POLITICAPRIMO PIANO

Lacco Ameno e i bilanci, Pascale: «In consiglio senza paura»

Alla vigilia delle tre sedute consiliari ravvicinate, il primo cittadino non teme i numeri risicati della maggioranza: «Soltanto un folle potrebbe volere l’ennesimo commissariamento del Comune»

Nei prossimi giorni il consiglio comunale si riunirà per approvare i bilanci. Come arriva la maggioranza a questi importanti appuntamenti?

«Non abbiamo particolare ansia legata all’approvazione dei bilanci. I conti del Comune sono in ordine. Arriviamo in consiglio con un assessore dimissionario (Giacinto Calise, ndr) che resta consigliere, e un altro consigliere (Piero Monti, ndr) che pare non sia perfettamente contento di quello che è stato l’operato dell’amministrazione. Ma comunque, preso atto di questo, le ripeto che non abbiamo timori particolari nell’accingerci a votare i bilanci».

Tuttavia dalla nostra ultima intervista, subito dopo le dimissioni di Calise, si è consumato anche lo strappo con Monti e quindi rispetto a marzo i numeri sono ancora più risicati.

«Dei due consiglieri comunali in questione, finora non abbiamo atti o posizioni politiche ufficiali. Al momento l’unica ufficialità sono le dimissioni dell’assessore Calise. Quello che Monti pensa lo ha esternato anche pubblicamente, ma in termini strettamente politici al momento non risulta ancora nulla. Se poi entrambi si porranno fuori dalla maggioranza, lo vedremo nel momento e nelle sedi opportune. La maggioranza della cittadinanza li ha votati insieme alla lista Il Faro, quindi essi sono parte di questo movimento civico…».

«Finora non ci sono atti che ufficializzino l’uscita dalla maggioranza di Calise e Monti, a parte la richiesta di convocazione del consiglio firmata insieme all’opposizione. In quella sede vedremo come si posizioneranno»

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Sì, ma nel frattempo c’è stata una richiesta di convocazione di consiglio da parte della minoranza, sottoscritta anche da Calise e Monti.

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«Questo è vero. Tale richiesta è l’unico atto che si potrebbe leggere in maniera politica, chiedendo lo svolgimento di una seduta per discutere alcuni punti. In termini strettamente amministrativi appare evidente che si tratta di una mera questione politica, perché in questi punti non c’è alcuna proposta da parte loro. Il presidente del consiglio comunale Dante De Luise, persona sempre corretta e con un alto senso delle istituzioni, saprà dirimere la questione, anche perché avremo tre consigli a cadenza ravvicinata, l’11, il 16 e il 23 maggio. Per quanto riguarda l’argomento nettezza urbana, si tratta di una richiesta di spiegazioni, e potrebbe darle lo stesso ex assessore Calise, perché l’indirizzo all’ufficio lo detta la giunta e all’epoca lui non era ancora dimissionario».

Secondo Lei sarebbe quindi contraddittorio chiedere spiegazioni su una decisione che era stata prima condivisa.

«No, non dico questo. Dico che sono argomenti che non hanno una proposta alla base, sono soltanto inviti a discuterne nel primo consiglio utile. Fra l’altro, uno dei tre punti riguarda la questione della commissione paesaggio, oggi scaduta, e che nel prossimo consiglio vedrà la nomina dei nuovi componenti. Che poi due consiglieri di maggioranza hanno firmato con l’opposizione è una notazione politica, ma gli atti sono quelli».

«Siamo pronti a riprendere il porto turistico sotto il controllo pubblico. È finita l’epoca in cui il privato intasca gli incassi e il pubblico si sobbarca spese e investimenti. Quella dell’approdo turistico non è una lotta “Perrella contro Pascale”, bensì l’interesse privato contro l’interesse di tutto il paese»

La giunta ha dato indirizzo per l’affidamento dei servizi ausiliari portuali. Dunque il Comune è fiducioso di riprendere il controllo diretto del porto il prossimo 1° luglio, oppure si temono altre manovre dilatorie a livello giudiziario?

«Guardi, penso che questa vicenda sia diventata kafkiana, a dir poco. Continuiamo ad essere in presenza di un parcheggiatore abusivo, a cui un tribunale amministrativo, a torto o a ragione, ha lasciato le chiavi del parcheggio. Siamo davanti a un concessionario che come è noto continua a non pagare – ad oggi deve versare più di un milione di euro al Comune – e mi sorprende che la cosa faccia indignare solo una parte del paese, perché dovrebbe indignare l’intero paese. Inoltre i cittadini devono continuare a sostenere le spese di investimenti, di ammortamento, di gestione, di utenze varie. Sappiamo tutti che la concessione è scaduta, e tra l’altro era già stata revocata dal Commissario prefettizio. Il project financing prevedeva anche la realizzazione di lavori migliorativi infrastrutturali. Il Tar ha poi deciso che il concessionario potesse beneficiare delle proroghe-covid. Le sentenze non si commentano: si impugnano. Anche su questa decisione ci sarebbe da dire, ma chi mi conosce sa bene che ho grande rispetto per le istituzioni. Noi abbiamo impugnato, il Consiglio di Stato ci ha rinviato all’udienza di merito del Tar che ha accordato 90 giorni di proroga oltre la scadenza dell’emergenza sanitaria, quindi fino al 30 giugno».

E dopo quella data?

«Noi mettiamo in campo tutti gli atti per andare a gestire come ente pubblico l’approdo turistico, proprio come è scritto nel primo punto del nostro programma elettorale, che è stato avallato a maggioranza dal popolo di Lacco Ameno due volte in quindici giorni. Esso resta uno dei nostri principali punti programmatici per i motivi che ci siamo sempre detti: è finita l’epoca in cui gli investimenti sono a carico del pubblico e gli incassi a vantaggio del privato. Le risorse che verranno dalla prima infrastruttura del paese saranno redistribuite a chi ne ha bisogno, visto il particolare momento socio-economico e vista la nostra volontà di amministrare tenendo ben presente l’aspetto sociale. Non si tratta soltanto di un dovere politico: è un dovere morale riportare la struttura sotto la gestione pubblica, in quanto tutto il meccanismo di funzionamento del porto sta ricadendo sulle spalle dei lacchesi, mentre gli incassi le percepisce solo il privato. Chi continua a sostenere che questa è una battaglia Pascale-Perrella, oppure Pascale-De Siano, commette un errore. Noi siamo portatori di interessi distinti e diversi. Io sono portatore di un interesse pubblico, perché ho l’onore e l’onere di fare il sindaco, loro sono portatori di interessi privati. Voglio ricordare una cosa…».

«Dopo tutto quello che Lacco Ameno ha vissuto e sofferto negli ultimi decenni, sarebbe una follia politica pensare di far commissariare per l’ennesima volta il Comune. La volontà popolare non va mai stravolta. I cittadini si sono espressi a chiare lettere»

Prego.

«Per l’affidamento dell’approdo turistico nel 2016, con una precisa scelta politico-amministrativa noi stessi ricorremmo alla formula del project financing. Era un momento politico e amministrativo ben diverso, perché come è noto il Comune era in dissesto finanziario e quando chiedemmo alla Procura della Corte dei Conti se avessimo voluto riportare in bonis la società Marina di Pithecusa per gestire il porto, ci fu detto che l’ente in dissesto non avrebbe potuto investire in tale società. Quindi ci trovammo dinanzi a una scelta e optammo per la finanza di progetto, proprio perché prevedeva il pagamento dei canoni e lavori da parte del privato. Pensammo dunque che fosse una scelta giusta, per evitare che al termine dei cinque anni le strutture sarebbero risultate pesantemente usurate e obsolete. Questa è la vera storia, mentre ora c’è chi vorrebbe sintetizzarla nella definizione “Perrella contro Pascale”, perché evidentemente vuole tenere alta l’attenzione su uno scontro che di fatto non esiste. Io non ho nulla contro Perrella. Anzi, da Perrella vorrei che versasse il milione di euro che deve al Comune, e che poi se ne andasse vista la concessione già abbondantemente scaduta. Al massimo potrei contestare solo una cosa a Perrella…».

