Lacco Ameno, ex Teleposto a Monte Vico. ‘Stanza Sociale’ e ambientalisti al Commissario: «Fermate la vendita, lo prenda il Comune»
Una sequenza incredibile (o credibile, dipende dai punti di vista) di occasioni perse, attendismi, inoperosità, errori procedurali, interesse e disinteresse, improvvise accelerazioni e brusche interruzioni. E’ questa la sintesi di un’iniziativa che, a partire da metà degli anni ’80, puntava al recupero e alla riqualificazione dell’ex Teleposto dell’Aeronautica Militare di Monte Vico. Previa acquisizione nel patrimonio pubblico del Comune di Lacco Ameno. Area e manufatti sconosciuti ai più (perfino a buona parte dei cittadini lacchesi), oggi abbandonati e oggetto di una compravendita ad opera del Demanio regionale. Acquisto che farebbe gola a diversi privati. Un epilogo che l’associazione “Stanza sociale” vuole scongiurare ad ogni costo.
Tutelare l’ambiente, salvare il territorio dagli artigli della speculazione, mettere un freno a un consumo di suolo forsennato e rovinoso, porre al centro l’interesse pubblico e la funzione civile delle proprietà collettive, materiali e immateriali, a cominciare dal patrimonio storico e archeologico, sono tra gli obiettivi dell’associazione. Facile a dirsi, più complicato (ma non impossibile) a realizzarsi. Soprattutto se, a distanza di oltre 30 anni da un primo tentativo dell’amministrazione comunale guidata all’epoca da Tommaso Patalano, la condizione giuridica dei cespiti (con relativi oneri e opportunità), nonché gli interessi sopravvenuti sull’area, sono profondamente cambiati.
Per questo, l’associazione ha chiesto e ottenuto un incontro con il Sub-Commissario Prefettizio del Comune del Fungo dott. Giuseppe Chianese. Ieri mattina, nella sala del Consiglio comunale del Municipio, una delegazione della “Stanza sociale” guidata da Miria Di Costanzo e dal professor Nicola Lamonica per “VAS – Verdi Ambiente e Società”, ha discusso di questo recupero con il Chianese, con il Responsabile del V settore (Lavori pubblici) l’architetto Vincenzo D’Andrea, e con l’ingegnere Roberto Palumbo.
Ma andiamo con ordine. Nel 1986, con deliberazione del Circolo della “Lega per l’Ambiente/ isola d’Ischia” nel programma delle “ passeggiate ecologiche” regionali, viene inserita la passeggiata su Monte di Vico per il recupero dei locali demaniali ivi esistenti (tra i quali, appunto, l’ex Teleposto dell’Aeronautica Militare). Beni da destinare, d’intesa con il Dipartimento di Meteorologia dell’Istituto Tecnico Nautico di Forio, a “Centro di formazione ambientale e raccolta dati meteorologici”. Segue invito al Sindaco di Lacco Ameno Patalano di dare il Patrocinio dell’Ente. L’iniziativa genera subito un atto concreto: il 27 giugno 1987, l’ing. Maurizio Di Stefano, su incarico ricevuto dall’Amm.ne Comunale di Lacco Ameno presieduta da Patalano, deposita agli atti del Comune un progetto di recupero e valorizzazione dell’ex Teleposto dell’Aeronautica Militare di Monte Vico con destinazione a Osservatorio Ecologico. Quindi i dati catastali e la descrizione del costruito. Su tre appezzamenti di terreno insistono tre strutture: a Sud, un primo corpo di fabbrica in tufo ad un piano, fatto di tre vani e servizi un tempo adibito ad alloggio sottufficiali per una superfice di circa 55 mq; a Nord, un secondo manufatto in legno con copertura legno- eternit di circa 105 mq; ad Ovest, il terzo corpo di fabbrica in muratura ed antistante belvedere in battuto di cemento, di circa 35mq. All’esterno la cisterna, una fornace ed altri piccoli ruderi di manufatti di servizio. Tutto in evidente degrado da abbandono (figuriamoci 30 anni dopo).
L’anno successivo, con delibera di GM 180, l’Amm.ne Comunale di Lacco Ameno “approva il progetto esecutivo dell’Osservatorio Ecologico di Monte Vico a recupero e valorizzazione dell’ex Teleposto dell’Aeronautica Militare”, con la richiesta alla Cassa Depositi e Prestiti del relativo finanziamento di un primo lotto del valore, all’epoca, di 100 milioni di lire.
Il progetto, a questo punto, si arena. Misteriosamente (oppure no, dipende sempre dei punti di vista). Passano gli anni, aumenta il degrado, le amministrazioni si avvicendano, cambiano gli interessi in gioco. In un’area che, da un punto di vista storico e archeologico, possiede un valore simbolico enorme. Perché richiama direttamente l’antica acropoli di Pithecusae, la prima colonia greca del Mediterraneo occidentale. Non è rimasto nulla, chiaro: c’è un noto albergo, ci sono abitazioni private, case, ville, terreni coltivati, ma la forza dei simboli è anche quella di richiamare un’identità e arginarne la dissoluzione a dispetto del tempo.
