L’ALLARME Vatoliere, allarme parracina: rischia di cadere in strada

Parracine gonfie e minacciose, cariche a tal punto che potrebbero nel giro di poco tempo rilasciare tutto il proprio carico di terreno in strada e, se ci si mette la sfortuna, riversare il proprio contenuto addosso a qualche auto in transito o qualche malcapitato passante che si trovasse a passeggiare nei pressi dell’alto muro. Siamo in corso Regina Elena, la strada che unisce la frazione di Piedimonte al Vatoliere. Qui, chi aspetta pazientemente che il semaforo posizionato per combattere i puntuali ingorghi, si lasciasse andare all’analisi del territorio circostante noterebbe con chiarezza il rigonfiamento minaccioso.

Un altro muretto rischia di cadere. Un’altra conferma di quanto Ischia sia un’isola fragile, soprattutto dopo che le piogge mettono a dura prova il territorio isolano gonfiando i muretti di contenimento. E pensare che le parracine sono anche state riconosciute come Patrimonio dell’Umanità. Non solo il muretto in sè, ma anche tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture in pietra realizzate non usando nessun altro tipo di elemento, a parte, in rari casi, la terra a secco. Ischia nonostante possa vantare di avere sul proprio territorio un patrimonio riconosciuto dall’Unesco molto spesso non tratta tale patrimonio come si dovrebbe. Nella motivazione dell’Unesco si legge: “L’arte del dry stone walling riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra a secco. Si tratta di uno dei primi esempi di manifattura umana ed è presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che per scopi collegati all’agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese.”

I muri a secco, sottolinea l’organizzazione, “svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura”. Ma qui da noi rappresentano soltanto un ulteriore fonte di preoccupazione, lasciate fin troppo spesso all’incuria e all’abbandono, divenendo così solo fonte di pericolo e disagio.

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