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Le mille incognite della stagione turistica, parla Mario Leonessa

L’imprenditore alberghiero commenta la difficile ripresa del settore: le misure prese dal Governo e dagli enti locali, la mancata destagionalizzazione e le prospettive a medio termine

Signor Leonessa, con la “riapertura delle frontiere”, su quale clientela turistica crede che l’isola punterà?

«Quest’anno credo che a Ischia la clientela prevalente sarà quella italiana, visto il contesto internazionale, anche se il bonus-vacanze secondo me è del tutto inutile»

«Guardi, al momento credo che verosimilmente converrà punterà principalmente alla clientela italiana. Forse, a settembre potrebbe arrivare una certa quantità di turisti dall’estero, ma non credo che ci saranno numeri molto elevati per quest’anno. Ovviamente spero di sbagliarmi, ma il contesto attuale mi induce a pensare che questa sarà la tendenza, almeno per il 2020, viste le raccomandazioni dei vari Governi. Inoltre, la situazione creatasi ha provocato anche una contrazione di tipo economico tra le cui conseguenze può essere annoverata anche una minore disponibilità di risorse da destinare alle vacanze e al turismo. Anzi, secondo me è stata una misura completamente sbagliata quella del Governo con il cosiddetto “bonus-vacanze”: per chi guadagna tra i venti e i trentamila euro all’anno è quasi impossibile andare in vacanza. Resta l’auspicio che la pandemia possa essere definitivamente debellata e che dall’anno prossimo si possa ritornare a una pur impegnativa normalità».

Ha già bocciato il bonus-vacanze. In che cosa, secondo Lei, il Governo ha fatto bene e in cosa ha sbagliato durante la gestione della pandemia?

«Credo che il Governo avrebbe dovuto stabilire misure come quelle che sono state varate in Germania, dove l’Iva è stata ridotta di vari punti percentuali, e dove sono stati erogati contributi sostanziali alle aziende, che sono l’architrave del sistema. È vero che bisogna aiutare chi ha bisogno, tuttavia non ci si può limitare a tali misure assistenziali ai singoli cittadini, ma vanno anche agevolate quelle imprese che decidono di tener duro, rimanendo aperte. Ecco, bastava guardare a tali esempi. Tra le cose positive, credo che il Governo abbia agito sufficientemente bene per cercare di arginare e limitare l’estensione del contagio, così come credo che abbia agito piuttosto positivamente anche il presidente della nostra regione, per evitare la diffusione del virus: ritengo che sia legittimo pretendere un controllo da chi arriva dalle zone maggiormente colpite dal covid-19».

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«Il Governo ha agito bene per evitare l’estensione del contagio, ma ha sbagliato a non adottare misure di sostegno alle imprese che cercano di rimanere sul mercato, come quelle adottate ad esempio in Germania»

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Perché il Distretto turistico finora è stato piuttosto snobbato? Non crede che possa costituire uno strumento in grado di risolvere molto problemi?

«Guardi, noi isolani siamo bravissimi a creare associazioni, e a parlare tanto: riunioni, parole, parole… Ma quando si crea un’associazione e si elegge un presidente, poi ci vogliono le persone per realizzare gli obiettivi. Finché non verranno stanziate adeguate risorse per ingaggiare determinate persone che perseguano gli obiettivi, non riusciremo mai a realizzarli. Purtroppo anche a livello associativo tra imprenditori diventa difficile persino pretendere il versamento delle quote annuali. Sull’isola siamo troppo individualisti, e così non si riesce mai ad agire unitariamente. Ciascuno si muove autonomamente pensando ai propri immediati interessi, senza guardare al domani, quando invece bisognerebbe parlare con un’unica voce: solo così si può far valere la forza dell’intera categoria. Purtroppo è questa la realtà locale. Penso ad esempio all’utilizzo dei proventi della tassa di soggiorno, oppure alla tassa sui rifiuti, il cui importo è ingiustificatamente esorbitante per gli albergatori rispetto alle abitazioni private».

Molti alberghi stanno già riaprendo, mentre altri hanno scelto di rinviare la riapertura a fine luglio, puntando dunque sui mesi di agosto-settembre. Non le sembra che questi ultimi vogliano “giocare facile”, evitando le incognite dell’attuale fase di inizio estate?

«I contributi assistenziali ai cittadini sono positivi ma non sono assolutamente sufficienti»

