L’orgoglio di Pascale: «Non siamo una meteora, pronti a scrivere la storia»
Il primo cittadino di Lacco Ameno in una lunga intervista a Il Golfo smentisce seccamente eventuali frizioni in seno alla sua maggioranza e si dice pronto a risolvere questioni annose che il Comune del Fungo si trascina. Sul porto turistico parla di “vergogna”, strizza l’occhio ai grillini e poi fissa un obiettivo importante…
Cosa aspettarsi dal 2022, oltre che il fin troppo scontato auspicato rallentamento della pandemia?
«Innanzitutto dobbiamo cercare di essere ottimisti. Il 2022, almeno nei primi mesi, sarà molto duro: stiamo vivendo questa quarta ondata del covid-19 che ha messo in ginocchio l’isola, la Campania, l’Europa, il mondo. Tuttavia il 2022 può essere anche un anno di grosse opportunità: sta a noi saperle cogliere. Il 2022 è l’anno in cui parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con diverse risorse nei vari ambiti che dovrebbero far ripartire l’Italia, e sulla ripartenza c’è una speranza collettiva. Appare evidente che l’auspicio del sindaco di Lacco Ameno è che il Pnrr possa essere un veicolo in grado di colmare il gap Nord-Sud; sempre che le risorse siano impegnate in maniera equa e non come lo sono state fino ad oggi».
Scuola e campo sportivo restano due nervi scoperti, come si fa a mettere un punto fermo una volta per tutte?
«Io non corro dietro alla demagogia e al facile populismo. La questione è molto chiara: si è provato a specularci sopra. Il campo sportivo come terreno di gioco l’ho consegnato appena sono arrivato in amministrazione. Il problema è che il campo sportivo per avere l’agibilità necessita di un iter, composto da atti e lavori, che adesso sono stati eseguiti. È stata già convocata per il 18 gennaio la Commissione che dovrebbe costituire lo step finale per rilasciare l’agibilità. Per quanto riguarda la scuola, appena mi sono re-insediato ho ripreso in mano la situazione: come abbiamo promesso in campagna elettorale nel programma avallato a maggioranza per due volte dai cittadini lacchesi, procederemo a ripristinare la staticità dei plessi storici».
«Il 2022 sarà un anno duro, ma anche pieno di opportunità, a partire dalle risorse del Pnrr che spero ridurranno realmente il divario nord-sud»
Ads
L’amministrazione è ancora compatta? Non manca chi sostiene che, ad esempio, ci sia qualche divergenza con Zavota, tanto per fare un nome.
«Io non parlerei di singoli componenti, perché la compattezza di un’amministrazione la si vede dagli atti, non dalle chiacchiere paesane. Lei ha fatto il nome di Zavota: egli è il più votato della nostra compagine, di cui è uno dei pilastri portanti. Non vedo quindi problemi. Come in tutte le amministrazioni, esiste una dialettica interna, ma ogni confronto è improntato al rispetto del programma firmato da tutti e votato dagli elettori. Questa squadra ha scritto la storia, non solo di Lacco Ameno, ma della regione Campania, adesso sta a noi valorizzarla: abbiamo addosso gli occhi e le aspettative di una intera comunità, intesa come comunità isolana, sta a noi ricambiare tale fiducia, ed evitare di essere ricordati solo come una meteora.
Soltanto su un punto abbiamo dovuto rallentare rispetto alla tabella di marcia, quello di voler riportare le aree portuali in mano pubblica a causa delle vicissitudini che Lei ben conosce: per l’ennesima volta si è consumata una vergogna, dove per un’altra stagione estiva l’area è stata gestita dal privato, che ha incassato i profitti e non ha versato nemmeno un euro al Comune. Siamo comunque fiduciosi sul fatto che la giustizia amministrativa porrà fine a questa situazione kafkiana».
«A breve il campo sportivo sarà nuovamente agibile. E per le scuole continueremo nell’iter per ripristinare la staticità dei plessi storici»
C’è un problema di cui si parla poco, e ci riferiamo ad una possibile nuova ondata di demolizioni sul territorio isolano. Quanto c’è da preoccuparsi, non soltanto per i cittadini, ma anche per le casse degli enti locali?
«C’è da preoccuparsi per la sorte dei cittadini, perché per quanto riguarda le casse dei Comuni a un quesito del genere ci si sente rispondere candidamente dalla Procura della Repubblica che gli amministratori devono accedere a un fondo di rotazione istituito presso il ministero competente, dove le risorse arrivano con una partita di giro. Intanto grave e irreparabile rimane il danno per il cittadino: per l’ennesima volta prendiamo atto che sul tema la politica ha fallito, continuando a tenere la testa sotto la sabbia, con i più deboli che sono sempre gli unici a pagare. Come spesso avete riportato sulla stampa, ci siamo recati più volte a Roma, ho partecipato a convegni, manifestazioni, assistendo a interrogazioni parlamentari, richieste di emendamento, proposte di legge, ordini del giorno e tanto altro, ma come sindaco devo ammettere che su questa problematica la politica ha fallito: non c’è una legge che opera una distinzione tra immobili di necessità e speculazione edilizia. Di conseguenza finisce tutto nella parola “abuso” e le sentenze passate in giudicate vengono eseguite. Inutile “sparare” contro il magistrato di turno, che deve eseguirle. È la politica che sta abdicando al suo ruolo, e la circostanza mi induce a due riflessioni: la prima è che non ci dovrebbero essere distinzioni di colore politico né si dovrebbe affrontare l’argomento in maniera demagogica. La seconda è che nonostante l’emergenza-covid abbia rallentato, bloccato, prorogato una serie di procedure – penso ad esempio al blocco degli sfratti – le demolizioni invece non si fermano, anche se di fatto una demolizione equivale a uno sfratto. Noi avevamo chiesto al governo di sospenderle, per evitare che le famiglie vengano gettate in strada durante l’emergenza sanitaria. Anche per questo il 2022 per la Campania sarà un anno duro».
