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L’isola e la sicurezza stradale, forum a Ischia tra dibattito e polemiche

Ieri mattina al Polifunzionale l’incontro su una tematica mai così sentita negli ultimi tempi dalla comunità locale. Sul palco i sindaci isolani, il dirigente regionale Pietro Buono, il colonnello Antonio Piricelli, la dirigente del liceo di Ischia Assunta Barbieri e un rappresentante d’istituto

Mai come in questo momento storico la comunità isolana ha mantenuto così alta l’attenzione sul problema della sicurezza stradale. Lo testimonia anche l’incontro svoltosi ieri mattina nella sala teatro del Centro Polifunzionale di Ischia, un incontro di studio e formazione voluto dal colonnello Antonio Piricelli, Comandante di Polizia locale e docente della scuola di polizia locale presso la Regione Campania, patrocinato dal Comune di Ischia, a cui hanno partecipato gli studenti del liceo statale Giorgio Buchner, guidato dalla dirigente Assunta Barbieri. L’incontro ha esaminato i vari aspetti della questione, da quello umano a quello sociale ed economico, illuminandone la complessità e meritandosi la partecipata attenzione degli studenti in sala. Lo stesso comandante Piricelli ha ricordato di essere stato, decenni addietro, alunno della dottoressa Barbieri: la dirigente scolastica ha introdotto il seminario, invitando tutti i cittadini a non rimanere inermi di fronte alle tragedie, superando quell’atteggiamento fatalista che, dopo aver metabolizzato lo sgomento, non dà seguito alle buone intenzioni. La dottoressa Barbieri ha puntato il dito sull’eccessivo numero di veicoli per una rete stradale, quella isolana, che è rimasta la stessa dei decenni scorsi quindi inadatta all’attuale abnorme quantità di automobili, un’isola turistica il cui traffico eccessivo mette in pericolo l’appeal turistico, che è la principale risorsa economica del luogo. «Quando ci mettiamo alla guida, siamo responsabili innanzitutto della vita degli altri, oltre che della nostra», ha dichiarato tra l’altro la dirigente.

Sono poi seguite le dichiarazioni dei vari rappresentanti delle amministrazioni isolane, a partire da quella dell’assessore Daniela Di Costanzo del Comune di Barano, che si è rivolta ai ragazzi in sala: «Voi sarete i guidatori di domani. Mettersi su strada, anche alla guida di un monopattino, è una grande responsabilità. La sicurezza riguarda non solo i guidatori ma anche i pedoni. C’è bisogno di educazione, anche per i passeggeri delle auto, che spesso tengono in braccio i propri bambini. Non vogliamo più essere costretti a piangere la scomparsa dei nostri figli per banali disattenzioni». A sua volta, l’assessore di Forio Davide Castagliuolo ha ricordato le tante, troppe auto e ciclomotori detenute da ogni nucleo familiare: «L’impegno educativo va preso a vari livelli, scuola, famiglia, amministrazioni, autorità ecclesiastiche. Il comune di Forio si sta attrezzando per contrastare gli eccessi di velocità, tramite varie iniziative, a partire dagli autovelox e dall’installazione di dossi artificiali, ma il lavoro deve coinvolgere tutta la comunità». Anche il sindaco di Serrara Fontana, Irene Iacono, ha sottolineato l’importanza della sensibilizzazione culturale: «Il tema della sicurezza stradale è un tema centrale nella vita moderna, ma ci si accorge di esso solo nei frangenti più tragici. I mezzi di trasporto sono i nostri compagni di sempre, non sappiamo farne a meno, ma dobbiamo garantire il rispetto delle regole e intraprendere un’opera di sensibilizzazione. Dobbiamo abbandonare l’arroganza interiore e l’eccessiva sicurezza quando siamo alla guida. Diventiamo aggressivi quando siamo alla guida. Il punto fondamentale su cui riflettere è uno: il rispetto della vita umana. In questi giorni diciamo “no” alla guerra, e allo stesso modo dobbiamo indignarci per ogni vita persa in incidenti stradali. Ben vengano campagne di sensibilizzazione in vari ambiti della vita sociale, per far sì che nessuna famiglia debba più piangere la perdita di altre vite. Come comune di Serrara Fontana stiamo collaborando con la Città Metropolitana per implementare nuovi mezzi di messa in sicurezza delle strade, dalla segnaletica all’illuminazione in alcuni tratti di strada di collegamento con Barano. Anche io sono stata vittima di un incidente stradale, e so cosa significa affrontare il peso delle conseguenze: invito tutti ad avere sempre più coscienza civile e senso civile: solo noi possiamo salvare noi stessi», ha concluso Irene Iacono.

