La pandemia da covid-19 morde ormai da un anno, e le conseguenze economiche saranno purtroppo durature. Con esse devono fare i conti gli enti locali, anche nelle proiezioni degli introiti erariali. Il Comune di Lacco Ameno, tramite la giunta capitanata dal sindaco Giacomo Pascale, ha determinato il presumibile gettito in entrata dell’imposta di soggiorno per il 2021 in 300mila euro. Un limite “prudente”, criterio peraltro citato nella stessa delibera di giunta come prioritario nel bilancio comunale, e comunque un limite piuttosto lontano dalle previsioni di alcuni anni fa, pur recenti. La ripartizione è stata così concepita: 100mila euro per la fornitura di servizi per manifestazioni turistiche; 20mila euro per convegni e attività culturali; 75mila euro per spese correnti relative all’affidamento di servizi di manutenzione, fruizione e recupero di beni culturali e ambientali locali. Cinquemila euro saranno dedicati a iniziative volte alla promozione turistica. I restanti 100mila euro saranno destinati al Fondo crediti di dubbia esigibilità, quantificato nella misura del 34% del presumibile gettito.
Come spiega lo stesso esecutivo nel provvedimento, non ci sono le condizioni per applicare le stesse previsioni sull’imposta riscossa nel 2019, anno precedente allo scoppio della pandemia, anzi: da una previsione dei dati sui flussi turistici attesi e per lo stato di crisi in cui è caduto l’intero comparto turistico-alberghiero e il suo indotto sul territorio comunale, in vista del prossimo bilancio di previsione è prudente prevedere una riduzione di almeno il 40% dell’imposta rispetto al 2019, pur con l’auspicio di un miglioramento dell’attuale stato di emergenza a partire dal secondo semestre dell’anno. Come si ricorderà, fu il decreto legislativo 23/2011 a introdurre la possibilità per gli enti inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte, di istituire l’imposta in questione a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio. La norma impone l’applicazione dell’imposta di soggiorno secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per ogni notte di soggiorno; il relativo gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle stesse strutture ricettive.