L’accusa di Carmine Monti: «A Lacco solo affari “privati”»
Non usa troppi giri di parole, Carmine Monti, verso l’amministrazione capitanata da Giacomo Pascale. Il leader della minoranza consiliare di Lacco Ameno accusa il sindaco di aver svilito le istituzioni pubbliche: «Ormai esse sembrano quasi non esistere più – dichiara Monti – anzi sembrano costituire un orpello inutile. Diciamola tutta: in mano a Giacomo Pascale le istituzioni comunali rischiano di diventare una barzelletta». Un’accusa di non poco conto, nei confronti di colui che sta affrontando le impegnative fasi dell’emergenza post-sisma. «Ormai noi consiglieri siamo chiamati soltanto a svolgere consigli comunali “show”, che poi di fatto non servono a nulla. Durante il consiglio comunale congiunto tra Lacco Ameno e Casamicciola – continua l’ex primo cittadino – nel mio intervento dissi chiaro e tondo che eravamo stati trattati come terremotati di serie B e che il Governo non aveva affatto preso le misure sufficienti per fronteggiare l’emergenze: fui l’unica voce fuori dal coro, ma i fatti delle settimane successive mi hanno dato pienamente ragione. Ci si vanta di conoscenze e amicizie personali con esponenti della politica nazionale, per poi essere trattati come selvaggi con l’anello al naso».
Il riferimento è alle misure preconizzate nei provvedimenti legislativi che dovranno essere promulgati a breve, in cui le richieste e le esigenze dei comuni isolani colpiti dal sisma sono state, almeno per ora, molto al di sotto delle aspettative. Ma l’attacco di Carmine Monti continua sul fronte-scuola, uno degli aspetti più delicati successivi al dramma del 21 agosto, particolare sulla questione della palestra della Fundera, inaugurata il 23 settembre: «Un momento felice – dichiara Monti – per tutta la comunità di Lacco Ameno. Grazie al lavoro delle varie amministrazioni succedutesi nel tempo, siamo riusciti ad arrivare all’apertura. Tralasciando la discutibile decisione della riasfaltatura del tetto e la nuova pitturazione del plesso, cose che andavano chieste alle varie ditte che si sono succedute nel tempo e che non avevano effettuato le opere in un certo modo, c’è un aspetto molto grave che va rimarcato: noi consiglieri di minoranza siamo arrivati all’inaugurazione senza sapere assolutamente nulla, men che meno riguardo l’intitolazione della palestra a Valentino Aceti. L’amministrazione ha dunque intitolato una palestra comunale senza nemmeno una delibera di Consiglio comunale, dove il civico consesso avrebbe dovuto esprimersi sull’intitolazione, lasciando traccia tangibile nella storia dell’ente comunale della figura del compianto Valentino Aceti e dei motivi per cui la comunità ha deciso di ricordarlo nel nome della struttura».
Quello che potrebbe sembrare un dettaglio trascurabile, non lo è affatto per il consigliere che guida l’opposizione nel civico consesso: «La circostanza denota il contesto in cui si opera – continua Carmine Monti – e in particolare lo svilimento delle istituzioni da parte di questa amministrazione. Se non si lascia, con l’apposita delibera di consiglio, nella memoria dell’ente la motivazione dell’intitolazione, tutto ciò che resta è quella muta targa sul muro. Una cosa che credo sia offensiva anche nei confronti della persona a cui è stata dedicata la palestra. Un atteggiamento che denota tutto lo svilimento dell’istituzione-Comune e del Consiglio comunale da parte di persone, a partire dal sindaco, che non hanno proprio idea di cosa siano tali istituzioni».
Il consigliere di minoranza ha spiegato di essere stato compulsato da vari genitori, i quali hanno espresso le loro perplessità dinanzi al fatto che la Palestra è al momento frequentata e usata da numerose associazioni sportive, cosa che non fanno gli alunni della scuola media alla Fundera. «Il 23 ottobre abbiamo protocollato un’interrogazione indirizzata ai vari amministratori e responsabili degli uffici, dove abbiamo fatto presente che la palestra non è ancora utilizzata dalla scuola, e abbiamo domandato se c’era stato il regolare affidamento da parte del Comune. Inoltre abbiamo chiesto, qualora corrisponda a verità l’utilizzo della palestra da alcune associazioni sportive, in quale maniera siano stati sanciti gli affidamenti e con quali atti. Dopo questa iniziativa, qualcosa deve essere accaduto, perché ci è stato detto che gli alunni hanno cominciato a utilizzare la palestra».
Nel frattempo, rischiava di aprirsi un fronte polemico: «La preside Barbieri ha tentato di gettare acqua sul fuoco dicendo che non bisogna creare scontro politico sulla palestra, e ringraziando contestualmente l’amministrazione. Io ho risposto – continua l’avvocato Monti – che non vi era nessuno scontro, ma solo necessità di trasparenza amministrativa, cosa che peraltro non chiama in causa l’istituzione-scuola, bensì l’amministrazione comunale». Due giorni fa la segretaria comunale ha inviato una nota di risposta ai consiglieri di minoranza dove la dirigente ha spiegato che agli atti del proprio ufficio non risulta alcun atto di affidamento della palestra, chiedendo contestualmente al responsabile dell’Ufficio tecnico di relazionare sul punto: «Anche quest’ultimo ci ha tuttavia comunicato di non disporre di alcun atto ufficiale. C’è stato anche un duro confronto, per non dire scontro, tra la segretaria e il sindaco Pascale».
Per Carmine Monti la situazione è chiara: «Il problema è la gestione della cosa pubblica, che a Lacco Ameno sembra quasi diventare gestione di un bene privato. È inammissibile. La preside ha affermato che le chiavi del plesso le sono state consegnate da un consigliere comunale. Il problema è proprio questo: tutto, anche operazioni del genere, devono rientrare nei normali crismi della legalità. Bisogna dare la possibilità a tutti di utilizzare un bene pubblico. È necessario sapere perché è stata scelta una determinata associazione all’uso del bene, e perché è stata rifiutata la richiesta di altre. L’amministrazione ha l’obbligo utilizzare i canali istituzionali per tutta l’attività dell’amministrazione. Ma ciò attualmente non accade», conclude l’ex sindaco.
Francesco Ferrandino