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Lacco Ameno, il commissario Carbone: «Adotterò provvedimenti, le istituzioni vanno rispettate»

Lunga e inedita intervista de Il Golfo al responsabile prefettizio del Comune del Fungo che spazia a 360 gradi e non risparmia una frecciata a Pascale per l’iniziativa del sindaco dei bambini: «Si può configurare la propaganda elettorale non autorizzata»

Arriva in una veste professionale su un’isola che immaginiamo conosca abbastanza bene. Posso chiederle se c’è qualche aneddoto particolare da raccontare o qualche considerazione che le viene in mente?

«Non ho nulla di particolare da raccontare, davvero, ma certo è che ricoprire in questo momento tale incarico a Lacco Ameno è indubbiamente stimolante, anche perché ci troviamo in una fase particolare nella quale si sta cercando a fatica di uscire da una crisi. Il mio impegno negli ultimi tempi in Prefettura è stato indirizzato in larga parte a un lavoro corale teso ad aiutare le categorie produttive a rialzare la testa. Ecco perché l’investitura a Lacco Ameno come dicevo è stimolante, perché qui siamo in una località di villeggiatura ed il settore turistico è quello che maggiormente ha subito gli effetti negativi e nefasti del lockdown. Credetemi, ci stiamo davvero impegnando al massimo perché la situazione torni alla normalità».

Si suole dire che un commissario prefettizio, contrariamente ad amministratori pubblici, si occupi esclusivamente (e in parte è anche comprensibile e plausibile) dell’ordinaria gestione. E’ una corrente di pensiero consolidata, lei la condivide?

«Partendo dal presupposto che in questo momento, con una tale emergenza alla quale far fronte, di ordinario c’è ben poco, voglio anche sottolineare che in ogni caso quello che viene definito come ordinario riveste una sua importanza. E molto spesso viene tralasciato da chi fa politica. Le ripeto, io e il mio collega sub commissario non stiamo lesinando gli sforzi per mettere a posto una serie di situazioni non di poco conto: mi riferisco ad esempio al museo di Villa Arbusto che potrebbe essere un volano ancora più forte per il turismo lacchese e dell’intera isola. Lavoriamo per riportare a casa i reperti tuttora all’estero, abbiamo il giusto feeling con la sovrintendenza, allo studio c’è pure un nuovo regolamento. Cercheremo insomma di mettere mano a tutte quelle situazioni che sono state trascurate ma che sono importanti. Insomma, l’ordinario non va affatto sottovalutato».

Posso chiederle il “più” e il “meno” che ha trovato arrivando qui a Lacco Ameno?

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«Quello che colpisce, ma credo fosse inevitabile, è la situazione di desertificazione venutasi a creare al termine del lockdown. L’intenzione è di ripristinare lo status quo originario incentivando dunque il turismo in tutte le sue forme. Cercheremo di muoverci con ogni iniziativa valida a regalare all’esterno un’immagine positiva di Lacco Ameno e dell’intera isola. Mi creda, è nostra intenzione mettere ordine per quanto possibile e lasciare al futuro sindaco una situazione più tranquilla».

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Insomma, anche un commissario prefettizio può avere una visione strategica di paese…

«Il commissario prefettizio è un impiegato dello Stato, dunque ragioniamo sulle cose da fare e su questioni amministrative. Quindi abbiamo una visione diversa, ma certo che una visione ce l’abbiamo eccome: ecco perché si dice che quello che si fa col commissario spesso non lo si fa col sindaco. Il commissario vede cosa bisogna fare e lo fa senza crearsi problemi e soprattutto senza farsi condizionare in alcun modo».

Posso chiederle che effetto le fa essere commissario prefettizio in un Comune che probabilmente vanta un record da guinness dei primati, ossia quello di aver dichiarato dissesto finanziario due volte negli ultimi venti anni?

«Effettivamente questa situazione del dissesto è davvero sconcertante, ci troviamo in un Comune che viceversa dovrebbe essere ricchissimo visti i flussi turisti che annovera annualmente. Però da questo dissesto pian piano ci stiamo tirando fuori, siamo fiduciosi: c’è un funzionario della Prefettura che se ne sta occupando, iniziamo un passo alla volta a vedere la luce».

Ma come è stato possibile secondo lei che si arrivasse a tanto?

«Sinceramente non lo so, non è facile. Posso soltanto dire che ho riscontrato cose analoghe anche in altri Comuni che avrebbero dovuto essere decisamente ricchi perché votati al turismo, e invece le cose sono andate in maniera diversa. Ecco perché bisogna lavorare bene sull’ordinario, perché se si parte da questo concetto vedrete che alla lunga fatti del genere non si ripresenteranno».

