L’arte della coltivazione delle olive a Ischia
Abbiamo chiesto a Filippo Florio, uno dei massimi esperti in materia, come avviene questa usanza antichissima che però sembra non conosciuta a tanti nostri concittadini
DI EMANUELE DI MAIO
“Sono diversi anni, abbiamo iniziato dalla considerazione che l’isola d’Ischia è piena di ulivi, c’è una cultura profonda nella storia ischitana che parla di olio, di olive e di frantoi. Pochi sanno che ci sono decine di frantoi sparsi per l’isola, a testimonianza di quanto abbiamo appena detto”. Così Filippo Florio racconta a Il Golfo come si esplica una usanza antichissima che però sembra non essere nota a tanti nostri concittadini. Poi aggiunge: “La coltura e la cultura dell’Ulivo ci è stata portata dai Greci, poi è ovvio che la pianta si adatta nel tempo al territorio, questo per rispondere all’ovvia domanda che ne consegue sull’origine del prodotto. Ogni punto dell’isola riesce, grazie alla particolare natura e conformazione specifica, a restituire olive differenti che ovviamente sono olii differenti, con sapori differenti. L’altro giorno abbiamo raccolto le olive vicino la costa, la salsedine ed il vento hanno reso superfluo l’utilizzo di prodotti chimici come insetticidi o altro, a tutti gli effetti possiamo dire che quando le piante riescono a trovare queste condizioni climatiche possiamo parlare di coltivazione autenticamente biologica; il sale non solo protegge il frutto ma allontana gli insetti, per cui da quelle piante il risultato ricavato è qualitativamente superiore. Ci tengo a precisare che sembrerà assurdo ma il sapore dell’olio deriva anche da cosa è piantato nelle prossimità dell’albero da cui le olive sono colte. La vicinanza al mare è garanzia della qualità del prodotto, anche se per raccogliere le olive in questi luoghi ci sono da superare le difficoltà della sientieristica: questo rende il prodotto ancora più prezioso. Non deve spaventare questo, perché la nostra tradizione parla anche di difficoltà, di persone che in spalla portavano i frutti del raccolto. Credetemi se vi dico che quando qualche volta porto qualche amico rimane affascinato dalla bellezza che trova, siamo troppo abituati ad avere tutto e subito”.
Ci sono anche una serie di altre considerazioni che vengono fatte dall’esperto e che andrebbero tenute in debita considerazione: “ Il valore del vento è fondamentale, quelle piante sono cresciute con le raffiche che solo la costa conosce, per cui sono alberi in grado di poter sopravvivere anche 400-500 anni.
Prima parlavamo delle difficoltà di raccolta, queste non sono affatto un dettaglio, tenendo presente che per la certificazione di olio EVO (extra-vergine d’oliva) il tempo dalla raccolta alla premitura deve essere inferiore alle 24 ore. Purtroppo a Ischia non abbiamo frantoi disponibili per la molitura a terzi, i frantoi che ci sono possono macinare solo il proprio raccolto, per cui siamo costretti a portare il raccolto immediatamente a Benevento dove abbiamo un frantoio di riferimento, con tutta la difficoltà del caso. In effetti possiamo dire che è una corsa contro il tempo, ma nella maggior parte dei casi riusciamo a realizzare un olio EVO con una distanza tra raccolto e molitura che è sotto le 12 ore. Ti renderai conto che una cosa del genere è molto complessa, ma come hai potuto assaggiare la differenza con l’olio commerciale è palese ed evidente. Non sia mai che un traghetto fa ritardo o subiamo un infortunio per strada, tutto il lavoro potrebbe andare perso, perché oltre le 24 ore l’olio può essere registrato esclusivamente come olio d’oliva. L’Olio non è un condimento, l’olio prodotto in questo modo è a tutti gli effetti un ingrediente”.