«Vogliamo essere curati in modo dignitoso e decoroso. Basta con questo scempio nella sanità isolana». È un coro di protesta unanime quello che si solleva lungo la statale che unisce Casamicciola a Lacco Ameno dove in tanti si sono radunati per far sentire la propria voce a chi di competenza. «Senza personale non c’è ospedale» si legge a caratteri cubitali su uno dei tanti striscioni che fa capolino tra la folla di persone, mentre un altro con la scritta «Ischia in rivolta per un’emergenza irrisolta», viene fatto sventolare da un gruppo di studenti.
Sono scesi nuovamente in piazza, ieri mattina, a due anni di distanza dall’ultima pubblica protesta, i cittadini isolani per manifestare contro i continui disservizi del comparto sanitario di Ischia. Cudas, associazioni di categoria, personale ospedaliero, scolaresche ed operatori del settore sanitario si sono mobilitati ancora una volta per rivendicare il diritto della comunità isolana a servizi sanitari adeguati ed efficienti. Un diritto che purtroppo continua ad essere calpestato. Nonostante le promesse da parte delle autorità regionali e non competenti in materia, oggi, infatti, la sanità di Ischia è ridotta al lumicino: nessuna Sir per i pazienti psichiatrici è stata riattivata, nessuno riconoscimento per Ischia ad isola disagiata si è avuto, nonostante la petizione di oltre 4000 firme; nessuna implementazione dei vari reparti ospedalieri si è registrata ma anzi, mentre alcuni di essi rischiano di vivere enormi disagi a causa del pochissimo personale disponibile, altri ancora, come il punto nascita del Rizzoli, potrebbero essere chiusi nei prossimi mesi. Ed è proprio per tutti questi motivi che, nelle scorse ore, la comunità isolana ha voluto manifestare nuovamente tutto il proprio malcontento con un mobilitazione di massa che ha visto, questa volta, la presenza, non solo del Vescovo di Ischia Pietro Lagnese, ma anche dei sei sindaci dell’isola,insieme a quello di Procida, scesi in prima linea per rivendicare il diritto alla salute.
LA LUNGA MARCIA DA PIAZZA MARINA
I manifestanti si sono dati appuntamento di buon mattino in piazza Marina a Casamicciola e, muniti di megafono e striscioni, hanno marciato in direzione di Lacco Ameno, per protestare proprio fuori dalle mura del nosocomio isolano dove ogni giorno medici ed infermieri assistono i pazienti, con enorme dedizione, tra molteplici difficoltà. Tutti i reparti, infatti, sono da mesi ridotti al minimo storico, con pochissimi operatori in servizio, costretti a carichi di turni massacranti. Una situazione questa che, con l’arrivo dell’estate, con ogni probabilità è destinata a peggiore inesorabilmente.«Dal primo Giugno – ha infatti protestato a gran voce un medico del Rizzoli – saremo soltanto in tre a lavorare nel reparto di cardiologia. È stato bandito, nei mesi scorsi un concorso dall’Asl Napoli2 Nord per otto unità, le quali però sono state destinate tutti ad altri ospedali. In tre sarà difficilissimo garantire un servizio adeguato al nosocomio di Ischia. Tutto questo è scandaloso. Vogliamo soltanto essere messi nelle condizioni di poter assistere la popolazione isolana!».