Lei è sbarcata sull’isola in un momento delicato, nel quale ha avuto bisogno anche di rapportarsi con i cinque sindaci e di adottare decisioni congiunte. Posso chiederle che idea si è fatto del feeling esistente tra i primi cittadini e se non crede sia giunta l’ora di lasciare campo libero al Comune unico?

«Parto da un presupposto, i contatti avuti in questi primi giorni con i sindaci isolani sono stati tesi esclusivamente ad affrontare la difficile problematica della ripartenza e della ripresa post Covid. Ovviamente, abbiamo sollecitato il Ministero dei Trasporti ad emettere il decreto per il divieto di sbarco sull’isola, perché siamo convinti che il caos e l’eccesso di veicoli sul territorio non facciano bene al turismo. Su questo, inutile sottolinearlo, ci siamo trovati d’accordo. Abbiamo lavorato per indurre il presidente della Regione a facilitare la bigliettazione per chi era diretto a Ischia, perché una serie di limitazioni avrebbero potuto fungere da pericoloso deterrente per chi intendeva trascorrere una vacanza sull’isola. Intanto ho potuto verificare come relativamente all’acquisto dei biglietti sia tutto più semplice ma ho anche appurato con i miei occhi che c’è un notevole aumento di imbarchi, sicuramente non giustificato visto il periodo, e questo è da attribuire all’assenza del divieto cui facevo riferimento un attimo fa. Se qualcuno potrebbe lasciare la macchina sull’isola? Ho già dato disposizioni al comandante della polizia municipale di essere inflessibile e sanzionare chiunque dovesse essere sorpreso alla guida senza averne il diritto, quando ovviamente il divieto sarà entrato in vigore. Non ci saranno sconti, non possiamo pensare di trasformare l’isola in una tangenziale: a questo ci tengo, io sono una ambientalista convinta. Su questo la sintonia con i sindaci per fortuna è stata davvero totale».

Passiamo al fatto più recente. Ha suscitato dibattito l’iniziativa del sindaco dei bambini che ha visto protagonista l’ex primo cittadino Giacomo Pascale. Da fonti certe noi sappiamo che lei non l’ha presa affatto bene, ce lo può confermare?

«No, è chiaro che non l’ho presa bene e verranno anche adottati i provvedimenti del caso. Ho già preso le mie iniziative a riguardo. Quello che io chiedo è il rispetto, non tanto della mia persona quanto piuttosto delle istituzioni. Non si può inscenare una manifestazione davanti alla porta del Comune presieduta da una persona che non ha alcun titolo per trovarsi in quel momento e in quel posto. Quanto successo si può configurare anche come una propaganda elettorale non autorizzata. Rispetto a questo ho avuto modo di constatare che c’è la necessità di regolamentare l’utilizzo degli spazi comunali. Su questo sono decisa, adotteremo un quadro normativo davvero chiaro e dettagliato. E si badi bene, credo che non esista area più pubblica di quella antistante il palazzo municipale. Poi abbiamo adottato altre iniziative…».

Posso chiederle quali?

«No, mi limito a dirle che sono le iniziative che un funzionario dello Stato deve adottare quando si trova dinanzi a queste situazioni. Si tratta in ogni caso di atti dovuti».

Visto dal punto di vista dell’isola, che è una località che ambisce che la stagione turistica duri quanto più a lungo possibile, è auspicabile che le elezioni (amministrative e regionali) si svolgano a settembre? Sarebbe stato meglio luglio o magari posticiparle ulteriormente per evitare di perdere un fine settimana di turismo?

«I problemi che ci possono essere per andare al voto, scegliendo una data piuttosto che l’altra, sono comuni a tutti gli enti locali senza alcun distinguo. Sono scelte che avvengono a livello centrale, e mi rendo conto della difficoltà che esiste nel dover contemperare due interessi. Da una parte gli organi elettivi vanno rinnovati, e questo ritardo accumulato dall’emergenza Covid deve essere considerato un fatto eccezionale. Dall’altra c’è la necessità di tutelare gli interessi turistici: ma spesso mettere d’accordo tutti e tutto è impresa tutt’altro che facile».

Quando avrà ultimato la sua esperienza da commissario prefettizio di Lacco Ameno, lei si riterrà soddisfatta se…?

«Se saremo riusciti a portare a compimento tutte le cose che abbiamo programmato. Abbiamo un’agenda abbastanza fitta, ma sono ottimista: speriamo di facela».

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