Il periodo storico che ci troviamo a vivere ha davvero dell’inverosimile. La seconda ondata del covid è purtroppo arrivata e sono ormai settimane che l’intero sistema paese trema sia dal punto di vista sanitario che economico. In Campania, poi, la situazione è davvero preoccupante dal momento che il numero dei contagi sale giorno dopo giorno e la nostra regione, allo stato attuale, risulta essere una delle più colpite a livello nazionale avendo superato il muro dei duemila contagi al giorno. Per questo motivo nella giornata di venerdì il presidente di regione Vincenzo De Luca nella consueta diretta sui canali social minacciava un lockdown regionale per 30-40 giorni: «Avevamo immaginato una chiusura parziale, ma per i dati che abbiamo non basta più neanche questo. Dobbiamo decidere di chiudere tutto. Al governo ho comunicato la mia richiesta di lockdown su tutta Italia, ma in ogni caso la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo. Credo che dobbiamo chiudere tutto tranne le attività industriali, agricole, dell’edilizia e il comparto dell’agroalimentare. Chiudere tutto tranne che le attività essenziali. Credo che dobbiamo bloccare la mobilità tra regioni e tra comuni, tentando di difendere per quanto possibile le attività produttive». In poco meno di una giornata, però, il governatore ha ritrattato e fatto marcia indietro…
Quello che è successo sostanzialmente è che, dopo il vertice a Palazzo Chigi,il governo ha ribadito la volontà di non dare vita a un nuovo lockdown nazionale come, invece, aveva chiesto De Luca e che quindi non ha senso tenere in “quarantena” una sola regione. Nella nota si legge«è emersa l’indicazione del governo di non assumere drastiche misure restrittive a livello nazionale, e in queste condizioni diventa improponibile realizzare misure limitate a una sola regione, al di fuori, quindi, di una decisione nazionale». Sembra strano che il governatore campano non abbia preventivato un diniego della squadra di governo di Conte che mai ha pensato a un lockdown su scala nazionale. Si è concluso così questo assurdo fine settimana con un nulla di fatto che fa e farà molto discutere, anche in relazione alle violente manifestazioni di venerdì notte che hanno messo a soqquadro la città di Napoli, diventata teatro di guerriglia urbana. Al momento in cui vi scriviamo, sembra che De Luca voglia fare zona rossa l’intera area metropolitana di Napoli e che intenda estendere la didattica a distanza al 100%. È quanto ha paventato il governatore della Campania nel corso della riunione tra governo e regioni. Nella stessa conferenza pare, poi, che la sua prima proposta sia stata l’approvazione di un piano socio-economico che prenda a modello quello adottato nei mesi scorsi dalla stessa Regione Campania, mentre non è d’accordo con la chiusura dei bar e dei ristoranti alle 18 (presente nel nuovo Dpcm) perché, spiega, «in assenza di una misura restrittiva generale, non ha senso adottare norme che mettono in ginocchio intere categorie». Il clima è teso e molte sono le paure che attanagliano migliaia di cittadini campani. Per avere un’idea precisa di quello che stiamo vivendo e per capire quello che ci aspetta, abbiamo deciso di ascoltare alcuni esponenti noti della nostra isola: