Longarone tende la mano all’isola: «Sanciamo una pace sociale»
Il primo cittadino della cittadina veneta Roberto Padrin ricorda l’antica amicizia che lega la sua comunità con Casamicciola da quando dopo il disastro del Vajont sull’isola vennero accolti i bambini per le vacanze estive
«Sanciamo una pace sociale. I Comuni dell’isola di Ischia così come quelli della provincia di Belluno hanno bisogno di serenità in questo momento storico». A dirlo Roberto Padrin sindaco di Longarone e presidente della Provincia di Belluno che ricorda l’amicizia che da anni lega il comune veneto di Longarone con quello di Casamicciola. «Longarone e Casamicciola sono legate da un patto d’amicizia nato all’indomani del disastro del Vajont, quando gli orfani e i bambini che si salvarono furono ospitati proprio dalla comunità di Casamicciola per le vacanze estive. Quindi noi ci sentiamo fortemente legati a tutti loro».
«Il Bellunese e l’isola di Ischia – ha detto ancora il sindaco e presidente della Provincia – sono unite anche da tante bellezze naturali che solo noi abbiamo. Mari e monti devono sempre stare uniti e non devono mettersi contro». Non manca, però, da parte di Roberto Padrin un appunto ai sindaci dell’isola: «Ordinanze così forti creano disagio. Ma bisogna ricomporre la situazione, smorzare i toni». Il messaggio del presidente della provincia di Belluno vuole mettere uno stop alle tante polemiche di questi giorni. Dopo l’ordinanza dei sindaci dell’isola, infatti, c’è chi ha detto di non venire più sull’isola per le vacanze. «Noi veneti siamo legati a Casamicciola». E la vicinanza del sindaco Padrin è stata espressa anche all’indomani del sisma del 2017.
Probabilmente gli abitanti di Casamicciola nemmeno se lo ricordavano quel gesto di solidarietà compiuto nei confronti della popolazione colpita dalla tragedia del Vajont, quando ospitarono per le vacanze estive diversi bambini sopravvissuti a quel disastro, alcuni dei quali rimasti orfani. Da quell’estate sono passati 55 anni, ma lì in Veneto quell’episodio non l’hanno dimenticato. Del resto, quella del Vajont è una delle tante ferite del nostro paese mai completamente rimarginate. La sera del 9 ottobre del 1963 la valle del Piave fu inondata dall’acqua tracimata del bacino artificiale, ricavato con una diga costruita sul torrente Vajont, invaso da una colossale frana caduta dal pendio sovrastante. Nella sola Longarone, completamente rasa al suolo, si contarono 1.450 morti. Dopo il terremoto del 2017 Roberto Padrin lanciò un messaggio in cui offriva tutto l’aiuto possibile agli amici di Casamicciola.
Tornando ad oggi, il Coronavirus sta creando disagi all’intero Paese. Ad essere colpito è soprattutto il turismo. «Ritorniamo al giusto equilibrio e augurandoci che questo momento, così come questa emergenza, possa passare nel più breve tempo possibile», ripete Padrin. Nella provincia di Belluno ci sono 40 persone sotto sorveglianza sanitaria. «Ma non dobbiamo perdere la calma e la lucidità», assicura il sindaco veneto. «Fino a qualche settimana fa la nostra stagione invernali sulle Dolomiti è stata una delle più belle della storia», ha detto Padrin. Purtroppo questa emergenza ha, di fatto, messo un freno alla stagione invernale. Le disdette sono tante. «E questo non deve accadere anche all’isola di Ischia. La prossima estate sarò a Casamicciola. Incontrerò il sindaco e rinnoverò il patto di amicizia che lega Longarone con l’isola.
Sarà anche il momento per sancire una pace sociale», assicura Padrin «Mi auguro che anche tanti miei conterranei continuino a scegliere l’isola di Ischia. È una delle isole più belle del nostro Paese», ripete dichiarando il proprio amore per Ischia. Roberto Padrin, nella doppia veste di sindaco di Longarone e di presidente della Provincia di Belluno, sta seguendo da vicino l’emergenza Coronavirus. «Mi rendo conto delle preoccupazioni, anche quelle dei sindaci. Preoccupazioni che aumentano anche alla luce dell’incremento di casi di contagiati in tutta Italia. Ma nessuno di noi deve passare come appestato. Purtroppo, invece, a livello mondiale, gli italiani stanno subendo degli attacchi. Dobbiamo, quindi, anche dal punto di vista mediatico, trovare immediatamente quel giusto equilibrio che ci vuole in una situazione così delicata. Il rischio di entrare in una fase di panico c’è ma dobbiamo essere bravi a scongiurarlo».