IL MONITO DI LAGNESE: QUI PER GRIDARE BASTA A QUESTO SCEMPIO
A far sentire il proprio dissenso e preoccupazione anche il Vescovo di Ischia. «In questi giorni- ha detto Lagnese- ho potuto constatare di persona quanto sia davvero disagiata la situazione dei pazienti isolani. Un nostro concittadino in cura al centro di dialisi e per di più non vedente è stato inviato a recarsi sulla terraferma per poter avere le cure necessarie. Questa situazione ci porta tutti qui a gridare basta a questo scempio. L’Isola deve essere considerata zona disagiata e deve avere tutti gli strumenti necessari per assistere i cittadini. Questa politica di spendig review considera gli ammalati non come persone ma come cose!!». Sulle molteplici carenze del nosocomio di Lacco Ameno sono intervenuti anche i primi cittadini di Ischia che hanno annunciato di avere pronto una missiva da indirizzare nei prossimi giorni all’Asl Napoli2 Nord e al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e a chi di competenza, per chiedere, ancora una volta, oltre ad un’ accelerazione per il riconoscimento di Ischia a zona disagiata, anche il ripristino del reparto di Ortopedia che da mesi ormai vive in continuo deficit di personale, con pazienti che vengono inviati a rivolgersi alle strutture sulla terraferma, e l’implementazione delle unità mediche afferenti ai reparti di anestesia, pediatria, neonatologia, anch’esse in pesante deficit organico. «Tutti insieme- ha dichiarato il sindaco di Forio Francesco Del Deo- dobbiamo fare fronte comune, come la vicina isola di Procida dove enti ed istituzioni sono sempre pronti a mobilitarsi. Solo se siamo compatti e forti possiamo vincere questa battaglia».
In concomitanza con la mobilitazione isolana, neanche a far l’apposta, è spuntata la notizia della nomina del nuovo direttore sanitario del nosocomio lacchese, la dottoressa Elvira Bianco che entro la fine di Giugno dovrebbe prendere ufficialmente il posto del dottor Luigi Capuano. Quest’ ultimo, come riportato qualche mese fa sulle colonne di questo giornale, era finito nel mirino delle proteste dei sindacalisti, accusato di presunto mobbing ai danni di alcuni operatori e di scelte molto discutibili in termini di organizzazione che non avrebbero per nulla giovato all’ospedale. L’annuncio dell’arrivo del nuovo direttore sanitario è stato accolto positivamente dai manifestanti in primis proprio i sindacati. «Aspetteremo – ci ha detto il sindacalista Adolfo Albano – questo cambio della guardia. Non appena arriverà la dottoressa a prendere le redini dell’ospedale organizzeremo un incontro con lei per mettere in chiaro le tante difficoltà dell’ospedale, con l’auspicio che il suo operato sia migliore di quello di Capuano»
IL DRAMMATICO NODO DI VILLA MERCEDE
Rizzoli a parte, comunque, durante il corteo, non è mancata, oltre la voce di quanti lavorano nel dipartimento di salute mentale di Ischia, i cui pazienti purtroppo continuano ad essere trattati dalle autorità competenti come l’ultima ruota del carro, anche quella dei lavoratori di Villa Mercede di Serrara Fontana, che, come si ricorderà, oltre a non percepire lo stipendio da mesi, rischiano anche il licenziamento, a causa della chiusura del centro diurno della RSA per anziani, decretato dall’azienda sanitaria napoletana. Una vicenda ingarbugliata su cui da mesi sindacalisti e lavoratori si stanno battendo senza però avere ancora trovato soluzione alcuna. «Noi di villa Mercede- ha protestato Maria Grazia Barbieri, operatrice della struttura che mesi fa si fece promotrice anche di uno sciopero della fame – continuiamo a portare avanti il nostro lavoro nonostante non veniamo pagati. E lavorare in determinate condizioni non è facile. Non abbiamo neppure i soldi per fare benzina alle nostre auto con cui recarci sul posto di lavoro! Tanti di noi hanno difficoltà a portare un piatto in tavola ogni giorno eppure continuiamo ad assistere i tanti anziani presenti nella struttura». Proprio gli operatori di villa Mercede hanno fatto sapere di essere pronti ad altre forti azioni di protesta. La prossima tappa, infatti, sarà un sit-in che si terrà il 29 Maggio dinanzi a Villa Mercede e alla quale tutta la popolazione isolana è stata invitata a partecipare. «Qualora non succederà nulla- ha annunciato fermamente Maria Grazia-sono pronta a fare un nuovo sciopero della fame!». «Siamo stanchi di tutti questi disagi – ha gridato qualcuno tra la folla in attimi di concitazione – vogliamo essere trattati da esseri umani e non come bestie». «Noi non ci fermeremo qui – ha chiosato Gianna Napoleone, presidente del Cudas- se è necessario arriveremo fino a Roma per difendere il nostro sacrosanto diritto ad un assistenza sanitaria adeguata in tutti i comparti».
Foto Franco Trani