L’intervista Fabio De Caro: «Un omaggio alla forza dell’isola, qui vorrei girare ancora»
Com’è nata l’idea de “La Fortezza” e cosa racconta?
All’indomani del terremoto del 2017 ho visto l’isola a svuotarsi e ho subito
pensato di fare qualcosa per aiutare Ischia in un momento davvero difficile. La
prima idea che mi è venuta in mente è stata realizzare un cortometraggio che
avesse una storia compatibile con la bellezza e l’energia positiva che questo
territorio sa sprigionare. Sono andato alla ricerca di fondi, collaborazioni e attori.
Alla fine l’ho realizzato. “La fortezza” racconta un rapporto difficile tra un padre
e figlio che l’isola, con la sua bellezza, la sua storia e la sua magia, riesce
in qualche modo a ricomporre nell’arco di una giornata molto particolare. Un
lieto fine per sottolineare la grande forza di questa terra e della sua gente, la
capacità di resistere a eventi naturali come a tante vicissitudini storiche
spesso drammatiche.
Altro ruolo su una paternità complicata è quello in “Un giorno
all’improvviso” diretto da Ciro d’Emilio con Anna Foglietta.
Un film importante, presentato alla Mostra del cinema di Venezia, di cui sono
molto orgoglioso. Ciro è un caro amico, mi conosce bene e mi ha diretto con
molta semplicità. Anna è un’attrice bravissima, una faccia spettacolare che in
questo film offre una prova fantastica. Il mio ruolo è quello di un padre che
rifiuta questo figlio adolescente, anche se suo malgrado finisce per aiutarlo.
Lo allontana dal posto in cui vive aprendogli le porte del calcio
professionistico.
Come è riuscito a gestire la grande popolarità di Malammore, criminale
in Gomorra? Quanto è complicato in una narrazione seriale distinguere tra
attore e personaggio?
E’ stato difficilissimo. Ma a Malammore devo tanto,
quasi tutto. E’ un ruolo che rifarei altre 100 volte, pur con tutte le
implicazioni poco piacevoli che mi ha portato. E chiaro che adesso mi
piacerebbe che conoscessero di più Fabio De Caro. Ci vorrà del tempo ma ci sto
provando. Oggi Stefano Sollima, regista
della serie, è avviato a una grande carriera internazionale. Com’è stato
lavorare con lui, prima in ‘ACAB’, poi in ‘Gomorra’?
Sollima
è un grande, soprattutto nel crime. Inseguimenti, sparatorie, azione sono
iscritti nel suo dna. In questo campo è veramente un numero uno. Ci ha fatto
lavorare tanto, anche 16 ore al giorno, un regista esigentissimo, attento a
ogni dettaglio e sfumatura. Sul set non
ci si riposa mai, anche 25 ciak per una sola scena. Infatti dico sempre che ‘Gomorra’
ha dei tempi cinematografici, non televisivi. Un grandissimo pregio, oltre che
una grande opportunità per un attore.
Del “Posto al sole” che mi dice?
Rientro domani. Anche quello di Gaetano Prisco è un personaggio negativo,
tanto per cambiare. “Un posto al sole” è una grande famiglia, mi hanno accolto
benissimo, sono sempre contento di ritornarci e lavorare con colleghi deliziosi.
Ma recitare in una commedia le piacerebbe?
Molto. La sento nelle mie corde, forse sono gli altri che non se ne
accorgono.
Sposato con un’ischitana. E’ cambiato il suo modo di vedere l’isola?
Certo, ci si sente parte di una comunità ed è più forte la voglia di
contribuire ad aiutare un’isola con una straordinaria vocazione turistica che
deve assolutamente recuperare. Spero di poter realizzare presto un nuovo lavoro,
anche più lungo e importante, su questa territorio. Magari un film per la tv.
Ben vengano perciò produzioni come “L’amica geniale”, opportunità incredibili
di diffondere il nome e le bellezze di Ischia dappertutto. Speriamo venga
citata spesso, non come Muccino che ha girato qui “A casa tutti bene” ma Ischia
non viene mai nominata.