Il seminario ha illuminato i vari aspetti della problematica, da quello umano a quello sociale ed economico, con la prevenzione come deterrente principale di quella che resta una delle prime cause di mortalità tra i giovani

Il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino ha ringraziato gli organizzatori di questo incontro su un tema centrale per la comunità isolana: «Non sono momenti “di vetrina” – ha dichiarato il primo cittadino – ma eventi sostanziali per affrontare concretamente insieme il problema della sicurezza stradale. Dai 15 ai 29 anni una delle prime cause di mortalità è proprio costituita dagli incidenti stradali. Per vincere questa battaglia, ogni attore deve fare la sua parte, dunque ognuno va responsabilizzato. Le amministrazioni devono garantire le infrastrutture stradali, le famiglie e le scuole devono sensibilizzare ed educare, le forze dell’ordine devono garantire i controlli. Un’azione sinergica di questi elementi può portare a vincere questa battaglia. Quando i nostri genitori ci regalavano il motorino, venivamo responsabilizzati, venivamo sospinti verso l’essere adulti, verso il maturare di un senso di responsabilità». Una responsabilizzazione che, secondo il sindaco Ferrandino, è una delle chiavi di volta per evitare nuove tragedie.

L’avvocato Nunzia Piro, in rappresentanza del Comune di Casamicciola, ha spiegato che la sicurezza stradale si basa su due ordini: il rispetto delle regole, dunque la conoscenza del codice della strada, e il comportamento individuale. Il presidente del Consiglio comunale di Casamicciola ha denunciato l’uso abnorme del cellulare alla guida, pur nelle brevi distanze percorse sull’isola: «Ho osservato un’altissima percentuale di guidatori che scrivono in chat sul cellulare. È un problema che noi stessi dobbiamo comprendere, altrimenti non lo risolveremo. I giovani devono improntare i loro comportamenti alla prudenza, perché non serve piangere un amico scomparso in un incidente. Dipende da voi, avete tutte le possibilità».

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Ha poi preso la parola il dottor Pietro Buono, dirigente dello staff tecnico operativo presso la Direzione generale salute e coordinamento del Sistema Sanitario della Regione Campania, che con il supporto della proiezione di una serie di slide ha illustrato dal punto di vista sanitario la problematica della sicurezza stradale, ammonendo su quanto poco basti per morire o rimanere invalidi. La sanità include la promozione della sicurezza stradale nei cosidetti LEA, i livelli essenziali di assistenza, visto che le tragedie della strada implicano enormi costi umani, sociali ed economici. Il dirigente ha snocciolato dati impressionanti: sebbene negli ultimi decenni le morti sulla strada siano in calo, anche durante la pandemia da covid, tra sette vittime al giorno, 118mila feriti all’anno per incidenti d’auto, 150mila per le moto. Le statistiche dimostrano che l’incidentalità pesa di più in Campania, dove le condizioni socio-economiche sono peggiori rispetto alle altre regioni.

