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Liberate il piazzale di Citara, la polemica parte dal web

dalla redazione

Forio – Citara, 13 agosto. Uno stuolo di macchine e motorini invade la piazzetta occupata per lo più dai tavolini del bar. Le vetrine delle boutique alle spalle appaiono completamente oscurate da questa situazione. È così che si presenta davanti agli occhi di residenti e turisti, durante il mese in cui l’isola dovrebbe cercare di farsi più bella, la piazzetta di Citara da qualche giorno al centro di alcune polemiche.  «Una volta sulla piazzetta di Citara c’erano due boutique che cercavano di fare onestamente il proprio lavoro, poi tutto è cambiato. Grazie alle scelte dell’attuale amministrazione una piazza che poteva essere il fiore all’ occhiello del comune, dopo onerosi investimenti, si è deciso di farla diventare il regno dell’ abusivismo. Dal parcheggio, all’occupazione completamente abusiva del suolo Pubblico con tavoli ombrelloni e sedie, il tutto con la complicità dei vari capi settore che con il loro silenzio e la mancanza totale di capacità decisionale assecondano i disonesti e abusivi». È questo il duro sfogo che Massimo Buono ha affidato al web raccogliendo numerosi consensi per aver esposto una situazione di totale degrado. «Le nostre attività – continua a scriver – sono completamente chiuse, per entrare nei negozi bisogna attraversare i tavoli, le vetrine sono oscurate da ombrelloni e a nulla sono servite le nostre sollecitazioni. Forse chi decide è più disonesto di chi agisce. Mi sorge una domanda a voi che comandate: se le attività fossero state dei vostri figli agireste allo stesso modo?». In effetti, visto così, lo spiazzale che costeggia una delle spiagge più belle dell’isola e che conduce in un autentico paradiso quale quello dei Giardini Poseidon, è davvero tutt’altro che bello. «È veramente una vergogna! Dirigo un hotel a pochi metri dalla piazza e questa situazione è veramente imbarazzante! Speravamo in una riqualificazione e invece caro Sindaco la situazione è nettamente peggiorata. Del Deo dove sei? Sei partito per le Hawaii?». È così che, tra gli altri, risponde alla questione Cecilia D’Ambrosio, cultrice del bello; la situazione non è passata inosservata neppure ai suoi occhi che probabilmente hanno raccolto anche le lamentele di qualche turista che sperava di giungere su di un’isola e si è trovato immerso nel caos di una città con sessantamila abitanti e altrettante autovetture. «Credo che le scelte dell’amministrazione foriana che riguardano la zona che va da Cava dell’Isola fino a Citara – scrive invece Umberto Cuomo – non abbiano nessun senso logico e tendono a danneggiare in maniera grave tutte le attività ed una delle zone più belle dell’isola. Ma possibile che non ci sia nessuno che metta la primo posto l’interesse comune? Credo che il problema continui ad essere il tessuto sociale che riflette nell’amministrazione il proprio livello culturale. (Il termine cultura deriva dal verbo latino colere ovvero “coltivare”)». Lo scorso 14 giugno i membri della giunta municipale di Forio, hanno approvato una  delibera – proposta dal sindaco Francesco Del Deo – avente ad oggetto proprio la “riqualificazione lungomare spiaggia di Citara tratto di passeggiata dal piazzale Citara ai Giardini Poseidon – approvazione in via tecnica del progetto definitivo-esecutivo”. Nell’atto deliberativo si legge che l’intento è quello di riqualificare e consolidare, in via definitiva, il tratto di strada pedonale che costeggia la spiaggia sul versante ovest del Comune di Forio in località Citara, unico punto di passaggio pedonale che consente di raggiungere sia l’arenile che il parco termale “Poseidon” posto alla fine di via Mazzella. Mettere in sicurezza e riqualificare l’intera passeggiata, località di forte richiamo turistico. Un progetto quindi c’è e dovrebbe partire dopo l’estate; la speranza, per chi in quel luogo ci lavora è che l’amministrazione possa dare un’aria nuova, oltre che alla passeggiata, anche allo stesso piazzale, liberandolo da macchine e motorini e dando, così, il giusto risalto a tutte le attività. Se ciò avvenisse, ancora una volta, sarebbe il caso di dire: meglio tardi che mai!

 

 

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