L’intervento

DI GIUSEPPE MAZZELLA

Ho letto con entusiasmo l’intervista che il sindaco di Milano Beppe sala ha rilasciato ad Aldo Cazzullo sul “Corriere della Sera” di mercoledì 3 giugno 2020 presentando il suo libro “società per azioni”. L’intervista è a pag. 13 in “primo piano”. Ha un richiamo in prima pagina che in gergo giornalistico si chiama “civetta” con il titolo : “E’ il momento di cambiare: serve un nuovo socialismo”. Che il termine “socialismo” sia pronunciato da un manager uscito dalla Bocconi già city manager di Letizia Moratti, attualmente sindaco di Milano la più importante Città d’Italia ed oggi la più colpita dal virus covid 19 è per questo affermo “io sono milanese” per convinta solidarietà e sia posto in un titolo di prima pagina del più importante ed autorevole quotidiano nazionale è segno di una svolta epocale per il sistema economico e l’ordine sociale che dovrà nascere dopo questa terribile e catastrofica epidemia. Il libro di Sala dovrà essere letto e studiato perché potrà essere fondamentale per una nuova società che dovrà nascere nell’Italia repubblicana. Sala anticipa molto nella intervista. Afferma di sentirsi “un uomo di sinistra” ma che non vuole abbattere “il sistema” senza pronunciare il termine “capitalismo” ma chiarendo che vuole “cambiarlo anche recuperando idee e parole che abbiamo abolito e relegato nel passato”.

Quale parola è stata “abolita”? Sala la pronuncia: socialismo. Ricorda le monetine contro Craxi sul quale non si pronuncia ma dice che “il socialismo non appartiene alla storia ma all’avvenire” è che “solo in Italia è considerato una parola morta”. Dice abbastanza per definire se stesso ed un nuovo partito politico di “sinistra”. Quando l'”eretico” Carlo Rosselli nel 1937 definì il “socialismo liberale” scandalizzando” I socialisti ancorati a Marx che si dividevano tra massimalisti e riformisti in pieno fascismo Rosselli ritenne opportuna una “appendice” in 13 punti che chiamò “i miei conti col marxismo”. Dovette trovare una definizione di sé stesso: “Sono un socialista”. I 13 punti di Rosselli sono oggi più attuali che mai. Rosselli fu ucciso dai fascisti con il fratello Aldo. Ma aveva seminato. La parola era stata scelta. Tenne banco a Ventotene nel 1941 tra spinelli e rossi per scrivere il manifesto “per un’Europa libera e unità”. Ma di questo scriverò in dettaglio. É un incrocio perfetto tra storia e avvenire.

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