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LE STORIE DI SANDRA Ricordando Renato Gentile

Renato Gentile è stato un mio amico fin da bambini. La mattina a scuola facevamo l’alzabandiera e lui era in una classe maschile, ma ci salutavano con la mano sorridendo. Renato abitava al Porto sopra al Bar Riviera e spesso veniva con alcuni amici sulla nostra spiaggia a giocare. Crescendo con la famiglia si trasferì a San Ciro. Lui era nato a il 20 Giugno del 1952 da Anna Di Costanzo e Beniamino Gentile e dopo la scuola cominciò a fare l’imbianchino. A un certo punto volle partecipare ai corsi per diventare infermiere e nel 1978 fu assunto all’ospedale Rizzoli come infermiere professionale. Lavorava con passione e serietà e si fece conoscere anche per le sue doti umani e quel carattere mite che lo portavano sempre ad essere positivo. Renato era proprio un bel ragazzo prima e un bell’uomo poi, scuro di pelle e di capelli e con un sorriso bellissimo. Aveva un senso protettivo verso che voleva bene e verso tutti. Era il classico buono di cuore e tanto caro e il 1978 fu l’anno della sua vita perché sempre All’Ospedale, conobbe Luisa che faceva l’infermiera e se ne innamorò. Luisa aveva già una bimba Marcella Petrone e tutti e tre insieme, andarono a vivere insieme a Piedimonte dove poi nacquero Maurizio, oggi Ormeggiatore e sposato con tre figli, tra i quali anche Renatino molto sveglio, e Roberto, grande orgoglio di famiglia, perché tanto studioso e laureato in Economia Aziendale con 110/110. Peccato che Renato non potè avere la soddisfazione di vedere Roberto entrare alle Agenzie delle Entrate di Bologna, dove oggi vive con la sua fidanzata. Molti sono gli episodi che dicono di Renato, tra i quali quello di un giorno in cui lui era infermiere capo del Pronto Soccorso e stavano trasportando a Napoli un neonato che rischiava di morire. Lo battezzarono e non si sapeva che nome dargli. Renato subito disse di dargli il suo nome. Quel neonato si salvò ed è stato sempre legatissimo a Renato fino al giorno terribile del 12 Dicembre 2012 in cui Renato morì, e al suo funerale un fiume umano reso tutto ancora più toccante.

Amatissimo in famiglia amava giocare a carte con figli e nipoti ed era tifoso dell’Inter, passione che ha trasmesso a Maurizio e poi a due suoi nipoti. I tre figli di Marcella e i tre figli di Maurizio erano legatissimi a quel nonno che a sua volta li amava tanto. La sua morte causata dal cuore di cui soffriva, lasciò tutta la famiglia in un dolore fortissimo. Renato era veramente una bella persona che si è fatto amare da tutti, che ha lavorato con passione e che ha creato una famiglia forte con tanti valori insieme a quella sua Luisa che io vedevo uguale a lui. Certe volte guardandoli lì prendevo in giro dicendo a Renato: “Ma è tua sorella? Come ti somiglia” e lui sorridendo: “Si è mia sorella come sei mia sorella anche tu che le somigli”e si rideva insieme. So quanto lo hanno pianto oltre ai figli, genero, nuore, nipoti, la famiglia tutta, perché con Renato si diventava amici subito e il tempo passato con lui era sempre tempo buono. La mia alunna Marcella gli ha voluto un bene che ancora oggi la fa piangere parlando di lui. E io mi chiedo quando lo penso e mi capita spesso, perché quando ebbi la gravidanza extra uterina e arrivai grave al Pronto Soccorso il primo che vidi fu lui, che mi accarezzò dicendo di non preoccuparmi e poi venne Luisa e io con dolori atroci pensai che si vederli, mi dava forza. Grazie Renato per quello che sei stato per te stesso, per la tua famiglia e per tutti quelli che ti hanno conosciuto. Ringrazio Marcella Petrone per aver collaborato con me.

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