L’incontro col ministro e i lavoratori stagionali dimenticati

Nei giorni scorsi presso l’Hotel Regina Isabella di Lacco Ameno, il ministro del turismo Daniela Santanché ha incontrato i sindaci dell’isola d’Ischia e gli imprenditori turistici isolani. Tema dell’incontro, battezzato da molti come un’ennesima passerella politica, è stato quello del rilancio turistico dell’isola Verde dopo la tragica alluvione del 26 novembre scorso. Dopo l’intervento del ministro che ha lanciato la campagna promozionale #thisisischia, campagna che sull’Isola non ha mancato di accendere polemiche visto che gli isolani al governo nazionale chiedono innanzitutto finanziamenti cospicui per la messa in sicurezza delle colline e per la realizzazione di case per gli sfollati del terremoto e dell’alluvione, hanno preso la parola alcuni albergatori ed i sindaci isolani e nessuno, ma proprio nessuno, ministro compreso, ha citato i lavoratori stagionali quasi questi non esistessero nonostante rappresentino il vero motore del comparto: assurdo!

GENNARO SAVIO

Quasi non bastasse lo sfruttamento disumano che in molte aziende del turismo sono costretti a subire dovendo lavorare anche 8, 9, 10, 11, 12 ore al giorno in cambio di stipendi di fame, sono stati volutamente ignorati da tutti, sindaci di Lacco Ameno e di Forio compresi. Infatti, se ne sono dimenticati anche Giacomo Pascale e Francesco Del Deo a dimostrazione che così come abbiamo sempre sostenuto negli anni scorsi, hanno solo politicamente strumentalizzato lo stato di disagio e di povertà del mondo del lavoro ischitano quando si presentavano a Roma con gli stagionali di cui aspiravano a fare i capipopolo. La verità, così come abbiamo sempre asserito, è che Pascale e Del Deo da buoni sostenitori dell’infame sistema economico e sociale capitalistico dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e delle disuguaglianze economiche e sociali, sono dalla parte dei padroni e non certo dei lavoratori. Ecco perché, nemmeno loro, alla convention sul turismo hanno accennato alle problematiche legate al mondo degli stagionali quando invece era l’occasione propizia per chiedere con forza la reintroduzione della vecchia indennità di disoccupazione e il rispetto dei contratti sindacali all’interno delle aziende. Ma per poter contare sulla difesa degli interessi dei lavoratori, purtroppo, cari cittadini isolani, non bisogna più dare il consenso elettorale a personaggi, spesso anche imprenditori, dalla cultura padronale che si fanno eleggere per difendere i privilegi dei potentatucci e non certamente per contribuire a migliorare le condizioni di vita dei più deboli socialmente.

INTANTO TRA SFRUTTAMENTO, SALARI BASSI E DIMEZZAMENTO DELL’INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE, SONO SEMPRE MENO COLORO CHE ACCETTANO IL LAVORO STAGIONALE

Intanto continua a sfoltirsi sempre di più il mondo dei lavoratori stagionali in quanto sono sempre meno coloro che sono disposti a farsi sfruttare per poi ritrovarsi praticamente poveri. Infatti oggi essere un lavoratore stagionale equivale a rasentare la soglia di povertà. Spesso rinunciando anche al giorno di riposo specialmente nei mesi clou della stagione estiva, si lavora sino a dodici ore al giorno e per solo 4 o 5 mesi all’anno, si guadagnano dai 1.000 ai 1.200 euro al mese per i più fortunati ed il restante dei mesi da disoccupati si è coperti con la Naspi per la metà dei mesi che si è lavorato e non più per sei mesi come avveniva sino a quando il governo Renzi non ha vergognosamente abolito l’indennità di disoccupazione. Indennità di disoccupazione per la quale molti albergatori si sentivano in dovere di garantire un minimo di lavoro di sei mesi all’anno, cosa a cui ora non devono dare più conto con l’aggravante, per gli stagionali, che si è ulteriormente assottigliato il periodo di occupazione. E così, pur di vivere più dignitosamente, gli stagionali isolani o hanno cercato altra occupazione o, a partire dai giovani, in migliaia hanno deciso di partire per andare a lavorare in nord Italia o all’estero con il risultato che molti albergatori isolani ogni anno devono elemosinare manodopera. E nonostante questo non si tolgono il vizzietto di sfruttare i propri dipendenti rischiando tra qualche anno, se continuano su questa strada, di dover provvedere loro stessi a lavare le caccavelle nelle cucine o a pulire le camere ai clienti. Cosa francamente auspicabile fosse altro per farli rendere conto di cosa provano i propri dipendenti a lavorare una giornata intera senza avere neppure il tempo e la possibilità di dedicarne una parte ai figli e alla famiglia.

IL COMITATO DI LOTTA DEGLI STAGIONALI CONTINUA A CHIEDERE CON FORZA LA REINTRODUZIONE DELL’INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE ED IL RISPETTO DEI CONTRATTI SINDACALI NELLE STRUTTURE ALBERGHIERE

Il “Comitato di Lotta dei Lavoratori Stagionali e non dell’isola d’Ischia” continuerà a battersi con forza per il rispetto dei contratti sindacali all’interno delle aziende del turismo e per la reintroduzione dell’indennità di disoccupazione, oltre che per l’allungamento della stagione turistica. Perché solo lavorando tutto l’anno, o per un minimo di almeno dieci mesi nel rispetto dei contratti, gli stagionali potranno acquisire un minimo di dignità esistenziale. Diversamente tra sfruttamento, stipendi di fame e dimezzamento dell’indennità di disoccupazione, saranno sempre di meno le lavoratrici ed i lavoratori disposti a lavorare nelle aziende del turismo.

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