E quale sarebbe?

«Non è vero che Perrella è super partes politicamente. Non solo lo avete trovato in prima linea a tutte le manifestazioni della parte politica avversa, non solo lo avete trovato fuori ai seggi elettorali durante le elezioni come se fosse direttamente coinvolto, ma lo avete trovato anche nella Prefettura di Napoli per giornate intere mentre si facevano le pulci alle singole schede perché un solo voto avrebbe potuto cambiare le sorti politiche del paese. Non credo che questi siano comportamenti di un imprenditore super partes che gestisce la prima infrastruttura del paese. Anche solo per una questione di stile, in quegli appuntamenti sarebbe stato opportuno non farsi vedere».

Lei ha accennato al fatto che vi saranno tre consigli comunali in rapida successione: nessuna paura quindi di qualche “tranello” contro la maggioranza?

«Guardi, “paura” è un termine che mi lascia perplesso: di cosa dovrei avere paura? Noi qui parliamo dell’interesse di una intera comunità. Se pure oggi, dopo tutto quello che Lacco Ameno ha vissuto e sofferto negli ultimi decenni, c’è ancora qualcuno che per l’ennesima volta pensa di far commissariare il Comune per poi passare a nuove elezioni, dopo il periodo-covid e in pieno periodo di guerra in Europa, credo che si tratti di un folle, in termini strettamente politici. La volontà popolare non va mai stravolta. I cittadini si sono espressi a chiare lettere: se poi qualcuno vuole stravolgere tale volontà per piegarla a interessi di parte, si tratta appunto di una follia. Ne abbiamo già vissute tante: la sfiducia nei miei confronti, quella contro il professore Mennella tanti anni fa, quella contro Tuta Irace e contro Carmine Monti. Si vuole forse procedere ancora su una strada del genere? Io francamente, più che paura, mi rifiuto proprio di pensarlo. Se poi esistono dei folli che dopo poco più di un anno trascorso dalle elezioni lavorano a una soluzione del genere, non glielo so dire. Io ho ancora addosso l’adrenalina di quelle piazze gremite, di gente anziana in piedi fino a tarda notte che aspettava la chiusura dei comizi, un popolo che ha pianto di gioia davanti ai seggi quando abbiamo vinto, accompagnandoci quando ci hanno tolto momentaneamente la vittoria e fino a quando un giudice finalmente ci ha dato giustizia. Se davanti a tutto ciò, c’è qualcuno che vuole “strappare” la Storia, io resto ancora convinto che il voto è un sentimento e resto legato col cuore a tutte le persone che ci hanno dato fiducia. Adesso noi abbiamo una responsabilità, quella di dimostrare che la scelta è stata giusta. E soprattutto abbiamo la responsabilità di attuare il nostro programma, come è stato avallato dagli elettori, a partire dal fare ogni utile sforzo per riportare il porto in mano pubblica. Mi rendo conto perfettamente degli interessi in gioco e di chi ha interesse a far sì che ciò non accada, ma la gente di Lacco questo vuole e noi non indietreggeremo perché faremo la volontà degli elettori, impegnati sulla scuola, sulla ricostruzione, sull’approdo turistico, sul sociale, sui beni culturali e sulla mobilità sostenibile. A volte i risultati sono buoni, a volte sono migliorabili, ma siamo qui perché ci hanno voluto i cittadini. Dunque nessuna paura: in democrazia io conosco un solo tribunale che è l’urna elettorale, e un solo giudice, che è il popolo».

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