LE OPINIONI

L’infedeltà nella coppia, tra bugie, dolore e ricostruzione

Il tradimento da parte della persona amata può essere un’esperienza devastante e dolorosa. L’infedeltà colpisce non solo la coppia, ma anche l’autostima di chi è stato tradito, facendo vacillare sicurezze e aspettative future. Le reazioni successive a questo evento sono soggettive: si può provare rabbia e desiderio di vendetta, oppure può prevalere la paura e la disperazione. Insomma, le risposte a questa esperienza possono variare, ma una cosa è certa: l’infedeltà lascia tracce, che a volte si configurano come un vero e proprio trauma.

Inevitabile o imperdonabile?

Quando si parla di tradimento le opinioni sono discordanti e si assiste spesso alla contrapposizione di due modi di concepirlo. Per alcuni l’infedeltà è qualcosa di imperdonabile e ignobile, una profonda mancanza di rispetto nei confronti del partner e talvolta della famiglia intera. Per altri invece è qualcosa di inevitabile e naturale: la monogamia sarebbe stata imposta dalla società e l’istituzione del matrimonio sarebbe pertanto qualcosa di innaturale. Non solo: c’è chi sostiene che l’infedeltà possa fare bene alla coppia, rappresentando uno scossone per coniugi annoiati o una sfida per mettere alla prova la solidità del rapporto. Nella realtà, però, di rado i coniugi si dicono felici di aver vissuto un’esperienza del genere. Nella maggior parte dei casi la scoperta del tradimento ha effetti distruttivi sulla coppia e non sempre la fiducia viene ricostruita.

Cosa dicono le ricerche?

Un’indagine condotta in Italia nel 2010 ha evidenziato che l’infedeltà riguarda la metà dei matrimoni. Uomini e donne tradiscono quasi in egual misura (55% gli uomini e 45% le donne). Per entrambi l’età media è 44 anni. Nel 70% dei casi tratta di scappatelle, nei restanti casi nascono vere e proprie relazioni stabili. Nel 40% dei casi gli incontri avvengono in chat. Ma con chi si tradisce? Dalla ricerca emergono dati interessanti: i mariti tradiscono spesso con le colleghe di lavoro, ma anche amiche e conoscenti delle mogli. Le mogli, invece, oltre ai colleghi, tradiscono col personal trainer o col maestro di sci o di ballo. Un altro dato interessante riguarda l’età dell’amante: recentemente c’è stato un aumento delle donne che tradiscono con uomini più giovani. Come si scopre un tradimento? Nella metà dei casi curiosando sul cellulare del partner. Meno frequentemente (20%) avviene grazie a registrazioni realizzate tramite videocamere nascoste o cimici. Infine, solo nel 10% dei casi lo si scopre perché il traditore confessa.

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Una recente ricerca condotta dalla Florida State University su 233 coppie di novelli sposi ha messo in evidenza un dato che va contro una credenza molto diffusa, e cioè che l’insoddisfazione sessuale sia una delle cause dell’infedeltà coniugale. Secondo questo studio, invece, a tradire maggiormente sono i partner più appagati dal punto di vista sessuale.

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Quando il tradimento può rappresentare un vero e proprio trauma?

Clinicamente , soprattutto nelle fasi iniziali, è possibile che si presenti una sintomatologia del tutto simile a quella del Disturbo da Stress Post Traumatico. Possono presentarsi flashback, ovvero immagini o ricordi che si ripresentano alla mente in modo automatico e indesiderato, del volto dell’amante, del momento in cui il tradimento è stato scoperto (ad esempio il momento in cui viene letta per la prima volta una chat compromettente). Talvolta si arriva ad avere veri e propri incubi notturni, dove vengono rivissuti i momenti più dolorosi o dove prendono forma le paure più grandi. Uno dei possibili esiti è la comparsa di sintomi depressivi, con mancanza di energia, desiderio di ritirarsi e restare soli, sconforto e ruminazione. Nel periodo successivo alla scoperta, è possibile riscontrare livelli di attivazione fisiologica molto alti (tachicardia, tensione, tremori) di fronte ad elementi che ricordano il tradimento subito, come luoghi, persone, situazioni. Talvolta è possibile che si sviluppi anche una sintomatologia ansiosa, soprattutto se la relazione prosegue. La fiducia è stata profondamente minata, le certezze sono crollate e la paura di essere nuovamente feriti attiva strategie di monitoraggio della minaccia. Si è costantemente in uno stato di allerta, pronti a cogliere in ogni momento segnali di pericolo. Il nostro cervello non dorme mai, è vigile e pronto a difendersi prima che l’evento si ripeta. Possono presentarsi quindi sintomi ossessivi legati al controllo, come ad esempio voler sapere sempre dove si trova il partner, con chi è e cosa sta facendo. Tutto questo ovviamente devasta mentalmente ed emotivamente la persona tradita, ma mette a dura prova anche il partner e la relazione.

Cosa fare allora?

In questi casi è fondamentale è concedersi del tempo per elaborare ciò che è accaduto, accogliere il dolore che ne deriva, esprimere la rabbia se necessario. A tempo debito, una decisione andrà presa, nella direzione della separazione o della ricostruzione. Sta alla persona fare questa scelta, venendo a contatto con i propri desideri più autentici.

Articolo della dottoressa Tiziana Di Scala (tel. 3208531292)

Liberamente” è curata da Ilaria Castagna, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi de L’Aquila, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva Comportamentale di Caserta A.T. Beck

Tel: 3456260689

Email: castagna.ilaria@yahoo.com

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