LE STORIE DI SANDRA Ricordando Angela e Raffaele Montuori
A via De Rivaz, la casa dei Montuori era ed è una bella casa e li con sua moglie e I suoi figli il capitano ha vissuto fino a 69 anni. Io spesso andavo a chiamare la mia amica Antonietta, detta Ninetta, la loro unica figlia femmina, arrivata dopo Fortunato e Michele e prima di Giuseppe. Il Capitano Montuori non era di Ischia ma di Piano di Sorrento dove era nato nel Dicembre del 1910. Si diplomò all’ Istituto Nautico e divenne Capitano e Comandante di un magnifico veliero, il Wings, di proprietà del Barone Solvey del Belgio. Veleggiavano tra Costa Azzurra, Genova, Imperia e Costiera Amalfitana sostando in vari porti. Una volta si fermarono anche a Ischia e andarono a mangiare al Ristorante dei Baldino a Via Quercia, oggi Villa Ireos. Lì conobbe Angela una bella ragazza nata e cresciuta a Via Quercia e si innamorò. Si fidanzaronono e, alla fine della seconda guerra mondiale, si sposarono. Il Capitano Montuori lo ricordo bene, un uomo alto, dal fisico equilibrato, dal viso bello, sempre vestito bene quando non era in divisa. Un uomo onesto al punto da far trovare il veliero Wings intatto e tenuto bene al proprietario, che si era assentato a causa della guerra, e questo non è una cosa da poco. Amava vestire in modo sobrio e sportivo.
Era un uomo riservato così come sua moglie, ma anche molto benvoluto e rispettato da tutti, perché era un uomo di valori e tanto educato. Ricordo che qualche volta mio zio Gigino si fermava a parlare incontrandolo lungo la strada. Ninetta faceva parte della comitiva (chiorma) di Patrizia mia sorella, mentre Michele di quella di Massimo. Michele era molto aperto e allegro e anche un bel ragazzo e il Capitano una volta disse a mamma che Michele era nato nel posto giusto, che gli aveva dato la semplicità e la voglia di avere amici. La signora Angela a me piaceva tanto, soprattutto quando usciva per andare dai suoi parenti a Via Quercia. I capelli neri sistemati con onde e fermati sui lati da ferretti, abiti belli di colori tenui bene abbinati. Lei si è sentita spesso un pesce fuor d’acqua soprattutto in estate quando nei nostri vicoli venivano tanti e tanti villeggianti. Ricordo che appena poteva, con I quattro figli andava a Via Quercia per stare più tranquilla. Se devo dire quello che penso, dico che lei era rimasta tanto legata al posto dove era nata e la capisco, e capisco anche la sua scelta di tornare a vivere dove era nata, lasciando la casa di Via De Rivaz dopo la morte di suo marito rimanendo lì fino a quando morì a 95 anni nel 2018. Quando il Capitano era di festa lo vedevo qualche volta sul balconcino. Io passando lo salutavo sempre e lui mi sorrideva alzando la mano. Fortunato, uomo di una bontà fuori dalla norma e che purtroppo non c’è più, era più grande di noi e andando alle superiori fece comitiva con quelli della sua età. Infine Giuseppe, che faceva parte della Comitiva dei più piccoli di noi. Il Capitano Montuori e la moglie sono state brave persone e noi li abbiamo amati, e quando suo nipote Lello Montuori, nel collaborare con me, ha scritto tra le notizie che mi ha dato “Nonno Capitano” come lo chiamava lui, ho avuto conferma che nessuno lo ha mai chiamato Raffaele, o Lello, ma tutti sempre Capitano Montuori. Sono contenta di averli ricordati, hanno fatto parte del mio crescere e diventare donna li in quel villaggio di pescatori da dove il Capitano guardava spesso il mare, quel mare che da sempre aveva amato e che, per uno strano destino, lo aveva portato a Ischia un’isola circondata dal mare, facendogli conoscere la donna che volle al suo fianco scegliendo anche di vivere con lei a Via De Rivaz. Per tanti di noi lui è e rimane il nostro Capitano Montuori, persona di classe e dai modi gentili, che appariva severo ma era un uomo del suo tempo, che credeva nell’esempio prima di tutto per dare ai figli l’educazione e i valori che rendono le persone dignitose e oneste. Ringrazio Lello Montuori per aver collaborato con me e per le belle foto.