Librerie aperte, anzi no: e montano le polemiche
Dalla regione Campania stop alla ventilata riapertura inizialmente prevista per oggi, e il mondo dei librai si divide sulle misure adottate dal Governo. Imagaenaria: «Nessun aiuto per il settore»
Tra le conseguenze della babele dei provvedimenti locali spicca il rebus-librerie. L’ultimo Dpcm ne ha disposto la riapertura a partire dalla giornata di oggi. «In questo periodo di chiusura, stiamo continuando a mantenere un rapporto con i clienti attraverso i vari canali di comunicazione e le spedizioni a domicilio dei titoli richiesti». Alla libreria Imagaenaria di Ischia Ponte erano comunque pronti per questa nuova fase, senza nascondersi le incertezze di un momento storico del tutto inedito:«Come in altre regioni, anche in Campania la chiusura è stata prorogata fino al 3 maggio, non è possibile aprire prima. Del resto, riavviare un’attività commerciale in un contesto in cui non è ancora consentito alle persone di spostarsi è una scelta che presenta molte criticità, soprattutto se si considera che per il settore non è previsto alcun fondo, nemmeno un aiuto per le operazioni di sanificazione e messa in sicurezza di personale e clientela».
Le questioni accennate dal personale della più rappresentativa libreria dell’isola d’Ischia riflettono il dibattito innescato a livello nazionale, dove non c’è uniformità di intenti sull’applicazione del provvedimento del Governo: è vero che la riapertura è facoltativa, ma i vari esecutivi regionali procedono in ordine sparso, chi continuano a vietarla fino al 3 maggio, chi invece disponendo soltanto le misure di sicurezza tramite dispositivi di protezione personale, come guanti e mascherine, e la distanza minima con ingressi contingentati. Ma anche nel mondo dei librai c’è una spaccatura, tra coloro che sono d’accordo a riprendere subito l’attività e chi invece lo vede soltanto come un atto sterile e teme di perdere le uniche agevolazioni governative, come la Cassa integrazione, visto che con la riapertura gli stipendi dei dipendenti dovrebbero essere nuovamente corrisposti dagli imprenditori. Questi ultimi temono che però i flussi di clienti siano troppo miseri, per non dire nulli, e quindi del tutto inadeguati a garantire incassi sufficienti. Tuttavia c’è anche chi sostiene che pur con la riapertura, la riduzione dell’orario di lavoro potrà consentire ai librai di usufruire degli ammortizzatori. Le polemiche intanto però non mancano.