«Da poco si sono riaperte le frontiere tra le regioni, a cui segue la riapertura di quelle dell’Unione Europea, dopo la pletora di prescrizioni e norme che Governo e Regioni hanno emanato. Ebbene, nel nostro settore un minimo di programmazione ci deve essere, altrimenti non si riesce ad allestire una sufficiente pianificazione delle varie fasi, dalla manutenzione alle prenotazioni. Io auguro tutto il bene a chi ha deciso già di riaprire, ma ho il timore che possano verificarsi dei flop di dimensioni pesanti. Fra l’altro, chi riaprirà a luglio, si augura di coprire almeno i costi di gestione. Per quanto ci riguarda, come azienda, il Continental terme è chiuso, mentre gli altri riapriranno. Speriamo di coprire, come detto, i costi. Tuttavia, alla luce dei vari elementi a cui ho accennato, bisognerà innanzitutto vedere se ad agosto ci sarà un flusso turistico sufficiente: personalmente credo, e spero, che sull’isola sbarcheranno diversi turisti partenopei, anche se tra l’altro molti di essi pare che stiano prendendo in locazione appartamenti privati, per timore del covid-19. In ogni caso, il personale alberghiero non può essere licenziato, fermo restando che nessuno ci ha spiegato esattamente cosa succederà se arriva un turista e si scopre la sua positività al covid-19. Per fortuna sembra che la responsabilità penale sia stata eliminata, altrimenti sarebbe stato davvero eccessivo».

«Distretto turistico? Sull’isola noi albergatori siamo bravi a riunirci, a creare organismi e associazioni, ma poi non riusciamo di fatto a essere uniti e parlare con un’unica voce. Per questo non riusciamo a raggiungere obiettivi per il bene comune»

Cosa pensa dell’iniziativa del sindaco di Ischia Enzo Ferrandino di erogare 500 euro per ogni dipendente assunto almeno per quattro mesi?

«Come dicevo prima, sono iniziative che da un lato vanno valutate positivamente, ma che dall’altro appaiono insufficienti. Più che alle “mance”, io penserei a misure più strutturali nell’interesse della comunità».

anche perché, nel caso della sua azienda, tale iniziativa non sembra stia stato ritenuto un valido incentivo..

«Beh, noi apriremo il Moresco e il Continental mare. Apriremo a fine luglio, ma comunque apriremo. Non è così che va impostato il discorso. Il Continental terme invece ha dimensioni del tutto diverse, con oltre duecento camere, e di conseguenza con costi enormi. Mi creda, sono davvero dispiaciuto per questa decisione: c’è gente che lavora da sempre nel nostro albergo, ed è realmente doloroso dover comunicare loro che per quest’anno rimarranno a casa. Si è instaurato con loro un rapporto davvero familiare, e questo aumenta il dolore».

Forse per la prima volta, con l’emergenza covid-19, l’isola d’Ischia rischia di pagare davvero la mancata destagionalizzazione dei flussi turistici, con la quale si sarebbe potuto almeno contenere la crisi.

«Noi apriremo a fine luglio con alcuni alberghi e proveremo a pareggiare almeno i costi di gestione. Il Continental Terme? Struttura troppo ampia, mi addolora dover saltare questa stagione, ma i costi sarebbero stati improponibili»

«Lei ha ragione, però c’è da dire una cosa: quando si poteva, per certi aspetti, cercare di realizzare una destagionalizzazione, nessuno era davvero interessato. Parlo dei dipendenti: se ad essi veniva chiesto di rimanere un giorno in più in albergo rispetto agli abituali sei mesi, rifiutavano perché era prassi andare a lavorare nell’edilizia, siamo sinceri. Certo, anche oggi si potrebbe teoricamente pensare a un allungamento della stagione, ma, in concreto, cosa troverebbe un turista nel periodo autunnale-invernale a Ischia? Ben poco. Non esistono molte attrattive, e parlo anche per gli stessi residenti, che al restare in casa hanno come unica concreta alternativa quella di andare a mangiare fuori. Quindi, una vera destagionalizzazione andrebbe pensata anche a favore degli stessi residenti isolani. Anche per quanto riguarda il turismo termale, bisognerebbe ripensare le strutture e il marketing per renderlo fruibile da ampie fasce di ospiti, e non solo da pochi intimi, affinché i turisti siano realmente contenti di venire a Ischia anche d’inverno. Forse un’inversione di tendenza verso la destagionalizzazione potrebbe iniziare dalle piccole strutture, quelle a conduzione prevalentemente familiare, quindi con costi di gestione relativamente minori».

L’ingegner Carriero, patron dell’hotel Regina Isabella, ha delineato la possibilità di puntare, oltre che sul turismo termale, soprattutto su quello cosiddetto “congressuale” per incentivare la destagionalizzazione, anche se sono poche le strutture pronte, in tal senso.

«Col covid-19 paghiamo la mancata destagionalizzazione, ma siamo sinceri: in autunno e inverno sono quasi nulle le attrattive sull’isola, e il turismo congressuale non è ancora un’alternativa sufficiente»

«Guardi, noi siamo forse gli unici a organizzare molto spesso congressi e conferenze. Anche il Regina Isabella lo fa, ma meno. Tuttavia, fare turismo congressuale nel periodo invernale è difficilissimo. Noi riuscimmo a organizzarne uno solo, a dicembre. La paura principale di coloro che organizzano i congressi, è data dalle condizioni meteomarine. Ma noi dovremmo essere più furbi, e convincere gli organizzatori che, grazie alla navigazione sottocosta, raggiungere Ischia è relativamente agevole anche d’inverno, a differenza di Capri. Abbiamo anche tentato tale opera di convincimento, ma non è facile far cambiare idea agli organizzatori».

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