CRONACA

«Legalità e velocità possono e devono coesistere»

L’incontro col Prefetto a Ischia della scorsa settimana ulteriore step per parlare di ricostruzione ma anche dell’importanza di garantire che determinati processi avvengano all’insegna di criteri e parametri ben definiti. Il commissario Legnini a Il Golfo parla chiaro ed è categorico

Ci si è ritrovati a Ischia per parlare dei cantieri oggetto di ricostruzione e per un nuovo focus sulla legalità. Qual è il suo personale bilancio di questo incontro svolto presso gli uffici della struttura commissariale con il Prefetto di Napoli e tutte le altre istituzioni interessate?

«Non ho dubbi, il bilancio è assolutamente positivo. E, soprattutto, di totale condivisione da parte di tutti i componenti sulla necessità di esercitare il massimo della vigilanza. L’ho detto e lo ripeto una volta di più, legalità e speditezza possono coesistere, anzi devono coesistere: è vero, il protocollo ci assegna ulteriori responsabilità, noi lo abbiamo in gran parte già attuato, adesso bisogna completare l’opera nella parte legata a una infrastruttura informativa, parliamo del portale e della piattaforma che dovrà contenere i dati di controllo dei cantieri che consentiranno un monitoraggio puntuale e costante. Ma intanto prendo atto che abbiamo registrato un ulteriore stato di avanzamento che porta a un conseguente innalzamento della crescita della vigilanza e questo non possiamo che accoglierlo positivamente. Anche perché vorrei sottolineare un aspetto che reputo di fondamentale importanza».

Prego.

«L’isola d’Ischia dopo le tragedie che ha vissuto negli ultimi anni tra sisma e alluvione, non si può permettere anche l’onta e il discredito di un’attività di inquinamento del territorio e dei cantieri posta in essere da parte di imprese criminali o comunque vicine al malaffare. Questo è un qualcosa che va assolutamente scongiurato e noi lavoriamo con meticolosità e senza soste per raggiungere questo obiettivo».

Posso chiederle rispetto al primo incontro che fu svolto su questa analoga tematica alcuni mesi fa, quali sono stati anche i passi avanti che ha avuto modo di registrare e constatare?

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«Beh sono una serie di passaggi che ho avuto modo di riferire anche ai componenti del tavolo di lavoro che ci ha visto impegnati presso la struttura commissariale. Innanzitutto abbiamo chiesto a tutte le pubbliche amministrazioni di adeguare la modulistica, insomma tutti i modelli procedimentali a quelli che sono i parametri dettati dal protocollo di legalità. In secondo luogo abbiamo convenuto che dobbiamo registrare ancora meglio l’efficacia dei controlli sui cantieri privati. Questo è un aspetto di fondamentale importanza ed è presto spiegato il motivo: è ovvio che si prevede una crescita (almeno questo è il mio auspicio ma i segnali sono tutti in questa direzione) significativa dei cantieri privati, dunque l’attenzione alla legalità ed al rispetto del protocollo dovrà essere ancora più massiccia, stringente e costante. D’altronde, gli episodi che si sono verificati e sui quali si è accesa l’attenzione di chi per legge ha la cura dell’attività di prevenzione, ossia il prefetto e il gruppo interforze, beh scaturiscono sempre da segnalazioni precise che sono state fatte all’esito di controlli eseguiti dalla struttura commissariale. Insomma, l’attività sinergica fin qui ha funzionato bene e bisogna continuare a tenere la guardia alta».

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Lei ha esperienza di ricostruzioni post calamità naturali anche in altre zone dello Stivale ed in particolar modo nel centro Italia. Per quello che è il bagaglio di esperienza e conoscenze in sui possesso ritiene che ci sia similitudine con la nostra isola per quanto concerne il quadro operativo e la modalità dei controlli o evidenzia differenze più o meno marcate?

«Guardi, personalmente non mi aggiungerò a coloro che sono inclini a connotare determinati territori per tasso di criminalità. E lo dico ad alta voce perché io sull’isola d’Ischia, e lo sostengo in maniera convinta, registro una certa attenzione sulla necessità di preservare il tessuto sociale, economico e quindi anche quello dei processi di ricostruzione da tentativi di infiltrazione che sono sempre possibili, ma lo sono indifferentemente a Ischia come nel resto del territorio nazionale».

«L’isola d’Ischia dopo le tragedie che ha vissuto negli ultimi anni tra sisma e alluvione, non si può permettere anche l’onta e il discredito di un’attività di inquinamento del territorio e dei cantieri posta in essere da parte di imprese criminali o comunque vicine al malaffare»

Che cosa raccontano i numeri a proposito delle delocalizzazioni e non solo?

«Parliamo di dati in continua evoluzione e questo è davanti agli occhi di tutti. Le domande di delocalizzazione preliminari sono cresciute significativamente negli ultimi due mesi. Dati alla mano sono passate da circa 60 alle attuali 92, di queste 76 sono già state istruite nel senso che si è provveduto a comunicare l’esito ai cittadini per quanto riguarda la quantificazione del contributo. Le altre invece sono recentissime e quindi ancora nella cosiddetta fase istruttoria. Io mi auguro che le domande possano crescere ed anzi approfitto della domanda per ricordare ai cittadini che chi non ce la fa a reperire un immobile sul mercato può chiedere l’assegnazione di un alloggio. Quale alloggio? Di quale superficie? Queste sono domande alle quali oggi risulta difficile rispondere se non conosco il fabbisogno esatto, una volta venuto in possesso di questo dato le cose cambieranno. Ecco perché lo step e la “dead line” del 31 luglio rappresentano un passaggio importante, mi auguro che venga considerato da chi ha la necessità di avere una casa in tempi non lunghissimi ma anzi rapidi».

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