«L’amministrazione è coesa, non ci sono problemi. È assicurata la normale dialettica interna, siamo parte di una squadra che ha già fatto la storia e sulla quale l’intera comunità isolana ripone molte aspettative: sta a noi ricambiare tale fiducia, dimostrando di non essere una meteora»
Tra un mese si vota per il rinnovo del consiglio metropolitano: ci saranno isolani nella partita e magari con qualche chance?
«Al momento non ci sono candidature ufficiali di isolani. Il problema è che l’elezione funziona col voto ponderato, dunque con un punteggio in relazione al numero di abitanti che un candidato rappresenta. Sull’isola non c’è quasi mai unità politica, ma se si votasse insieme un unico candidato forse si potrebbe eleggere un isolano. Sicuramente valuteremo il da farsi, e per quanto mi riguarda stiamo facendo una serie di valutazioni all’interno della nostra amministrazione».
«Sul porto turistico si sta consumando l’ennesima vergogna, ma siamo fiduciosi sul fatto che la giustizia porrà fine a questa situazione, consentendo alla mano pubblica di rientrare in possesso della struttura»
Negli ultimi tempi non sono mancate perplessità e malumori anche per le “parentopoli” concorsuali, con i congiunti di molti politici di primo piano che hanno trovato spazio nella pubblica amministrazione. Fenomeno di malcostume o semplice casualità?
«Ognuno può fare le interpretazioni che vuole. Noi abbiamo il dovere di agire nel rispetto della legge, quindi non si comprende perché la moglie di un politico o la figlia o un parente non dovrebbero partecipare a concorsi pubblici. Fra l’altro sull’isola le parentele di vario genere sono frequentissime. Il problema non è la partecipazione di un parente, ma se si viene favoriti. A quel punto, invece di gettare facile fango o calunnia sulle persone, si procedesse alle denunce, in modo che la magistratura, nella quale riponiamo la massima fiducia, faccia il suo corso. Io non sono amante delle carte bollate: io opero nell’ambiente politico, quindi come tutti i politici opero in modo pubblico, e come tutti quelli che operano in modo pubblico mi attengo al giudizio degli elettori. Ma non trovo giusto infangare le persone».
«Il problema degli abbattimenti è di scottante attualità, e dobbiamo ammettere che la politica finora ha abdicato al suo ruolo, vista l’incapacità di varare una legge e addirittura la mancata sospensione delle esecuzioni durante l’emergenza pandemica»
Cosa c’è in cantiere per Lacco Ameno, e cosa la soddisfa maggiormente fin qui della sua sindacatura?
«In cantiere ci sono le cose che abbiamo promesso; c’è un grande sforzo in atto da parte di tutti gli assessori per rilanciare il territorio sotto il punto di vista turistico e culturale, in particolare valorizzando il sito di Villa Arbusto, parallelamente ci stiamo impegnando nella ripartenza delle opere pubbliche, dalla scuola agli scavi archeologici alla chiesa di San Giuseppe, alla Torre di Monte Vico. Insomma c’è molto in cantiere. Sono in arrivo fondi, c’è finalmente il personale: ci sono voluti sei anni per strutturare un organico che prima era del tutto insufficiente, dopo la dichiarazione di dissesto. Dunque continueremo con l’impegno di attuazione del programma, ma anche del rinnovo della classe dirigente. Se Dio vorrà, sicuramente l’atto più importante del 2022 sarà quello dell’uscita ufficiale dallo stato di dissesto: dopo sei il Comune di Lacco uscirà dal tunnel e vedrà nuovamente la luce. Torneremo a essere un Comune normale, laddove già durante il mio primo mandato avevo ereditato tale stato, con una serie di svariate indagini giudiziarie, compresa quella sull’approdo turistico, e con un personale ridotto all’osso. Un viaggio nel deserto che quest’anno può finalmente terminare: c’è voluto lo stesso sindaco e due diversi mandati, con questa amministrazione che è tornata al Comune con l’entusiasmo dei giovani e con l’esperienza di chi ci riprova».