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A “infiammare” la mattinata ci ha pensato Leonardo Taliercio, polemizzando su alcune iniziative messe in campo che sarebbero poco più che iniziative elettorali. Il sindaco Enzo Ferrandino ha risposto rivendicando un lavoro che invece è partito da lontano, poi tra le parti è arrivato il chiarimento

Ma soprattutto un dato è stato rimarcato dal dirigente: tra i tre elementi principali che influiscono in un incidente, la strada conta per il 9%, il veicolo per l’1%, e l’errore umano per il restante 90%. Altri elementi collaterali determinanti sul comportamento del guidatore sono l’alcol, più pericoloso quanto minore è l’età, gli stupefacenti, i farmaci, l’età. Poi le consuete raccomandazioni ai ragazzi sui pericoli del sabato sera, cercando di far mettere alla guida chi non beve, ma anche l’importanza del responsabilizzare i genitori, e delle amministrazioni, che possono organizzare eventi di sensibilizzazione nelle piazze, oltre a installare dissuasori di velocità e allestire la messa in sicurezza dei percorsi pedonali. Dunque, l’arma principale è la prevenzione, anche tramite iniziative locali come le buone pratiche di educazione e promozione della salute, ma la “best practice” è fare squadra: tra polizia, scuola, amministrazione comunale, famiglia e informazione.

Tuttavia un componente del Comitato “La Strada Buon Senso” ha dato una lettura in controluce: «Ho sentito tante belle parole, importanti. Io vorrei capire però alcune cose: cosa vogliamo da questi ragazzi? Noi siamo forse un buon esempio? Quando portiamo i nostri figli a scuola, mettiamo la cintura, mettiamo da parte il telefonino? Sembra che vogliamo tacitare il nostro senso di colpa, mentre quello che conta è la qualità del tempo che trascorriamo con loro». Anche una studentessa, Niki, ha puntualizzato: «Difficile riuscire a rinunciare alle auto. I bus notturni sono pochi, gli orari non rispettati. Noi ragazzi dobbiamo essere messi in condizioni di fare a meno delle auto».

Sul punto, il sindaco Enzo Ferrandino ha spiegato di aver implementato da alcuni anni il servizio di navetta interno al territorio comunale, anche se la pandemia da Covid ha frenato tale percorso sperimentale perché le disposizioni di prevenzione sanitaria spesso confliggono col trasporto pubblico.

Il dibattito ha così preso progressivamente quota, nel quale si è inserito anche Sergio Di Meglio, presidente dell’associazione Gaia, secondo il quale c’è ancora molto lavoro da fare per adeguare diverse strade isolane.

Un altro componente del comitato La Strada del Buonsenso è intervenuto raccontando come è nato il comitato, dopo la tragica scomparsa del giovane Francesco Taliercio in un incidente tre anni fa, e illustrando i tre livelli d’intervento: iniziative nelle scuole, comunicazione tramite i social. Poi denuncia dello stato delle infrastrutture, e infine auspicando seri controlli.

È poi iniziata la seconda parte del seminario, con il Colonnello Piricelli che ha fatto un’ampia e dettagliata panoramica sui concetti alla base della sicurezza stradale, sia per quanto riguarda la condotta alla guida, sia per ciò che concerne le soluzioni tecniche adottate dalle Case costruttrici sui veicoli. Dai concetti di sicurezza attiva e passiva, si è poi passati alle norme fondamentali del Codice e dipanare alcuni punti controversi di interpretazione delle norme che sono spesso causa di incidenti.

Esaurita così la parte eminentemente tecnica e giuridica dell’incontro, il dibattito ha ripreso vigore, soprattutto in seguito all’accorato intervento di Leonardo, il papà di Francesco Taliercio, che ha preceduto le osservazioni di Marco Trofa, rappresentante d’Istituto, il quale ha rimarcato: «Forse abbiamo perso il di vista il punto focale della giornata. Ho sentito tutti interventi in tono di rimprovero verso i giovani. Ma la verità è che, citando Andreotti, nessuno è santo, siamo tutti meri peccatori. Il cambiamento non inizia da un divieto, ma dal buonsenso. Non dobbiamo aspettarcelo dagli altri, ma dobbiamo essere noi. Quindi dobbiamo cercare di cambiare per far sì che non ci siano altri ragazzi che perdono un amico, altre classi che restano con un banco vuoto, altre famiglie che non possono riabbracciare un figlio. Dobbiamo diventare controllori di noi stessi, per preservare la sicurezza di chi ci sta intorno. Dobbiamo combattere l’egoismo che ci logora, e capire che il problema ci riguarda tutti, non soltanto chi viene direttamente colpito dalla tragedia. Il messaggio deve arrivare anche ai più anziani, anche con l’aiuto delle istituzioni».

