Lo ridico e lo ripeto sempre, io e la mia generazione siamo state fortunate ad avere queste donne per mamme e questi uomini per papà. Solo guardare la foto di “Nina e Federico” (come tutti la chiamavano) mi ha fatto fare un pianto di quelli dolci che ti fanno rivedere tutti i momenti vissuti insieme .Caterina De Angelis era una donna bellissima, sorriso luminoso e capelli lunghi neri e abitava nel vicolo dove c’era il ristorante di Carolina, mentre Giovanni Ferrandino dai bei lineamenti di chi nasce vicino al mare abitava a Via Venanzio Marone. Fu facile per loro incontrarsi, innamorarsi e dopo sposarsi. Ebbero 12 figli cresciuti con amore e tutti bravi ragazzi pronti subito a dare una mano ai genitori andando presto a lavorare.
Francesco sposò Raffaella, Federico Nunzia, che morì giovane nel sonno, Antonio e Salvatore sposarono due sorelle Concetta e Antonietta figlie di Mariuccella, Giuseppe si sposò a Milano e Pietro a Ventotene, il nostro amico Cirotto non si sposò. Le bellissime ragazze erano veramente belle belle, di quella bellezza di allora che era vera senza alcun trucco. Rosa e Eugenia si sposarono a Panza, Patrizia si sposò e andò a vivere a Napoli, Teresa in Francia e la piccola di casa, Anna dai capelli lisci come la seta sposò Tonino Saurino. I miei ricordi sono legati a Rusenella un poco più grande di me ma alla quale volevo tanto bene per quel suo sorridere spesso e quel carattere deciso, ma io le mie sorelle e mio fratello abbiamo giocato molto con Cirotto e Patrizia mentre gli altri più grandi, tutti pescatori lavoravano molto e credo abbiano giocato poco. Giovanni il loro papà chiamato “u cuzzcar” vendeva i frutti di mare freschi sia al mercato sia alla spiaggia appena presi. Era un lavoro faticoso ma lui lo faceva volentieri e poi con quei forti figli maschi sempre al suo fianco riusciva a venderne tanti. C’erano posti della nostra spiaggia dove si vedevano tutti loro intenti a mettere a posto strumenti, reti, a preparare cose per l’indomani.
Giovanni aveva anche una bella barca quelle tipiche di allora alla quale aveva dato il nome di San Pietro credo in onore al nostro Santo che tutti amavamo quasi come se fosse un secondo padre che ci proteggeva e guidava. Quando il padre circondato da quei ragazzi belli e dal fisico prestante si muoveva per andare a pescare tutti noi che stavamo giocando ci fermavano di colpo quasi attratti da qualcosa che ci sembrava strana. E loro salutavano le sorelle che giocavano con noi sorridendo e un ricordo è netto nella mia mente. Il dolce Cirotto si alzava di colpo e correva verso di loro quasi come a voler fare qualcosa di utile. E La dolce Nina a casa aiutata dalle ragazze più grandi sistemava tutto. Quelle donne erano state toccate da una fata che aveva passato loro la serenità. Mai un lamento e sempre la speranza nel cuore che domani sarebbe stato migliore. Ringrazio Caterina Ferrandino Minichini per avermi aiutata con foto e notizie.