CRONACA

Legnini, l’emergenza e la scienza della ricostruzione

Zona rossa, messa in sicurezza, pianeta scuole e rebus porto di Casamicciola: nonostante una nuova ordinanza la situazione resta in fase di stallo. Ma è anche colpa degli italici meccanismi. E allora…

Dalla riperimetrazione della zona rossa ai tempi per la messa in sicurezza dell’isola d’Ischia, dalla situazione delle scuole a quella del porto di Casamicciola. Siamo fermi agli annunci. Ma abbiamo l’ordinanza Legnini n.3, che dispensa altri incarichi. Il Gruppo di lavoro tecnico dedicato a garantire sia il controllo che l’avanzamento degli interventi per la riduzione del rischio residuo, sia per i sopralluoghi presso edifici ed aree interdette, a partire da Piazza Bagni e poi negli edifici e nelle aree che sono state oggetto di specifiche segnalazioni.Con la prossima ordinanza di Protezione Civile saranno avviate, sempre poi, le attività di redazione delle schede AeDEI che si affideranno al consorzio ReLUIS per sopralluoghi agli edifici della “zona rossa” per valutare inagibilità e rischio idrogeologico esterno. Con il supporto delle Università e dei Centri di ricerca forse un giorno sarà possibile aggiornare e modificare la zonizzazionea patto che si rientri in una certa linea di confine.Il perimetro magico. Non parliamo poi del Caso Statale e della ex Casa cantoniera di Ischia. L’ordinanza n.2 è l’emblema dello scarica barile. Giovanni Legnini come Ponzio Pilato se ne lava le mani e rimpalla.Ma non si tratta di Legnini in quanto tale, si tratta della concezione propria dei commissari in Italia. Direttori d’orchestra a cui si affida uno spartito, che scelgono i musicanti da dirigere,delegare a seconda dello strumento. Li chiamano enti attuatori. Rimpallano, delegano, delegano e attuano con una beata dissolutezza che fa rabbrividire.Cosi quel tragico spartito si fa musica per qualcuno, De Profundis per tanti altri. 1 comune, 6 commissari, 4 università, 3 consorzi, 2 partecipate, 6 enti attuatori  e l’ingresso nel 3° mese per fare ciò che qualsiasi sindaco, anche il peggiore, avrebbe fatto in due settimane e con la metà degli incarichi, le nomine, i red carpet e la solita lucrosa assistenza alla popolazione. È storia vecchia. Un film già visto che si ripete.

È l’Italia che con i suoi apparati si finanzia in Stati di Emergenza. Casamicciola, era e resta un cantiere a cielo aperto di 5 km quadrati, dove si sprecano gli affidamenti e i favori, dove si fanno affari, si danno incarichi e somme urgenze. Dove si fa politica terra, terra. Festa farina e forca. Cambiano i musicisti, ma lo spartito suona uguale in questo macabro party, organizzato in un altrettanto macabro cimitero. Accomodatevi, oggi, paga anche l’emergenza frana. Questo e solo questo giustifica il dispendio di risorse. 46 milioni di euro promessi dal governo di Roma. Per ora siamo a 6 milioni già nella cassaforte della contabilità speciale intestata alla frana. Per far cosa? Basta leggere i dispositivi per darsi una risposta:Per darsi incarichi e somme urgenze. Per nascondere la polvere sotto il tappeto. Tra le mille contraddizioni dell’agenda istituzionale ci sarà un paese che rientrerà e un altro che starà ancora a guardare. “Una porzione rientrerà una altra parte è possibile che no”è stato detto. Perché c’è una volontà politica che spinge in tal senso. Eppure, illudersi che si possa ritornare alla normalità senza disinnescare la minaccia che incombe dall’alto del Monte Epomeo è pura utopia. Il piano dell’emergenza frana viaggerà in due tempi per qualcuno invece l’emergenza stessa è già finita. Legnini si ferma per adesso a Piazza Bagni, come Cristo si è fermato ad Eboli. La palla a Regione Campania ed Autorità di Bacino, senza dimenticare la Soprintendenza.

Pulire non basta, neppure per nascondere il marcio della mitigazione e degli interventi per ridurre il multi rischio che bisognava fare (In ordinario con la Regione, in via straordinaria con la Legge Genova per il Sisma) e che non sono mai stati fatti su un territorio inequivocabilmente fragile. Non esistono zone immuni nel cratere dalla necessità di progettare un nuovo sistema paese, sicuro e a misura d’uomo.Oggi non è più accettabile questo scaricarsi le responsabilità, questo gestire il lavoro dell’ “altro commissario“. Casamicciola ne conta 6 in carica e 2 destituiti.Quando la politica dell’emergenza ignora la scienza della ricostruzione, allora genera mostri. Oggi più che mai serve garantire la sicurezza dei cittadini tutti in un rapporto costi-benefici virtuoso. E questo ad Ischia non accade. L’Italia dei commissari ha fallito soprattutto qui. Abusando delle necessità, speculando sulle paure della gente ha fuso un Vitello d’Oro sulle macerie, alimentato galli sul fango. Incapace di garantire il ritorno alla normalità della sua gente, da sei anni, la costringe a condizioni di Emergenza e precarietà, elemosine, diritti (CAS ed Alloggiati) concessi come favori, dove emerge l’impianto di uno Stato che non fa altro che finanziare lo Stato ed i suoi apparati. Non c’è nessuno slancio ulteriore. Come il resto di quelli italiani, almeno nei borghi più colpiti.Per queste manchevolezze, evidenti e forse studiate, il Cratere di Ischia tra 25/ 30 anni, forse, racconterà e parlerà di normalità. Ma saranno altri uomini ed altre donne, altri bambini, altri vecchi ed anziani, saranno altre generazioni e sarà se tutto va bene il 2045, quando, statene certi saranno ancora le macerie e il fango dell’“Emergenza Ischia“.

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