L’intervento di Marco ha provocato la puntualizzazione della preside Barbieri, che ha ribadito che le regole importanti, e vanno ripetute, perché sono le prime che poi vengono dimenticate.

È stato poi ancora Leonardo Taliercio a prendere la parola, evidenziando che la sicurezza stradale può essere raggiunta solo se tutti fanno la propria parte. E per quanto riguarda lo stato di alcune strade Leonardo ha denunciato il fatto che le amministrazioni fanno qualcosa solo prima delle elezioni: un’osservazione che ha provocato la pronta reazione del sindaco Enzo Ferrandino, il quale si è ribellato a tale interpretazione, illustrando le tante iniziative varate in tempi non certo elettorali, cioè già a partire dal 2018-19, periodo in cui il primo cittadino aveva focalizzato la gravità del problema essendone profondamente partecipe non solo come amministratore, ma anche come padre di famiglia: «L’incontro di oggi è servito per guardarci negli occhi, ma la responsabilizzazione di tutti non significa de-responsabilizzare», ha aggiunto il sindaco. Da parte sua Taliercio ha citato la rotatoria, i cui lavori sono recentemente iniziati, ma Enzo Ferrandino ha anzi fatto notare che proprio la rotatoria non sortisce affatto alcun aumento di consenso, viste le critiche di cui l’opera è stata oggetto nelle ultime settimane, ma che resta una soluzione in grado di migliorare la sicurezza e la viabilità in un punto nevralgico. A sostegno delle proprie ragioni, il primo cittadino ha ricordato l’intenzione dell’amministrazione di rendere la sopraelevata una strada molto più sicura, a partire dall’allestimento di marciapiedi, ma si tratta di interventi che impongono varie interlocuzioni con altri enti, a partire da Città metropolitana e Soprintendenza, dunque con tempistiche incomprimibili. Tra il sindaco e Leonardo è poi arrivato il chiarimento, con una dichiarazione di stima reciproca.

Un altro intervento molto sentito è stato quello di Sonia Di Iorio, la mamma di Francesco Taliercio: «Gli errori degli adulti non devono essere un alibi, siate migliori di noi», ha detto la donna rivolgendosi ai ragazzi, prima di accennare brevemente alla sventura capitatale tre anni fa, quando suo figlio fu investito non da un ragazzo, ma da un adulto, che soffriva di disagi psichici già da decenni: una mistura di psicofarmaci e alcol che lo portò a investire quella maledetta notte il giovane Francesco. Nonostante l’indicibile e infinito dolore, Sonia ha avuto la forza di ribadire che se l’investitore, ora in cura in una struttura, riuscisse a migliorare il suo stato, sarebbe una vittoria, darebbe anche, in parte, un senso alla scomparsa del figlio. La signora ha anche voluto fare un appello: «Cercate di non diventare, involontariamente, la causa che separa per sempre altre persone dai loro cari. Dopo un incidente non bisogna fuggire, lasciando esanime una vittima sull’asfalto. Quando si sbaglia, bisogna cercare di non sbagliare ulteriormente», ha detto Sonia, salutando anche la presenza in sala dei genitori del giovane Manuel Calise, scomparso lo scorso dicembre, tra gli applausi dei presenti. La dottoressa Assunta Barbieri ha quindi chiuso i lavori del seminario: «Non basta delegare agli altri, alle istituzioni, ma tutti dobbiamo cercare di cambiare. Siamo tutti responsabili, lo Stato siamo noi», ha dichiarato la dirigente.

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