DI Isabella Puca
Foto Giovangiuseppe Lubrano
Lacco Ameno – “La donna nella costituzione della democrazia italiana” è stato questo il titolo dell’incontro avvenuto sabato scorso a Villa Arbusto; a promuoverlo la Fidapa sez. isola d’Ischia presieduta dalla professoressa Tuta Irace. L’evento ha visto al centro un vero e proprio excursus di quelle figure femminili che hanno contribuito alla nascita, 70 anni fa, della Repubblica Italiana. È stata proprio la professoressa Irace a dare il via alla tavola rotonda salutando tutti gli intervenuti: il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale, il senatore De Siano, l’assessore alla cultura Cecilia Prota e l’onorevole Mariagrazia Di Scala. «Simili iniziative – ha detto il sindaco Pascale – troveranno sempre il patrocinio del comune di Lacco Ameno. Non è bastato l’articolo 51, le donne hanno sempre lottato e continuano a farlo per vedersi riconoscere quello che era solo un’indicazione sulla carta costituzionale. Sono stato fortunato – ha detto poi riferendosi a Tuta Irace – nel mio essere assessore dell’unico sindaco donna che abbiamo avuto qui a Ischia». Accorato l’intervento del senatore Domenico De Siano che, nel suo discorso, ha voluto partire dalla contemporaneità, «Villa arbusto è per me un posto molto caro e lo è anche il tema che trattiamo oggi. Non è un caso che per le ultime elezioni abbiamo ben tre donne al ballottaggio; il ruolo delle donne è ormai fondamentale in politica. 70 anni fa la società italiana era diversa rispetto a oggi. Ricordo che una volta ero in pellegrinaggio con una zia a Parigi e rimasi sorpreso di trovare una taxista e una benzinaia donna. Sulla nostra isola mai avevo visto una donna impegnata in uno di questi due lavori. Sulla nostra isola sembra che nessuna associazione s’ impegni a cambiare le cose e credo fermamente che le donne abbiano questa facoltà». Anche da parte di Tuta Irace è stata espressa la convinzione che le donne possono davvero cambiare la nostra isola soprattutto con il coinvolgimento delle nuove generazioni. «Incontri come questi – ha sottolineato l’assessora alla cultura Cecilia Prota – sono fondamentali per la memoria. Spesso, si dimentica quanto ottenuto questa del voto è stata una grande conquista e oggi ricordare è fondamentale per guardare al futuro. Furono 21 le parlamentari donna che parteciparono alla stesura della costituzione. L’ingresso della donna nella politica ha costituito un forte cambiamento, gli uomini erano portatori di interessi dei partiti con le donne, invece, furono riconosciuti importanti articoli come l’art. 3 che vede l’uguaglianza tra i sessi. Da quel momento cambia lo scenario, è un importante punto di partenza per tutto il sistema normativo. Ancora oggi, dalla partecipazione attiva della dona in politica, si capisce la cultura di un paese». Un vero e proprio excursus su alcune figure femminili che hanno contribuito al cambiamento è stato affidato all’avvocato Lello Montuori e all’onorevole Mariagrazia Di Scala. Teresa Mattei, la più giovane donna della Costituente, Nilde Iotti, Teresa Noce e Angelina Merlin sono state queste le figure delineate dai due avvocati che hanno più volte sottolineato l’importanza del loro contributo. «Più che pensare di modificarla, – ha dichiarato l’avv. Montuori – la carta costituzionale andrebbe applicata. Teresa Mattei è stata una donna autentica, una figura di donna che può dire ancora molto alle nuove generazioni». L’Onorevole Di Scala ha invece iniziato il suo intervento leggendo alcune dichiarazioni di donne per la prima volta al voto; «ho avuto la pelle d’oca nel leggere alcune di queste testimonianze come quella di Anna Garofalo, una giornalista, che scrisse che le schede elettorali erano più preziose delle tessere per il pane. Si andava a votare con il vestito della domenica, con lo sgabello per reggere la fila di ore. Fanno tenerezza queste considerazioni guardando all’astensionismo odierno, quella costituzione non sarebbe la stessa se non avessero partecipato quelle 21 donne». Le figure delineate dalla Di Scala sono state quella di Nilde Iotti e di Angela Merlin, ma non ha mancato una donna della sua famiglia cha ha saputo distinguersi in tempi difficili per l’isola, «sono nipote di Anna Baldino, la prima donna laureata dell’isola d’Ischia, la prima a credere nella cultura, nell’istruzione è stata un’antesignana. Cercherò d’impegnarmi molto in Regione a prescindere dall’appartenenza politica. Non è facile per una donna; non è stato facile essere candidata a Barano dove la donna viene vista come colei che ha una marcia in meno e chi s’impegna a cambiare le cose viene vista come una pecora nera». A chiudere l’incontro la vice presidente nazionale della Fidapa, «la Baldino fu un grande esempio, il ruolo della cultura è fondamentale, ogni cambiamento sociale passa per un cambiamento di cultura».