Lacco Ameno per Santa Restituta chiude alla grande i suoi festeggiamenti : ieri la terza processione della Santa per le strade del paese, lo spettacolo in piazza di Gaetano Maschio e i fuochi pirotecnici
Il miracolo dei bianchi gigli sulla spiaggia di San Montano - Senza dubbio la storia dei gigli fioriti in un angolo della spiaggia di San Montano laddove Lucina, avvisata dall’angelo,trovò il corpo della giovani martire, ci fa volare con l’immaginazione, poi la tesi del miracolo prende il sopravvento e finiamo tutti col credere, grazie al dono della fede
Ieri 18 maggio Lacco Ameno per Santa Restituta ha chiuso i suoi solenni festeggiamenti in allegria ed alla grande con la terza processione della Santa, applaudito ’spettacolo di Gaetano Maschio ed i fuochi pirotecnici, Il popolo di lacchese tiene a Santa Restituta come una madre che darebbe la vita per i suoi figli. E un’amore devozionale di secoli che nel lunghissimo tempo vissuto non si è mai sbiadito, rimanendo fortificato nelle continue manifestazioni solenni di culto che gli appassionati devoti organizzano in onore della loro giovane Santa e Patrona.
I lacchesi ricorrono con la preghiera a Santa Restituta nel bene per ringraziarla e nelle tribolazaioni della vita per essere risparmiati o quanto meno soccorsi per patire meno la sofferenza. La fede e la devozione del popolo di Lacco Ameno per Santa Restitua sono grandi, senza riserve. Provate ad insinuare con qualche pensiero non gradito sulla sacralità storica o leggendaria di Santa Restituta, e seduta stante, vi farete nemici tutti i lacchesi. I quali, pur di difendere dalle male lingue blasfeme la giovane martire di Cartagine, approdata esanime sulla spiaggia di San Montano circa 18 secoli fa, farebbero il diavolo a quattro, come dice un vecchio detto. Noi, che non siamo male lingue e né blasfemi, trattiamo l’argomento con rispetto, facendo giustizia della storia e della leggenda che hanno accompagnato l’intero percorso di santificazione popolare della giovane africana assassinata per non aver voluto rinnegare la sua fede in Gesù a favore di quella dei propri carnefici.La storia di Restituta d’Africa, la martire cristiana del III secolo d.C. che insieme all’ischitano doc San Giovan Giuseppe della Croce sono i Santi Patroni dell’isola d’Ischia, da epoca immemore, è avvolta nella leggenda o nel miracolo della Fede. Restituta era una ragazza di Biserta, città nell’odierna Tunisia e si convertì al cattolicesimo subendo le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano fino al martirio.
Don Pasquale Polito e don Pietro Monti sono gli storici isolani che meglio si sono immersi nella vicenda umana di Restituta d’Africa, affrontando il complesso argomento, partendo dai dubbi e dalle certezze, per giungere alla fine, alla legittimità del culto della giovane martire. Mons. Polito nel suo libro del 1963 “Lacco Ameno: il paese, la protettrice, il folclore” così scriveva: “Viveva in quel luogo una pia donna di nome Lucina ed a lei apparve in visione l’Angelo del Signore e le raccontò la storia del martirio di Restituta e le dette pure il mandato di recarsi a S. Montano, di raccogliere il corpo della martire e di seppellirlo con grande venerazione” . Lucina fece esattamente quello che le aveva detto l’Angelo. Seppellì Restituta nel luogo dove si radunavano i cristiani e cominciò a venerarla ed a diffonderne il culto. Questo racconto, scrive infine Don Polito, è stato trasmesso di generazione in generazione per secoli. Quanto c’è di verità storica e quanto di leggenda?” I lacchesi ed i devoti di Santa Restituta sparsi per l’isola non intendono approfondire, e nemmeno noi vogliamo farlo. Senza dubbio la storia dei gigli fioriti in un angolo della spiaggia di San Montano laddove Lucina, avvisata dall’angelo,trovò il corpo della giovani martire, ci fa volare con l’immaginazione, poi la tesi del miracolo prende il sopravvento e finiamo tutti col credere, grazie al dono della fede. Don Pietro Monti da canto suo, ha speso la sua intera vita alla ricerca delle testimonianze che accertassero l’attendibilità di teorie riconducibili alla fioritura dell’era crisitiana nei luoghi del ritrovamento del corpo della fanciulla di Cartagine. Don Pietro Monti il sacerdote-archeologo di Lacco Ameno trova le risposte proprio sotto il pavimento della Chiesa di cui era stimato Rettore. Santa Restituta fu una martire cartaginese che dopo essere stata torturata fu imbarcata dai suoi aguzzini su una barchetta di legno riempita di pece e data alle fiamme. La barchetta approdò nella baia di San Montano contenente il corpo della Santa, e quando essa toccò riva, all’improvviso la spiaggia si ricopri di fiori bianchi, erano gigli, i gigli che tutti i lacchesi e non solo, chiameranno i gigli di Santa Restituta.
In quel luogo, dove la giovane martire approdò sospinta fino ai nostri lidi dal vento, viveva una matrona cristiana di nome Lucina: avvertita in sogno dall’Angelo, si recò sulla spiaggia, e vi trovò l’imbarcazione arenata e in essa il corpo intatto e splendente di Restituta. Radunata la popolazione, venne data solenne sepoltura alla Martire nel luogo detto Eraclius, alle falde dell’attuale Monte Vico, dove sono conservati i ruderi di una basilica paleocristiana, e dove sorge oggi il Santuario dedicato alla Santa. Lunedì scorsa 16 maggio a metà del pomeriggio, come avviene ogni anno, nella Cala di San Montano ha avuto luogo l’attesa e suggestiva rappresentazione teatrale dello sbarco miracoloso della Santa a cura dell’Associazione Culturale “Le Ripe”. Alla rievocazione teatrale sulla spiaggia, come sempre, hanno assistito centinaia di persone,con le autorità locali.. Nella Chiesa-Santuario dedicata alla Santa, è conservata la bella statua lignea di Santa Restituta, ricoperta di gemme preziose ed oro finissimo regali dei fedeli. Essa viene portata in processione per le strade del paese più di una volta.. Anche quest’ anno è mancata l’Urna di marmo contenente le spoglie mortali della Santa, custodite nel Duomo di Napoli e trasferite sull’isola in occasione del 17esmo centenario del 1984 , e da quella data altre tre volte. L’ultima volta fu l’anno in cui il Vescovo Pietro Lagnese prese possesso della diocesi. Le precedenti occasioni furono invece vissute dal Vescovo Antonio Pagano e dal Vescovo Filippo Strofaldi.
Speciale Reportage Fotografico di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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