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Lacco Ameno, ecco come Perrella vuol “tenersi” il Porto turistico

Vediamo nel dettaglio il ricorso al Tar proposto dalla società Marina del Capitello che punta non soltanto a sospendere gli atti di indirizzo del Comune nel riprendere il possesso della struttura, ma anche a vedersi prorogata la concessione oltre la scadenza del 9 giugno

“Sostiene Perrella”. Parafrasando il titolo del più famoso libro di Antonio Tabucchi, vediamo nel dettaglio i particolari del ricorso al Tar con cui la società Marina del Capitello, finora gestore dell’approdo turistico di Lacco Ameno, ha impugnato la delibera di consiglio comunale con cui l’ente di Piazza Santa Restituta aveva stabilito i nuovi indirizzi per il ritorno del molo nella gestione pubblica per la stagione turistica 2021. Per la verità il ricorso, che invoca l’annullamento ma prima ancora la sospensione con la concessione di un decreto cautelare “ante causam”, cioè prima dell’udienza di merito, è rivolto anche contro la diffida del responsabile del settore Lavori pubblici con la quale ad aprile era stato ordinato alla società di lasciare libere le aree e gli specchi acquei oggetto dell’affidamento tramite project financing, e che è stata rinnovata il primo giugno. L’impugnazione coinvolge anche la “Relazione ex art. 34 L. 221/2012 sottoscritta dal Responsabile del III Settore dell’Ente, non pubblicata sull’Albo”, la “stima dei fabbisogni per i servizi accessori connessi alla gestione del Porto Turistico di Lacco Ameno” prot. n. 0004930/1 del 12.05.2021 a firma del Responsabile del II Settore dell’Ente” e la richiesta di stima dei costi per l’esercizio dell’attività di ormeggio a firma del Responsabile del II Settore dell’Ente prot. 0004910/1 del 12.05.2021”.

Foto Roberto Savio
Foto Roberto Savio

La società si ritiene legittimata a ottenere una proroga della concessione, che ricordiamo scade il 9 giugno prossimo, appellandosi all’articolo 103 del decreto 18/2020 detto “Cura Italia”, secondo cui la concessione andrebbe prolungata di altri tre mesi. In sostanza, secondo la Marina del Capitello, il porto dovrebbe rimanere nella sua gestione almeno fino al 30 ottobre 2021, cioè di fatto per l’intera stagione turistica attuale.

Nell’illustrare i motivi del ricorso la società rivendica la legittimità di tale proroga, anche in presenza dell’inadempimento nel versamento dei canoni annuali arretrati dovuti al Comune, cosa che peraltro secondo la Marina del Capitello non sarebbe nemmeno classificabile come inadempimento, in quanto ritiene che “le somme richieste a titolo di canone 2019 non siano dovute, non avendo utilizzato aree e specchi acquei oggetto dell’affidamento per fatto derivante da comportamento colpevole dell’A.C., e che, quelle eventualmente dovute a titolo di canone, debbano essere compensate con le somme di cui la Società Marina del Capitello è creditrice, per effetto dell’inadempimento contrattuale dell’Amministrazione concedente”. Ma queste sono rivendicazioni già conosciute, perché avanzate già in precedenza, nel ricorso che durante l’estate scorsa fu inoltrato contro la revoca della concessione disposta dal Commissario prefettizio.

Richiamandosi al Decreto “Cura Italia”, la società invoca l’applicazione di una proroga di 90 giorni a partire dalla fine dello stato di emergenza sanitaria, chiedendo l’allungamento della concessione almeno fino al 31 ottobre

Come detto, è stata anche presa di mira la relazione allegata alla delibera consiliare n. 16/2021, in quanto non chiarirebbe le ragioni rispondenti per le quali è stata preferita la gestione comunale del porto, e non avrebbe dimostrato la maggiore efficienza e la migliore economicità del modello gestionale prescelto: «E’ sufficiente – si legge nel ricorso – evidenziare, a questo proposito, che la Relazione è del tutto sfornita di un’adeguata previsione Economico-Finanziaria relativa ai costi della gestione in house, non essendo sufficiente la valutazione della sola spesa relativa al personale della Ditta esterna che dovrà espletare i servizi de esternalizzare; manca, del pari, qualsiasi previsione del possibile risultato economico della futura gestione, giacché non si è dimostrato, neppure in via ipotetica e presuntiva, che la gestione pubblica arrecherà all’Amministrazione Comunale vantaggi economici maggiori di quelli derivanti dal pagamento del canone da parte dell’assegnatario privato. Neppure sono stati indicati i possibili benefici che potrebbero derivare alla Comunità locale dalla scelta della modalità di gestione del servizio effettuata.

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La Relazione si è, cioè, limitata a descrivere le sole attività che il Comune intende porre in essere al fine di gestire il Porto, ma non ha indicato né i costi di quest’attività, né le ricadute economiche vantaggiose della stessa, né i possibili benefici per le Comunità locale amministrata». In sostanza, viene contestato tutto l’impianto delle attività di indirizzo predisposte dall’amministrazione, e si invoca la sospensione dei provvedimenti perché, «in caso di esecuzione coattiva del provvedimento di sgombero, la Società Marina del Capitello che ha già programmato la Stagione Turistica 2021, si vedrà definitivamente esclusa dalla gestione del Porto Turistico», dopo aver già proceduto ad assumere alcuni dipendenti e a stipulare contratti per ormeggi stagionali. Diventa quindi fondamentale per la società cercare di ottenere dal Tar una nuova sospensiva cautelare. Tocca adesso al Comune cercare di rispondere, per evitare che la tattica dilatoria del concessionario vanifichi totalmente gli indirizzi amministrativi diretti a riprendere il controllo dell’infrastruttura.

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