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Leonardo Di Costanzo, a Cannes con “L’intrusa”

Gianluca Castagna | Ischia – C’è anche l’ischitano Leonardo Di Costanzo tra gli italiani attesi sulla Croisette per la 70esima edizione del Festival di Cannes, la kermesse cinematografica più prestigiosa al mondo che si terrà in Costa Azzurra dal 17 al 28 maggio.
E’ stato il delegato generale Edouard Waintrop ha svelare ieri, a Parigi, i titoli che saranno proiettati alla Quinzaine des Réalisateurs, la sezione del festival nata all’indomani dell’infuocato ‘68 e dedicata al cinema d’autore più coraggioso e radicale, lontano dai condizionamenti economici o politici che vogliono (spesso ci riescono), addomesticare lo sguardo d’autore.

Leonardo Di Costanzo farà parte di un terzetto di italiani selezionati nella sezione speciale della Quinzaine (gli altri due sono Jonas Carpignano e Roberto De Paolis) con un titolo molto atteso, “L’intrusa”, che arriva dopo 5 anni dal suo applauditissimo “L’intervallo”, presentato a Venezia 2012 e premiato con un David di Donatello.
“L’intrusa”, definito da Waintrop “uno sguardo struggente sul nostro tempo”, è un racconto sul mondo del volontariato, tra coloro che quotidianamente si trovano a contatto diretto col disagio e con quelle fasce della società spesso etichettate come “malvagie”. La storia è ambientata nella periferia napoletana all’interno di un centro di accoglienza, una Masseria a Ponticelli, dove le mamme del quartiere portano i bambini per sottrarli alle logiche mafiose. Il centro è stato aperto anni prima da Giovanna, una settantenne dinamica e combattiva, assieme al marito poi morto. Negli anni, la donna continua a gestirlo con passione, creando intorno a sé una comunità solidale con proprie regole e una forte identità alternativa ai tentacoli della malavita organizzata.
Un giorno, però, in quel luogo arriva l’intrusa del titolo, cioè la moglie di un camorrista, colpevole di un delitto efferato, che per motivi misteriosi decide di andare a nascondersi, insieme ai suoi due bambini, proprio all’interno del centro. La loro presenza provocherà malcontenti e ostilità tra genitori e insegnanti che vivono una quotidianità già problematica.

«’L’Intrusa’ non è un film sulla camorra» ha dichiarato Leonardo Di Costanzo. «E’ un film su chi ci convive, su chi giorno per giorno cerca di rubargli terreno, persone, consenso sociale, senza essere né giudice né poliziotto. Ma è anche una storia su quel difficile equilibrio da trovare tra paura e accoglienza tra tolleranza e fermezza. L’altro, l’estraneo al gruppo, percepito come un pericolo è, mi sembra, un tema dei tempi che viviamo».Scritto insieme a Bruno Oliviero (che aveva collaborato con Di Costanzo in “Odessa” e “Cadenza d’inganno”) e Maurizio Braucci (tra i più bravi sceneggiatori oggi in circolazione), il film torna dunque su temi, luoghi e zone d’ombra già esplorati dal suo autore in un lungo percorso da documentarista e nel suo primo lungometraggio di finzione, “L’intervallo”.
Un racconto sul mondo del volontariato di chi vive e opera in frontiera, eroi della modernità che si sostituiscono ad uno Stato manchevole se non assente, e che sperimentano giorno per giorno strategie di inclusione. Bene e male sono continuamente spostati, le divisioni classiche non tengono, il discrimine è costantemente adeguato.

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Nato a Barano 58 anni fa, Leonardo Di Costanzo è autore di un cinema di forte impegno civile, politico, quasi “militante”, attento tanto alle marginalità interne che nessuno racconta (o vuole più raccontare), quanto alle sanguinose contraddizioni del mondo globalizzato. Sono in molti, dopo le accoglienze tutte positive per “L’intervallo”, ad attendere quella che va considerata la sua vera opera seconda nel lungometraggio di finzione, anche se, in questi 5 anni, Di Costanzo non è stato certo fermo. Ha lavorato nel collettivo “I ponti di Sarajevo” (presentato proprio a Cannes nel centenario dello scoppio della prima guerra mondiale) con il corto “L’avamposto”, liberamente ispirato a un racconto di Federico De Roberto e ambientato in una trincea scavata nella roccia sul monte Pasubio dove un piccolo plotone di militari italiani deve riconquistare un punto strategico pur sotto il tiro dei micidiali cecchini. Ma è con “L’intrusa” (la cui scrittura ha richiesto un processo lungo e laborioso) che torna agli stilemi più cari del suo cinema.

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Interpretato dalla coreografa e danzatrice Raffaella Giordano (già scelta da Martone ne “Il giovane favoloso”), dal musicista e performer calabrese Marcello Fonte e dall’esordiente Valentina Vannino, il film è prodotto da Tempesta/Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema, Amka Films Productions e Capricci. La fotografia è di Hélène Louvart (“Les Plages d’Agnès” di Agnès Varda, “Pina” di Wim Wenders, “Le Meraviglie” di Alice Rohrwacher); la scenografia di Luca Servino; i costumi di Loredana Buscemi, il montaggio di Carlotta Cristiani, le musiche di Marco Cappelli e Adam Rudolph. I murales di “La Masseria” sono di Gabriella Giandelli. Il film sarà distribuito in Italia da ‘Cinema’ di Valerio De Paolis.

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