Nel 2010 – ricorda l’architetto D’Andrea – piomba il vincolo paesaggistico. Tre anni dopo, l’inerzia e l’insensibilità pubbliche (dei cittadini prima, degli amministratori di conseguenza) verso le sorti di questi manufatti e dell’area attigua, vengono spezzate da una richiesta di acquisizione da parte del Comune di Lacci Ameno guidato al tempo da Carmine Monti. Sono gli anni in cui è ancora possibile acquisire i cespiti a titolo gratuito, conferma D’Andrea, anche se vincolati a un progetto di riqualificazione che ha dei costi significativi. Colpo di scena: la richiesta di entrare in trattative col demanio e avvalersi di un diritto di prelazione, finisce nel ginepraio delle regole amministrative. La procedura seguita non è corretta, bisogna fare una nuova richiesta. Tutta colpa delle forche caudine del bizantinismo amministrativo tricolore o c’è dell’altro? Fatto sta che bisogna ripartire da zero. Ma non si riparte.
Nel 2016 è Giacomo Pascale a riaccendere l’interesse, ma dura poco. Arriva un nuovo stop. A questo punto è il demanio a farsi vivo: siete interessati oppure no? Silenzio. L’ex Teleposto dell’Aeronautica finisce sul mercato. Prima a un milione di euro, oggi – pare – a circa 500.000 euro. Scenderà ancora? La vendita andrà deserta (riaprendo così la possibilità di una cessione a titolo gratuito con progetto pubblico di riqualificazione) oppure, presumibilmente, sarà acquistato da un privato a prezzi stracciati?
A seguito dell’incontro, “Stanza sociale” ha chiesto al Sub-Commissario Chianese un impegno da parte del Comune di Lacco Ameno per far sospendere le trattative di vendita del bene e rientrare in gioco con l’amministrazione per un recupero pubblico dello stesso.
«Continuiamo la nostra battaglia di ambientalisti – ha commentato Nicola Lamonica – e cerchiamo di recuperare, anche riadattandolo, l’antico progetto dell’ingegner Di Stefano per realizzare, senza alcun ulteriore consumo di suolo, un “Centro di formazione ambientale”. Un Osservatorio ecologico, in altri termini. Intendiamo agire con il vigore e l’interesse di sempre, a difesa dell’ambiente e del sociale. So che il tempo è poco, ma prima delle elezioni a Lacco Ameno bisogna riaprire le trattative con il demanio. Ho grande fiducia nel Commissario e nei suoi collaboratori, mi pare evidente che la situazione dell’area sia in qualche modo “corrotta”. Quei beni devono restare di uso pubblico. Il fatto che ancora non lo siano diventati, e costituiscano invece l’oggetto di una trattativa di compravendita coi privati dopo innumerevoli occasioni perse, è una responsabilità enorme che grava sulle passate amministrazioni di Lacco Ameno. Un elemento di rottura c’è stato: la delibera del 1988 voluta da Tommaso Patalano e la sua giunta. Anche allora, purtroppo, verso l’istituzione di un ampio parco archeologico su Monte Vico, ci fu qualcuno che votò contro. Non vorrei che oggi questo “qualcuno” faccia gli interessi del privato a fianco, cioè dell’albergo San Montano, riconducibile non a un cittadino qualsiasi, ma al senatore Domenico De Siano. La nostra battaglia è chiara: restituire l’ex Teleposto dell’Aeronautica militare alla collettività».
Massima disponibilità di Chianese a collaborare e «verificare anzitutto se esistono le condizioni per rientrare in questa trattativa. E’ perciò nostra intenzione incontrare il responsabile del Demanio regionale Dott. Russo per capire a che punto è la trattativa con i privati e se esistono margini di intervento pubblico. Siamo contro ogni cementificazione del territorio e tutela degli spazi verdi. I tempi però sono molto stretti; noi restiamo qui fino a maggio, ma questo non significa che nel frattempo rimarremo fermi.»
A breve giro, ad esempio, sarà effettuato un sopralluogo nella zona. Di difficile accesso e, secondo Vincenzo Morgera della Pro Loco Lacco, anche lui presente all’incontro, raggiungibile da un sentiero assai poco praticabile. «Che potremmo rendere più fruibile e che deve restare aperto alla collettività», ribatte Lamonica. «Non come adesso, con ferraglia sparsa e un cancelletto chiuso che impedisce l’accesso all’area». Morgera si è detto disponibile a collaborare in un disegno più ampio sull’istituzione e valorizzazione di un parco che comprenda anche la località Arenella, proprio in cima alla collina Monte di Vico, ma non certo vicina all’area contesa. Discuteranno anche di questo negli incontri con il senatore De Siano, alla ricerca di una convergenza su un progetto politico comune? «Il tema della difesa dell’ambiente e del territorio – si limita a dire – sarà centrale nella prossima campagna elettorale».
Si scaldino i motori, la partita è appena (ri)cominciata.