C’è un altro “step” nella vicenda Pio Monte. Se un ente si dice d’accordo a pagare una somma vicina ai 4 milioni di euro è perché evidentemente è convinta di poter ampiamente rientrare nell’investimento in tempi ragionevoli. Dunque che la trattativa sia a uno stato avanzato è ben più di una semplice ipotesi.
«Sicuramente abbiamo lavorato in questi mesi con questo obiettivo, non certo per scherzare. Anzi, siamo giunti a una fase molto positiva: adesso bisogna assolutamente concretizzare la cosa, a partire dai passaggi in Consiglio comunale perché dobbiamo necessariamente ovviare alla problematica relativa al cambio di destinazione d’uso. Lo stesso Pio Monte credo che abbia già pronta la relativa progettazione per il ripristino del sito. Il progetto è complesso, corposo, dettagliato: voglio dire che non si tratta di un’idea di massima, ma c’è già un piano particolareggiato, il progetto è esecutivo a tutti gli effetti. Ciò ci fa ben sperare. Spesso per scaramanzia non mi sbilancio, tuttavia credo proprio che siamo sulla strada giusta, anzi direi quasi in dirittura d’arrivo».
«Non amo sbilanciarmi, ma credo che per la positiva risoluzione della questione Pio Monte siamo ormai in dirittura d’arrivo»
Ztl sì, ztl no, ztl forse. Partendo dal fatto che l’isolano per vocazione è refrattario alle novità, emerge tuttavia in questa vicenda il sospetto che forse sarebbe stato il momento in cui, pur rischiando di scontentare qualcuno, l’amministrazione avrebbe dovuto prendere una strada precisa.
«Bisognava ovviare a un problema ormai davvero annoso, dalla transenna puntualmente spostata alla necessità di dover piazzare due vigili in quel punto. Per quanto possa essere positivo dislocare vigili in vari punti del territorio, ciò aveva comunque un costo non trascurabile, soprattutto riguardo la questione relativa al tenere in maniera fissa tali agenti in quel punto. Quindi, è evidente che l’esigenza era avvertita da tutti, ma c’è stata la sfortunata contingenza della coincidenza con la pandemia da Covid-19 e coi disagi conseguenti, cosa che ha fatto sì che gli stessi cittadini che per anni avevano sostenuto la necessità della tecnologia di controllo della zona a traffico limitato, negli ultimi mesi hanno giudicato negativamente l’applicazione concreta della stessa. C’è stata anche una certa disinformazione, giravano voci infondate sui costi, sugli orari, che hanno acuito i disagi evidenziati dalla pandemia. Dal primo luglio avremo la possibilità di capire in concreto se il Corso Luigi Manzi, con l’ausilio della tecnologia, potrà essere validamente regolato. Già nelle ultime serate ho visto molto movimento sul corso».
«La ztl non ha goduto di una congiuntura favorevole, soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria, ma a luglio vedremo in concreto i risultati. Intanto già si è notato un ampio movimento sul corso nelle ultime serate»
Dovrebbero arrivare anche le telecamere, perché l’abbandono indiscriminato dei rifiuti è un problema serio.
«Sì, lo abbiamo già annunciato. Abbiamo acquistato le telecamere, e sono già state ovviate le operazioni per sistemarle sul territorio, nei luoghi più indicati, da valutare in base a diversi elementi. Certo, non è bello dover ricorrere alle telecamere per regolare e disciplinare ciò che doveva essere una cosa spontanea, però magari questi accorgimenti aiuteranno a debellare il fenomeno. Colgo l’occasione per avvertire coloro che contravverranno al divieto di abbandono dei rifiuti senza rispettare orari e luoghi che non ci sarà nessuna tolleranza. Anzi, con le telecamere l’amministrazione potrà rendere pubblica l’identità di chi verrà “beccato” a infrangere il regolamento. Se questa minoranza con tale comportamento scorretto finora ha fatto soffrire la comunità, è giusto che d’ora in poi debba subirne le conseguenze. Si tratta di comportamenti che nel 2021 sono del tutto inaccettabili».
«Le telecamere contro il “sacchetto selvaggio” consentiranno di aiutare a debellare il fenomeno. Non ci sarà tolleranza: l’amministrazione potrà rendere pubbliche le immagini di chi ancora infrange il regolamento deturpando le strade»
Guardiamo un po’ anche al di fuori dei confini casamicciolesi. La recente vicenda Cisi dimostra anche una certa dinamica geopolitica: Forio e Lacco Ameno da una parte, Ischia e Barano dall’altra, con Casamicciola che in qualche modo “vigila”, non considerando per il momento Serrara, dove il Comune è commissariato. L’impressione è quella di un’isola, almeno per quanto riguarda i vertici amministrativi, spaccata a metà.
«Diciamo che sotto certi punti di vista la situazione è questa. Naturalmente non manca il reciproco rispetto tra le amministrazioni, anche perché non si tratta certo di forti contrapposizioni. Potremmo dire che ci sono aspettative e valutazioni diverse. È stata presa questa decisione per il Cisi: di certo il dottor Ghirelli è una persona stimata, e questo avvicendamento non è stato mica il frutto di una valutazione negativa del suo operato. Piuttosto è stata una scelta legata anche alla nota revoca dello stato di liquidazione; dunque si tratta di valutazioni che vanno al di là di quella relativa al concreto operato del dottor Ghirelli, al quale va il nostro ringraziamento per l’ottimo lavoro svolto».
