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L’accusa di Lombardi: «Siamo rimasti soli»

Nicola Lombardi, neo presidente dell’associazione Isolaverde (che raggruppa albergatori del Comune di Casamicciola) racconta la nascita del nuovo soggetto e non risparmia stoccate alla Federalberghi locale, colpevole di aver abbandonato l’imprenditoria della cittadina termale nel momento del bisogno. E poi tanti spunti su futuro e rilancio

Partiamo dalle finalità con le quali nasce questa nuova associazione Isolaverde, che raggruppa imprenditori alberghieri e turistici che ospitano sul territorio del Comune di Casamicciola. E’ chiaro che ogni qualvolta nasce un soggetto nuovo attenzioni e riflettori sono sempre notevoli e soprattutto ci si interroga sulle motivazioni dal momento che dal punto di vista associativo quel settore sul territorio era già ampiamente rappresentato.

«Beh, inutile sottolineare che la domanda è pertinente e tutto sommato prevedibile. E’ vero, noi abbiamo fatto parte più o meno tutti della Federalberghi. Però, come tu ben sai e come è noto a tutti, negli ultimi anni Casamicciola ha patito tantissime traversie e calamità: ebbene, proprio in questi delicati periodi abbiamo avuto modo di provare sulla nostra pelle come l’associazione che ci rappresentava non è stata assolutamente sensibile ai nostri problemi. Non si è mosso nulla per venirci incontro, ecco perché si è allora pensato di creare un’associazione che raggruppasse le forze imprenditoriali del Comune di Casamicciola. L’obiettivo primario è e rimane quello di poter affrontare meglio i problemi che attanagliano la nostra cittadina che necessita di attenzioni particolari e costanti».

Entrando nello specifico, posso chiederle in che cosa vi siete sentiti poco rappresentati?

«Guarda, gli aspetti sono davvero tanti, più di uno, nemmeno vale la pena stare qui a riassumerli. Piuttosto, mi piacerebbe soffermarmi sul rovescio della medaglia che è davanti agli occhi di tutti ed in particolare degli associati: noi ci siamo uniti da poco più di quattro-cinque mesi ed abbiamo fatto dei piccoli progetti che oggi già vanno a compimento. Di questo, naturalmente, ringraziamo l’amministrazione comunale di Casamicciola che è presente ed è vicina a noi ed alle nostre istanze fin dal primo giorno in cui ci siamo costituiti. Per carità, non abbiamo ancora realizzato nulla di straordinario. Semplicemente, rimboccandoci le maniche ed evitando di fare inutili proclami, ci siamo detti “facciamo qualcosa”».

Per esempio?

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«In primo luogo ci siamo interrogati e posti un quesito propedeutico: quali sono i problemi di cui soffre Casamicciola? Poi abbiamo messo su questa associazione chiamando a raccolta tutti gli albergatori presenti sul territorio. Su 35 aziende, ben 28 hanno sposato il nostro progetto e credo che l’aspetto numerico la dica lunga sulla fiducia risposta e sulla bontà del progetto stesso. Abbiamo parlato a tutti molto chiaramente evitando di fare voli pindarici. Siamo stati diretti dicendo che non bisognava aspettarsi chissà cosa, però era opportuno rimboccarsi le maniche e favorire un “nuovo inizio”. Nella fase di start up ci siamo dedicati a creare la struttura, non a caso nel periodo invernale ci siamo incontrati praticamente ogni settimana. Abbiamo creato un direttivo di otto soci, che poi sono quelli più immersa nella nostra realtà, ma in ogni caso prestiamo sempre attenzione ai suggerimenti e alle proposte di tutti gli associati. Insomma, abbiamo creato una realtà vivace ed operativa partendo dalle piccole cose. E siamo riusciti già a raggiungere alcuni significativi risultati. Posso fare un esempio?».

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Certo, prego.

