LO DICO A IL GOLFO Alberto Della Gatta: Estraneo ai fatti, l’ultima parola alla Cassazione
Periodicamente sono destinatario di articoli di stampa che non pochi problemi creano alla mia persona, alla mia famiglia e, soprattutto, alla mia attività imprenditoriale. Peraltro, trattasi di pubblicazioni giornalistiche delle quali non riesco neppure a comprendere la tempistica. Ad esempio, concentrando la attenzione sull’articolo del 27/4/2021, lo stesso trae origine dalla sentenza di appello pronunciata nei miei confronti la quale, tuttavia, risale al 2/3/2021. Quindi, a distanza di un mese e più vengono rimestate le vicende giudiziarie che mi hanno interessato. Tutto questo, guarda caso, avviene sempre quando mi accingo ad intraprendere qualche lavoro sull’isola di Ischia. Ovviamente, in tal modo non vuole muoversi richiamo alcuno ai giornalisti che, onestamente, svolgono in maniera egregia il loro lavoro ma a coloro i quali inondano le redazioni – con studiata tempistica – di notizie sul mio conto. Chiedo, pertanto, a responsabili delle redazioni dei giornali che nel corso degli ultimi tempi si sono occupati della mia persona di diffidare da coloro i quali si producono in iniziative del genere, potendo divenire, essi stessi, oggetto di facili ed “interessate” strumentalizzazioni.
Per quanto concerne, invece, la mia vicenda giudiziaria che mi ha interessato, come accennavo, il 2/3/2021 è stata pronunciata sentenza di appello, a seguito di “concordato”, a pena sospesa E SENZA ALCUNA STATUIZIONE RISARCITORIA IN FAVORE DELLE PERSONE OFFESE. Tale sentenza non è definitiva poiché, avverso la stessa, ho proposto, tramite mio legale di fiducia, ricorso per Cassazione. Ad ogni modo, la definizione concordata della vicenda giudiziaria alligna in valutazioni di mera strategia processuale ritenendomi, da sempre, estraneo ai fatti che mi vengono contestati. A tal riguardo, mi limito a far rilevare quanto segue. Dall’acquisizione dei tabulati, con le relative cellule di aggancio, della mia utenza telefonica si evince che dalle ore 21,30 alle ore 22,40 del giorno dei fatti (11/03/2019), detta utenza telefonica risultava agganciata alla cella TIM, ubicata in Forio alla località Zaro e confinante con il Comune di Lacco Ameno. Ciò posto, sicuramente il mio telefono cellulare (monitorato) non poteva trovarsi ad Ischia il giorno 11/03/2019 alle ore 21,51, ossia al momento del contestato incendio dell’autocarro, in quanto detta zona era ed è coperta dall’altro ripetitore, ubicato nel Comune di Ischia alla località Montagnone e denominato “Ischia Porto 2”, per quanto si evince dalla annotazione dei CC di Ischia del 14/5/2019. Viepiù, dalla sentenza emessa nei miei confronti si sostiene che mi sarei recato ad Ischia alle ore 22,42 del 11/03/2019, ossia oltre mezz’ora dopo l’incendio in contestazione. Ovviamente, sul punto, sarà la Cassazione a porre la parola fine.
Tengo soltanto ad aggiungere che nel corso del tempo sono stato oggetto di azioni intimidatorie che ho puntualmente denunciato ai CC locali e sono stato costretto anche ad evitare che la mia famiglia patisse pregiudizi a cagione di tali azioni. Le forze dell’ordine sono consapevoli del mio operato, anche collaborativo, e della mia esclusiva dedizione al lavoro. Mi reputo un onesto ed infaticabile lavoratore e chiedo soltanto di poter continuare, da uomo completamente libero, a svolgere con tranquillità il mio lavoro di imprenditore che si perpetua da generazioni, anche perché la stessa Corte di Appello di Napoli ha ritenuto di non dovermi accollare debiti (con la Giustizia) da espiare.
ALBERTO DELLA GATTA