Le rivelazioni notturne di Florian Castiglione
Di Isabella Puca|
Ischia – É un castello inedito quello mostrato dalle foto dell’architetto Florian Castiglione nella sua mostra, dal titolo “Rivelazioni Notturne” che, presentata lo scorso 5 settembre, continuerà a essere visibile fino al 5 ottobre nel carcere borbonico del Castello Aragonese. É il buio caraveggesco a ricreare suggestioni tutte nuove sottolineando il legame tra arte e architettura e ancor di più tra il mestiere di fotografo e quello dell’architetto. Le stampe in carta cotone, disposte in maniera ordinata lungo le pareti del carcere borbonico, riportano il visitatore in una dimensione onirica facendogli scoprire il lato notturno del castello, ai più, sconosciuto. «É iniziato tutto nel 2012, – ci racconta Florian – feci una foto in cattedrale, di notte. Ero a un evento su al Castello e mi sono addentrato in una zona più buia dove iniziai a scattare delle foto. Le mostrai ed ebbe successo tra fotografi e amici». Fu dopo un anno da quella foto che Florian, ebbe l’idea di realizzare un progetto fotografico che si legasse a quel tema facendo vedere le architetture del castello sotto un’atmosfera particolare, quella notturna quando a illuminare le viottole del castello sono solo la luna e le stelle. «Coinvolsi Nicola Mattera – ci racconta ancora Florian – che, vedendo la foto, ha voluto darmi le chiavi del cancello dandomi la possibilità di salire quando volevo. Tutto il percorso è durato 2 anni. In tutto sono salito una ventina di volte, d’estate soprattutto ma anche d’inverno». É la curatrice, la giornalista Loredana Pace, a spiegare il forte rapporto, che risiede nella mostra, l’equilibrio stabile tra l’architettura e il cielo che restituiscono una sensazione di immobilità e silenzio. «Con queste foto, ho voluto restituire il tempo che si è fermato una volta chiuso il cancello che dà l’accesso al Castello. I ruderi restano immobilizzati nel tempo così come anche le stelle». É soprattutto il nero ad avere la meglio con tutte le sue gradazioni arrivate dalla luce naturale della luna e da quella artificiale di un’illuminazione che arriva però da Ischia Ponte o da Cartaromana. «Ho iniziato a fotografare durante gli studi. Prima del secondo anno d’università, – ci dice ancora – non avevo mai preso la macchina fotografica tra le mani ma poi, mi sono appassionato. Di seguito sono iniziati ad arrivare apprezzamenti da parte di colleghi, professori e ho iniziato ad avere riscontri nei concorsi dove ho conosciuto altri fotografi. É lì che ho iniziato a capire che avevo un minimo di talento». La fotografia di Florian, è nata dunque come oggetto di studio e alcuni suoi lavori sono stati pubblicati su libri d’architettura. «Sognavo da sempre di fare una mia personale. Ho scelto il Castello perché mi ha affascinato quest’ atmosfera e poi perché mi rendevo conto che, pur essendo un soggetto iper fotografato, da cartolina, la sua anima notturna era del tutto nuova. Persino Nicola Mattera, dopo averle viste, mi ha detto di aver visto, in quelle foto, un castello da lui mai visto. Non ho voluto rappresentare l’architettura ma l’atmosfera, ed è stato il mio background che mi ha spinto al dialogo tra architettura e atmosfera». La mostra dopo il cinque di ottobre partirà per Napoli dove verrà esposta in una galleria di Corso Vittorio Emanuele, la “Voyage Pittoresque” . «Per il futuro, – conclude l’architetto – ho qualcosa in mente ma è tutto da vedere. Sono molto riflessivo e questo modo di agire mi avvicina all’analogico piuttosto che al digitale. Oggi si fanno 100 foto e poi si selezionano un paio di scatti al computer, io invece la selezione la faccio già prima, oggi è facile fare tanti scatti perché non costa nulla, prima invece si ragionava di più. Trasformare in immagine ciò che si ha in mente alle volte è più difficile di quanto si creda».