Litigi a colpi di vernice a Forio, tra street-artist e committente finisce a “schifìo”
Dopo giorni pieni di tensione la collaborazione tra una nota artista romana dell’arte di strada e il suo interlocutore finisce tra referti medici e richiesta di intervento dei carabinieri e con una secchiata di pittura sull’opera incompiuta
L’isola d’Ischia non è certo immune ai richiami dell’arte e negli ultimi anni sta ottenendo un certo successo la Street Art, ovvero quelle esperienze artistico visuali che intervengono nella dimensione stradale e pubblica dello spazio urbano. Forme d’arte che di solito cercano di valorizzare soprattutto quelle zone cittadine avvolte dal degrado o dall’anonimato. Anche le zone meno conosciute di Ischia e nello specifico di Forio sono valorizzate da graffiti e murales, esplosione di creatività frutto dell’inventiva e della maestria di poliedrici artisti. Ci sono gli amanti del genere che invitano sull’isola artisti capaci di trasformare un muro bianco in una tela pronta a essere riempita di colori e segni destinati a suscitare dibattito, ad attrarre lo sguardo. Succede così che un noto amante dell’arte chiama una quotata artista sull’isola. Lo scopo è quello di riempire d’arte una facciata immacolata. Ma il rapporto tra mecenate e artista non è detto che sia idilliaco, la storia dell’arte è piena di casi eclatanti, come Michelangelo Buonarroti in contrasto con papa Giulio II.
Lo scontro di opinioni, la mancanza di una visione univoca sul modo di lavorare si sono trasformate in scontro aperto, uno scontro frutto di 4 giorni di collaborazione sfociata poi in un’esplosione di rabbia, di violenza e incomprensioni. Prima parole forti fino ad arrivare alle mani. E così l’artista della capitale che stava lavorando sull’isola d’Ischia da giorni per impreziosire gli spazi messi a disposizione per esprimere la propria arte è passata dai pennelli al referto medico, fino a bussare alle porte della caserma dei Carabinieri.
L’artista era impegnata a tramutare la propria inventiva in segni d’arte sulla facciata del muro concessole come tela per esprimere la propria inventiva, proprio nel cuore di Forio dove ormai opere del genere possono essere ammirate un po’ dappertutto.
A farle da assistente proprio il committente. La collaborazione sfuma presto in scontro aperto. Diverbi d’opinione, commenti non graditi, consigli non richiesti, condizioni poco sicure nel lavorare ed ecco che la collaborazione sfuma e il lavoro creativo si interrompe. I punti di vista sui motivi delle scintille divergono. Lei sostiene che tutto sia degenerato per un eccesso di di consigli non richiesti, lui dice per la paura di creare pericolo vista la precarietà con cui era stata sistemata la scala negli attimi in cui l’opera prende vita. In più il rumore del pennello secco sul muro è la vera goccia che fa traboccare il vaso. Pennello privo di vernice secondo lui, rumore secco causato da un pennello sintetico secondo lei. Dettagli forse insignificanti ma che giorno dopo giorno, sono pesati sul carico di tensione di entrambi fino ad aumentano la tensione all’inverosimile. Il silenzio dell’artista alle domande di lui non viene gradito.Il “mecenate” stizzito ritira la scala e termina la collaborazione. Non c’è più voglia di continuare. L’opera d’arte è da considerarsi un fallimento. Ma bloccato il processo creativo le cose non si sistemano pacificamente.
L’incomprensione cresce, si tramuta in scontro verbale e poi fisico. Un reciproco spintonarsi secondo le testimonianze dell’uno, una vera e propria aggressione fatta di pugni e minacce, secondo l’altra. Tant’è che l’artista va al Pronto Soccorso per farsi medicare e poi dai Carabinieri. Una domenica di arte si tramuta così in un vero e proprio scontro. Fine primo round. L’artista lunedì mattina vorrebbe tornare a casa, ma ci sono ancora da risolvere alcune questioni. Come il rimborso spese per il viaggio e la richiesta di non utilizzare quel lavoro ormai quasi completato, ma non del tutto. L’artista, dopo aver sistemato di persona i dettagli del pagamento, chiarisce che non vuole più avere a che fare con quell’opera e intima al committente di cancellarla e di ritirare anche il lavoro in stencil e spray custodito all’interno dell’edificio, realizzato nei giorni addietro, quando il meteo minacciava pioggia.
Qui scatta il secondo scontro, ancora una volta fisico e contornato da parole forti, che si conclude nel tentativo, andato in parte a segno, da parte dell’artista di cancellare parte del lavoro effettuato con una secchiata di vernice bianca lanciata contro la facciata del muro. Un colpo di spugna alimentato dalla rabbia dell’artista che proprio non vuole più avere niente a che fare con quell’angolo di Forio inizialmente destinato a essere vivacizzato dai colori e dall’estro della creativa e che adesso invece reca ancora i rimasugli colorati di uno scontro fatto di rabbia e incompresioni. Un altro gesto forte, che porta a un nuovo scontro verbale e anche fisico. Sta volta intervengono anche i Carabinieri e sedano gli animi.
L’arte è impeto, passione, vitalità ed energie incontenibile. E gli artisti armati di pennello, scalpello, bombolette spray, telecamere, obiettivi o qualsiasi altro strumento utile per muoversi nello sfaccettato e sterminato mondo della creatività sono degli esploratori del bello, cacciatori di prospettive, cromie e proporzioni che ammaliano, seducono ma che suscitano anche dibattito e critiche. sentimenti ed emozioni contrastanti che sono del tutto normali quando in gioco c’è l’ambizione di ricreare il bello e far germogliare nell’animo degli spettatori un’emozione spiazzante. n’energia così forte che può facilmente sfociare anche in momenti carichi di tensione.