Questa coppia che ho conosciuto da ragazzina perché i loro figli coetanei con me, mio fratello e una delle mie sorelle, ho voluto ricordarla con tanto affetto. Costanza era figlia del podestà di Serara Fontana Antonio, e nacque il 6 gennaio del 1924, mentre Mario, figlio di Antimo, nacque il 12 luglio del 1912. Due belle persone anche come tratti somatici che sono passati nei loro tre figli Antimo, Anna e Antonio con i quali sono cresciuta in quegli anni indimenticabili della nostra gioventù. Mario e Costanza appena sposati andarono ad abitare a Via Gemito e poi a Villa Puca a Via Alfredo De Luca, e infine via Fasolara Bosco d’Argento dove hanno trascorso sereni gli ultimi anni della loro vita. Mario mori nel 1984 e Costanza nel 2020. Mario Puca era Ufficiale Giudiziario, un lavoro a quell’epoca non semplice, ma lui era uno stakanovista e proprio il lavoro non lo spaventava, anzi lo faceva con scrupolo e attenzione. Tutti conoscevano Mario Puca che si distingueva per quel suo essere riservato sempre, sia nel suo lavoro che come padre di famiglia. Lui e la moglie, hanno cercato di spingere i figli allo studio, ai valori di onestà e del vivere civile e tutti e tre oggi sono stimati professionisti e persone rispettose.
Ricordo che dove abitavano da sempre i Puca ci abitava per un periodo mio zio Umberto con la famiglia e io con mia madre ci andavo spesso. Passando ci fermavano a parlare con la dolce Costanza di cui mi colpivano i capelli ricci e di un colore che andava dal biondo al rossiccio e che lei teneva sempre raccolti. Era il 1960 quando Mario con la sua 600 blu e tante carte, girava per tante case e in ognuna lasciava qualcuna di quelle carte. Con lui spesso ci andava suo figlio Antimo ancora piccolo bambino che si chiedeva spesso cosa facesse il padre con tutte quelle carte e in quelle case dove andava. Antimo porta il nome di suo nonno paterno primo Ufficiale Giudiziario dell’isola e, sembra quasi che questo lavoro debba passare da padre in figlio. Antimo crescendo pensava di fare altro, infatti si laureò in legge e si inserì presso lo studio legale di Mario Tuccillo già allora molto importante. Ma…ecco il destino. Il padre di Antimo gli chiese di partecipare al concorso per Ufficiale Giudiziario. Antimo non ne era entusiasta e poi c’erano tanti partecipanti ma, fresco di studi, riuscì con sorpresa a superare lo scritto e poi l’orale. Ed ecco che dico da Mario a Antimo e prima ancora da Antimo a Mario. Un lavoro per il quale ci vuole tatto e discrezione e Mario Puca lo sapeva bene e suo figlio Antimo che per tutti è stato sempre Antimo ha avuto la stessa discrezione di suo padre. A un certo punto Mario Puca comprò una macchina nuova perché serviva per il suo lavoro fatto di giri vari tra strade diverse alcune vicine e altre lontane.
Era un uomo talmente discreto che non ostentata niente e anche quella sua macchina ci teneva a dire a tutti che gli serviva per il lavoro. Io ricordo bene Mario Puca con il quale mio padre spesso si fermava a parlare per una chiacchierata tra amici e a volte c’ero anche io. Persone come dico sempre, di altri tempi e, allo stesso tempo proiettati nel futuro che volevano migliore e per il quale hanno fatto sacrifici che stranamente sembravano non pesare su di loro. Vi penso in pace e vicini come sempre siete stati vivendo. Ringrazio Antimo, Antonio e Anna Puca per aver collaborato con me