«Le nostre aziende hanno un problema serio con il pagamento della Tari, facciamo oggettivamente fatica a pagare questo tributo, inutile girarci intorno. In fondo sono sei anni che abbiamo dovuto fare i conti con terremoto, pandemia e alluvione, davvero tre calamità che avrebbero mandato al tappeto tutti. Come si fa a mettere mano alla tasca in condizioni del genere? In fondo, lavoriamo due, massimo tre mesi l’anno. Abbiamo allora deciso di interloquire con il sindaco chiedendogli se e come il Comune di Casamicciola potesse venirci incontro. Magari non avremo ottenuto tanto, ma in ogni caso abbiamo fatto sentire la nostra voce e non a caso quest’anno la tassa sui rifiuti verrà ridotta a tutte le aziende, dovremo pagare un balzello inferiore rispetto a quello che gravava sulle nostre spalle fino ad ieri. E’ un piccolo passo, ma in fondo il mare è fatto da tante gocce d’acqua».

A posteriori, tornando da dove siamo partiti, da cosa è rimasto maggiormente deluso? Dove lei e i suoi colleghi aspettavate maggiori risposte e interesse da parte di Federalberghi?

«Proprio nell’interesse al quale hai fatto riferimento nella tua domanda. Faccio un esempio pratico e chiaro: nell’agosto 2017 c’è stato il terremoto, molti di noi hanno dovuto chiudere gli alberghi di punto in bianco. Ebbene, nonostante una situazione di tale (drammatica) crisi non abbiamo ricevuto alcuna risposta, nessuna mano tesa, nessuno che ci chiedesse cosa si potesse fare per noi, per le nostre aziende ed anche per il nostro personale. Zero assoluto, ma alla fine se vogliamo questo non deve nemmeno stupire più di tanto: in fondo quando gli organismi associativi sono costole di associazioni nazionali è inevitabile che si finisca a ragionare soltanto di massimi sistemi. Noi non possiamo parlare di questioni del genere, a noi interessa discutere del nostro territorio, che attraversa una fase delicata. Talmente delicata che in questa fase non bisogna nemmeno riflettere dell’isola d’Ischia ma di Casamicciola, che purtroppo è una realtà a se stante».

Sotto certi aspetti il ragionamento non fa una grinza, c’è oggettivamente una situazione diversa ed avulsa dal contesto generale anche se si guarda alla sola isola d’Ischia. Così come il non essere stati ascoltati ha generato l’iniziativa che ha portato alla costituzione della nuova associazione. Ma converrà con me che in un territorio in cui spesso invochiamo unità, l’ennesima divisione potrebbe essere letta coma una contraddizione in termini…

«La verità è che in questa fase noi siamo stati semplicemente isolati, delle nostre difficoltà ho quasi l’impressione che ne abbiamo beneficiato altri. Oggi possiamo contare su un commissario straordinario come Giovanni Legnini che sta mettendo in sicurezza il territorio, si stanno realizzando una serie di progetti che mi auguro possano vedere la luce quanto prima. Ecco, posso dire che oggi ci sentiamo certo più tutelati e guardiamo al futuro con rinnovata fiducia. E mi creda, non è roba da poco».

Lei è tra quelli che ha sempre professato la necessità di fare “sistema”. Auspica che questa scissione possa essere soltanto temporanea – per suonare la sveglia magari a chi è rimasto sordo e insensibile alle vostre istanze – o la strada tracciata dall’associazione Isolaverde resta quella?

«Oggi le nostre attenzioni sono concentrate su Casamicciola, ma siamo perfettamente consapevoli del fagtto che se facciamo le cose seriamente discorsi e prospettive potranno cambiare. Noi vorremmo che anche Ischia ci affianchi, così come Lacco Ameno. Se Casamicciola in qualche anno riesce a cambiare faccia, l’auspicio è che possa diventare la locomotiva dell’intera isola. Ecco, mi piace pensare che l’associazione che ho l’onore di presiedere ambisce in futuro a diventare un soggetto che in chiave isolana possa rappresentare il territorio senza avere un “cappello” nazionale. In fondo fare rete è indispensabile abbiamo una serie di problemi che ci accomunano e penso ad esempio a trasporti, sanità, caro prezzi. Però se abbiamo la possibilità di confrontarci quotidianamente con le amministrazioni locali, è chiaro che le istituzioni dovranno per forza avere orecchie per ascoltare e dare risposte alle nostre istanze. E allora il futuro non potrà che essere più roseo».

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