Le spiagge ischitane resistono alla natura, attesa per il 2019
Le spiagge libere incentivo determinante per il “riavvicinamento” degli ischitani ai bagni di mare ed all’uso della sabbia senza l’obbligo del pagamento di ombrelloni e sedie
La grande mareggiata del febbraio scorso pone come non mai il problema delle spiagge. Se ne parla per il “ritorno” in massa degli ischitani a frequentarle e per gli spazi liberi loro riservasti sempre più insufficienti e non più curati come qualche anno fa. Ma il discorso è più serio di quanto non si creda. Le spiagge dell’isola, se per il passato sono state la nostra grande risorsa che madre natura ci riservava e ci difendeva con le sue bizze meteorologiche a tempo, in uso di tutti i turisti che frequentavano l’isola verde prima dell’avvento delle piscine d’albergo, oggi purtroppo non lo sono più, nel senso che non sono più determinanti per le fortune economiche di chi le gestisce e sfrutta. I titolari degli stabilimenti balneari ne hanno preso atto da tempo, e fanno ciò che possono per raddrizzare la stagione.
I tempi delle vacche grasse sono lontani, e chi negli anni d’oro delle spiagge affollate in tutte le ore del giorno, da mattina presto fino al tardo pomeriggio, riuscì ad arricchirsi, oggi rimpiange quell’aureo periodo. I tempi sono cambiati e con essi sono mutate le persone, le usanze, lo stile di vita, il turismo in generale. Prima si parlava tedesco per strada, sulle stesse spiagge, nelle boutique, nei locali notturni, negli alberghi. Oggi nei medesimi luoghi si parla russo, croato, ucraino. Insomma imperversa la lingua dell’Est di uomini d’affari e di belle bionde al seguito, il loro denaro, il loro modo di far vacanza. Il turismo italiano fa la sua parte alla grande e lascia il segno quando fa ritorno alla sua città di origine per il fine vacanza. Volendo meglio analizzae la situazione, i napoletani nel mesi di punta, si attestano in cima alla lista, nel balzo estivo dell’economia locale, seguono i turisti del Nord Italia e di Roma e dintorni. Andare in spiaggia ad Ischia come a Forio e nelle altre parti dell’isola, era la prima esigenza che sentiva di avere il turista appena sistematosi in albergo o in casa in affitto. Gli stabilimenti balneari ricevevano la clientela con un programma prenotazioni che assicurava l’uso dell’ombrellone e della sedia in prima, seconda e terza fila ed avvolte anche quarta fila a seconda della tariffa che si accettava di pagare per tutta la durata della vacanza. Famiglie intere prenotavano per un intero mese (luglio o agosto) diventando clienti anche del servizio bar di cui ogni “bagno” era munito. Altri tempi, di cui sono rimasti i ricordi e il frutto di quel fortunato lavoro, almeno per quei titolari di stabilimenti balneari più accorti e lungimiranti che investirono i buoni guadagni ricavati nell’acquisto di terreni dove vi hanno costruito più di una casa per sé e per gli eredi. Si lavorava in condizioni molto favorevoli su tratti di spiaggia larghi e notevolmente capienti per multifile di ombrelloni e sedie e spogliatoi annessi.
Le spiagge dell’isola frequentate, da aprile a giugno da turisti stranieri, in maggioranza tedeschi, e nei mesi di luglio e agosto dai vacanzieri italiani, in maggioranza napoletani. A settembre ed ottobre, finchè il bel tempo reggeva, si registrava il ritorno degli stranieri controllati dalle varie agenzie di viaggio che all’epoca operavano ad Ischia. Gli ischitani frequentavano poco le spiagge, e chi lo faceva si mescolava con la clientela straniera o si accontentava andando alla ricerca di qualche tratto di spiaggia libera incontrollato, e per altro, anche trascurato ed avvolte al limite della praticabilità, almeno per l’igiene. La cosa non è durata a lungo. Col passar del tempo e del cambio delle condizioni d’uso delle spiagge isolane, gli ischitani hanno dimostrato di prendervi gusto a frequentare le spiagge, utilizzando naturalmente quelle poche porzioni di spiaggia libera lasciate dai concessionari degli arenili.
Troppo poco per una frequentazione sempre più in crescita che ormai sta coinvolgendo le famiglie nuove ischitane delle ultime due generazioni che amano il mare e la spiaggia più di quanto non abbiano provato in massa i propri padri ed i nonni negli anni ’50, ’60. ’70. Sono i bagnanti ischitani d’ oggi, che attrezzati di tutto punto, assaltano le spiagge libere disponibili in ogni angolo della lunga fascia di arenile lungo l’intera isola, dalla rinata spiaggia di San Pietro fino all’altezza degli alberghi di via Gianturco e gli spazi liberi della Mandra con Punta Molino e la spiaggia del Muro Rotto a Ischia. Il fenomeno di proporzioni sempre più vistose, si estende alle spiagge degli inglesi, del Bagnitiello a della Marina di Casamicciola fino alle spiagge di Lacco Ameno e San Montano. Forio e i Maronti a Barano con i loro tratti di spiaggia più copiosi e lunghi dell’isola, fanno testo a sé. Citara e Cava dell’Isola,al riguardo hanno vinto qualche anno fa una battaglia contro chi voleva, sia pur in parte, privatizzarle, lasciando solo pochi metri per l’uso libero. Quindi c’è sempre più voglia di spiaggia libera, perché ormai, con le abitudini mutate, gli ischitani programmano di recarsi in spiaggia come e quando vogliono senza pagare nulla a chicchesia.
La cosa non fa piacere ai concessionari delle spiagge ad uso privato che gestiscono i loro stabilimenti balneari soggetti per altro a subire il fisco ed altre incombenze di gestione. Intanto rimane in piedi l’eterno problema del tanto invocato ripascimento delle spiagge che a causa della erosione delle mareggiate invernali, riducono gli arenili ai limiti della praticabilità. Per fortuna quest’anno le cose sono andate meglio degli anni passati. Potranno andare ancora meglio perché se le attese “scossure” dei prossimi mesi di aprile e maggio rimetteranno le cose a posto. Le aree interessate rimangono: il lido di Ischia, da San Pietro alla Mandra fino a Cartaromana ed alla Spiaggia degli inglesi; Casamicciola con le spiagge della Marina, Suor Angela, Bagnitielli e Castiglione; Lacco Ameno dal Capitello fino alla spiaggia del Regina Isabella; Forio da Citara alle Pietre Rosse a San Francesco fino a Punta Caruso. L’isola vanta un notevole numero di spiagge da far invidia alla più agguerrita concorrenza.
Foto di Giovan Giuseppe Lubrano antoniolubrano1941@gmail.com