

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“E allora, non potrebbe questo nostro piccolo ultimo terremoto isolano essere l’opportunità per riflettere a tal punto da creare un piccolo Illuminismo locale? Ora, per dirla col filosofo Immanuel Kant, Quale limitazione è d’impedimento all’illuminismo? Quale non lo è, anzi lo favorisce? Io rispondo: il pubblico uso della ragione!. Finora si è agito senza riflettere e se ne stanno sperimentando le conseguenze nefaste, dal punto di vista morale, civile, culturale, economico, paesaggistico”.

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