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Lacco Ameno, spunta il giallo delle multe “fantasma”

Non c’è pace in questo scorcio di stagione per il Fungo, simbolo del paese di Lacco Ameno. Dopo l’imprevisto falò che durante i mirabili fuochi d’artificio in onore della Santa patrona aveva leggermente bruciacchiato la sommità del masso di tufo che troneggia al largo del molo lacchese, qualche giorno fa il Fungo era salito alla ribalta dei media nazionali per via di un problema a dir la verità non nuovo alle cronache. Parliamo dell’ “oscuramento” che spesso il monumento naturale subisce a causa delle grosse imbarcazioni da diporto che attraccano presso il pontile intitolato a Vincenzo Napoleone. Tanto grandi da impedire la visuale del Fungo ai residenti e ai molti turisti che in questo periodo passeggiano sul corso Angelo Rizzoli.

L’opposizione consiliare tramite l’ex sindaco Carmine Monti e Giovanni De Siano aveva inoltrato una nota all’amministrazione comunale, oltre che ai vigili urbani, non soltanto per segnalare la presenza di imbarcazioni superiori ai 40 metri ormeggiate al pontile “E” in modo da oscurare il simbolo del paese, ma anche per chiedere un immediato intervento per rispettare e far rispettare il vigente piano ormeggi. I due consiglieri comunali si erano recati anche presso la Capitaneria di Porto. L’autorità costiera lo scorso anno aveva già inviato una nota al Comune di Lacco Ameno dopo aver constatato l’ormeggio di navi da diporto presso il molo turistico che avevano una lunghezza eccedente il limite massimo previsto nella concessione. Una circostanza che costituisce specifica violazione dell’atto concessorio, che potrebbe perfino provocare la risoluzione dello stesso contratto di concessione.

La Guardia Costiera anzi invitava il Comune, nella sua qualità di autorità concedente e concessionario dell’approdo, a implementare la propria attività di vigilanza amministrativa e “sensibilizzare l’attuale gestore a un più puntuale rispetto delle previsioni contenute nella concessione demaniale”, allo scopo di ristabilire la legalità e il corretto uso della struttura. Furono tre le multe inflitte al concessionario per altrettante infrazioni, per un totale di 7.500 euro. E qui sorgono le complicazioni. Sarebbe stato compito del Comune far pagare le multe al gestore del porto, cioè la società Marina di Capitello Scarl, e a un controllo condotto presso l’ufficio del protocollo, tutte le tre multe risultano essere arrivate all’ente, l’ultima nel gennaio 2017. Eppure, nonostante esse fossero state smistate al sindaco, alla ragioneria e all’ufficio tributi, nessuna richiesta di visione degli  atti presso tali uffici è andata finora a buon fine.

Dall’opposizione assicurano che a tutt’oggi non si riesce ancora ad avere visione di queste sanzioni, e dunque si dubita che il Comune abbia preteso il pagamento dalla Marina di Capitello Scarl, destinataria reale delle tre multe da 2500 euro ciascuna. Un’opacità contabile che si aggiunge alle numerose altre che circondano la gestione del porto turistico. Non è un mistero il fatto che la minoranza cerchi da tempo di portare all’attenzione dell’opinione pubblica il mancato pagamento del canone concordato relativo all’anno 2015, peraltro già rateizzato. Sarebbero infatti numerose le mensilità arretrate dovuto dalla Marina del Capitello al Comune. Adesso, ecco il giallo delle multe-fantasma. O meglio, le multe sono reali: resta da capire se (e da chi) siano state pagate.

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Francesco Ferrandino

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