«Il 2022 per Lacco potrà essere l’anno dell’uscita ufficiale dal dissesto. Un lungo viaggio nel deserto iniziato oltre sei anni fa finalmente si concluderà: c’è voluto lo stesso sindaco e due diversi mandati, con questa amministrazione che è tornata al Comune con l’entusiasmo dei giovani e con l’esperienza di chi ci riprova»
È favorevole al terzo mandato per i sindaci? E soprattutto, a suo avviso esso andrebbe esteso senza limiti di fascia di popolazione o va bene circoscriverlo ai comuni inferiori ai 5.000 abitanti?
«Io non comprendo questa disparità. Io sono un sincero democratico, sono per la vera democrazia partecipata. Non concepisco né le quote rosa per legge (che mi sembra una discriminazione), e non concepisco il limite del mandato: deve essere il popolo a scegliere per quali e quanti mandati vuole un sindaco. In sede Anci questa discussione è durata per anni, e per ora la possibilità del terzo mandato pare riservata solo ai sindaci dei paesi fino a cinquemila abitanti. Non ritengo giusta tale misura, che a mio avviso andrebbe estesa anche agli altri sindaci, così come non condividiamo in sede Anci che un sindaco di un comune di 15-20mila abitanti si debba dimettere se si vuole candidare alla Camera dei Deputati. Parallelamente non concepiamo che un consigliere regionale debba percepire 12mila euro al mese, mentre un sindaco percepisce 1500 euro nonostante sia gravato da tante responsabilità. Sono diverse le istanze che l’Anci porta avanti da tempo e che mai come quest’anno al congresso di Parma hanno avuto la giusta riconoscenza e attenzione istituzionale da parte delle più alte cariche dello Stato, da Mattarella a Draghi. Ora bisogna passare dalle parole ai fatti e legiferare sul tema, ma pare che ci sia l’impegno del Governo e soprattutto del Ministro degli interni che dovrà mettere mano alla modifica del Testo unico degli enti locali».
«Sono favorevole al terzo mandato per i sindaci, e non condivido la limitazione ai soli comuni fino a cinquemila abitanti. Comunque le istanze dell’Anci quest’anno hanno ricevuto attenzioni da tutti i più alti vertici istituzionali»
È vero che Pascale strizza l’occhio al Movimento 5 Stelle puntando a una candidatura alla Camera alle prossime elezioni parlamentari?
«No, chi conosce Pascale sa che non mi sono mai auto-proposto come candidato. La candidatura è un sentimento che nasce dalla base, da un sentire comune di cittadini e di amici che si fidano e soprattutto che da te si sentono rappresentati. È chiaro che la mia “simpatia” – come viene propagandata” – verso il Movimento è istituzionale. Io non ho potuto non rilevare, da persona chiara e trasparente quale sono, che l’impegno istituzionale per l’isola d’Ischia negli ultimi anni, soprattutto dal 2017 a oggi, l’ho trovato nel Movimento 5 Stelle e non nelle altre forze politiche. Per onestà intellettuale e per dirittura morale non posso non sottolineare l’impegno della presidenza Conte per le scuole di Ischia, per il dopo-sisma, per la legge di ricostruzione voluta da Di Maio che ascoltò il nostro grido di dolore. Per il resto vedo persone che parlano, che appaiono sui giornali, ricoprono anche ruoli importanti, ma non spendono una parola né dedicano un minuto alla loro isola, alla loro terra, alla propria gente. Non vedo impegno per l’isola d’Ischia da parte di altre forze politiche, per quanto riguarda il terremoto, per quanto riguarda il Pnrr, e per quanto riguarda il coinvolgimento dei sindaci nelle progettualità che dovrebbero partire dal territorio. Vedo invece che i parlamentari del Movimento si impegnano in tali attività, e lo registro con favore. Appare evidente che la politica è anche sintesi, quindi vedremo. Certamente sarei onorato se mi proponessero una candidatura: diciamo che mi metterei umilmente a disposizione».
«Non c’è alcuna volontà di candidarmi al Parlamento con il M5S, che – bisogna riconoscerlo – è stata l’unica forza politica che ha dedicato grande impegno per i problemi dell’isola d’Ischia, soprattutto dal 2017 in poi. Sarei ovviamente onorato se mi proponessero una candidatura»
La pandemia ci sta pesantemente segnando, posso chiederle in conclusione che cosa ci lascerà come insegnamento?
«La pandemia ci lascerà una cosa gravissima: ha tolto tantissimo ai giovani, che pagheranno un prezzo salatissimo. Non solo hanno perso il piacere e l’entusiasmo di stare insieme, di abbracciarsi, di guardarsi negli occhi, baciarsi, vivere la propria esistenza serenamente e in libertà, ma hanno anche perso la speranza: c’è una sorta di rassegnazione, come se non ci fosse più fiducia nel futuro, come se non vedessero più opportunità. Ecco perché credo che saranno proprio i giovani a pagare il prezzo più alto. Dobbiamo spingere i cittadini alla vaccinazione, perché tutto ci dice che il vaccino è l’unica speranza verso un ritorno a una vita il più possibile normale, e nello stesso tempo dobbiamo anche comprendere che quando si allentano un po’ le restrizioni non bisogna comportarsi come se il virus non ci fosse più, ma capire che esso è ancora in mezzo a noi».