«L’avvicendamento al Cisi non c’entra col positivo lavoro svolto dal dottor Ghirelli. In effetti sull’isola, pur nel costante rispetto reciproco, ci sono amministrazioni con aspettative e valutazioni diverse, anche se non si tratta di contrapposizioni forti»
Sindaco, Lei è quasi alla metà del suo secondo mandato. Dopo sette anni, qual è il risultato di cui va maggiormente orgoglioso, e quale il cruccio, cioè cosa avrebbe voluto portare a compimento e non ci è ancora riuscito?
«Sono partito da una situazione catastrofica a livello economico-finanziario, anche questo aspetto è spesso finito in secondo piano. Abbiamo combattuto duramente per mantenere in sesto Marina di Casamicciola, l’Amca, e lo stesso Comune. Battaglie e risultati che sono stati messi in ombra dal dramma del terremoto e poi dalla pandemia, oltre da tutti gli altri problemi venuti fuori. Purtroppo il sisma ha evidenziato situazioni molto gravi, problemi che si trascinavano da svariati decenni. Ciò di cui vado orgoglioso è di non aver abbandonato la nave quando altri lo avrebbero magari fatto, perché mi sentivo e mi sento responsabile di quello che il paese ha bisogno. Allo stesso modo tutte le persone che compongono la mia amministrazione hanno senza dubbio compreso che bisognava lavorare sempre duro per superare il momento difficile. Di cose ne abbiamo fatte, e anche tante, ad esempio la procedura per il rilascio dei titoli in sanatoria, poi la positiva risoluzione della questione-Osservatorio, e la già citata vicenda del Pio Monte».
«Il sisma ha fatto passare in secondo piano il durissimo lavoro per mantenere in vita Marina di Casamicciola, l’Amca, ma anche per rimettere in sesto le casse comunali. Abbiamo avuto momenti durissimi, ma sono orgoglioso di non aver mai pensato di abbandonare la nave, forte di un’amministrazione composta da persone che lavorano senza sosta»
Casamicciola vive una sorta di paradosso rispetto a ciò che accade negli altri enti locali: ha oltre cento milioni di finanziamenti per opere pubbliche, ma tecnicamente non ha la possibilità di metterle in moto. Non le sembra il colmo?
«No, perché la bravura è stata quella di poter accedere a questi finanziamenti, molti dei quali anche in relazione al terremoto. Il problema è che sono arrivati tutti quanti insieme: c’è dunque da pensare ai vari progetti, dalle scuole alle chiese, dal Capricho al Napoleon, quasi in contemporanea, e tutto parallelamente all’edilizia privata. Si tratta ovviamente di una situazione che richiede tanta attenzione e tempo: sappiamo benissimo qual è il cammino per poter avviare una gara d’appalto, soprattutto quando le cifre superano certi limiti. Parlo di attenzione perché è inutile fare tutto di fretta per poi magari fermarsi a metà dell’opera e rischiare di creare altre cattedrali nel deserto».
«Abbiamo ottenuto molti finanziamenti per diverse opere, l’unica controindicazione è che sono arrivati quasi contemporaneamente: dobbiamo lavorare su più fronti, ma senza farci prendere dalla fretta, spesso dannosa»
È chiaro che quando un’amministrazione arriva a metà mandato si comincia anche a pensare al “dopo”, come nel calcio-mercato. Di certo c’è che il prossimo candidato sindaco in questa coalizione non sarà Giovan Battista Castagna, di conseguenza molti si interrogano su quali potranno essere gli scenari futuri. È ancora presto per parlarne?
«Sì, credo sia ancora presto per questi discorsi, siamo ancora lontani dalla scadenza, tanto ancora dobbiamo fare. Io ho sempre detto ai miei che il popolo dà il proprio consenso quando vede che l’amministrazione risolve i problemi e vede che essa è attiva sul territorio, dedita in modo costante alle problematiche. Anche quando poi non riesci a risolvere tutto, e devi prenderti le critiche, l’importante è stare vicino alla gente. Sono convinto che di base la cittadinanza voterà sempre chi si è comunque impegnato per il paese. Noi abbiamo raccolto questa responsabilità e la portiamo avanti. Sicuramente nella mia amministrazione ci sono diverse figure, tutte di primo piano, partendo dal vicesindacoSilvitelli che sicuramente è una figura di spicco, è stato sempre il candidato più votato del paese: ricordiamo che nell’ultima elezione ha ottenuto oltre settecento voti, ma anche tutti gli altro godono di largo consenso. Diciamo che è una squadra già vincente in partenza, tenendo presto ciò che stanno facendo per il paese» .
«Adesso è presto per pensare alle elezioni. Comunque la nostra compagine è composta da tutte persone di alto profilo, a partire dal vicesindaco Silvitelli, che godono di un ampio consenso tra i cittadini, i quali sanno premiare chi lavora e cerca di risolvere i problemi del paese»