La strada di Enzo: «Ho scelto la continuità, ecco perché»
Lunga intervista al sindaco d’Ischia che spiega la scelta di Luigi Di Vaia come quinto assessore, non teme malumori in maggioranza e poi parla di EVI, post frana, stagione turistica e della lezione di Ejarque. E per adesso non intende ancora guardare al futuro…
Cominciamo con quella che è la vera novità, la nomina del quinto assessore. Il pronostico è stato rispettato, visto che il nome di Luigi Di Vaia da tempo era il più gettonato.
«Sì, il nome di Di Vaia rientrava all’interno di una rosa di persone in possesso della caratura, dei requisiti e dei presupposti per svolgere validamente la funzione di assessore, e in particolare di assessore al turismo e agli eventi. La nomina di Di Vaia nasce da una serie di valutazioni tese a inquadrarne la tipologia più sull’aspetto tecnico che sull’aspetto politico. Di Vaia ha svolto tale funzione nei cinque anni passati, e l’ha svolta bene nell’ambito delle materie che ha curato. D’altronde il risultato elettorale tanto positivo è indice che anche in quel comparto si era lavorato bene, e non avendo altre personalità che potessero svolgerla alla stessa stregua, abbiamo deciso di puntare su Gigi, e penso che anche stavolta farà un buon lavoro. Già in questo primo scorcio di amministrazione ha prestato la sua opera, dunque il suo sarà un impegno in continuità con quanto finora fatto».
«La nomina di Di Vaia arriva in considerazione del buon lavoro che egli ha svolto negli anni scorsi, e tale soluzione va dunque nel segno della continuità»
Appunto, è una nomina nel segno della continuità, un po’ come l’intera amministrazione rispetto alla precedente consiliatura e sindacatura. Quindi ci si potrebbe chiedere perché sia stata così meditata una soluzione che va nel solco della continuità.
«Perché in un primo momento dovevamo tener presenti determinati assetti che guardavano anche a dei profili politici, ma poi ci siamo resi conto che serviva consolidare il contributo tecnico che Gigi poteva dare, e abbiamo pensato di dare strada a tale soluzione».
A cose fatte, tutto si può dire tranne che Enzo Ferrandino abbia applicato il “manuale Cencelli”: due liste sono rimaste senza assessori. Quali sono stati i criteri di valutazione, e si può dire che tutti vivranno ugualmente felici e contenti?
«Non parlerei di “manuale Cencelli” perché penso che esso sia ormai da riporre abbondantemente sugli scaffali più lontani della libreria. Come principio, abbiamo sempre cercato di non ricorrere a questo strumento. Chiaramente, in una amministrazione nata da una coalizione bisogna garantire una rappresentanza e dei carichi di lavoro in maniera tale da raggiungere l’obiettivo di far sentire tutti protagonisti e partecipi del progetto, e io penso che abbiamo ancora un po’ di tempo per far quadrare ciò. Del resto lo avevamo già annunciato prima della presentazione delle liste che ci sarebbe stato spazio per tutti gli uscenti: sono convinto che alla fine di questo lavoro che stiamo svolgendo con le varie anime della coalizione, tutti coloro che hanno dato un contributo in essa si sentiranno coinvolti e partecipi del progetto politico di questa consiliatura».
«Nessun manuale Cencelli: sono convinto che tutti i rappresentanti delle varie anime della coalizione si sentiranno coinvolti e partecipi del progetto politico di questa consiliatura»
Cosa significa per l’Evi l’uscita dallo stato di liquidazione – alla quale si ambiva da tempo – e come commenta queste nubi fosche, adesso un po’ dissipate, sulla gestione in autonomia del settore idrico?
«Era un obiettivo che ci eravamo prefissati con tutte le altre amministrazioni isolane quello di far rientrare in bonis l’Evi, la società che gestisce il servizio d’acquedotto e delle fognature. È stata un’attività importante, e una bella assunzione di responsabilità da parte di tutti i sindaci, e questo voglio sottolinearlo. In relazione invece all’accorpamento nell’Ato, l’Evi – e ciò lo abbiamo evidenziato in un incontro col vicepresidente regionale Bonavitacola – ha tutte le carte in regola, e tutti noi abbiamo fatto “i compiti a casa”, per poter rivendicare una gestione distinta rispetto all’Ato del distretto di riferimento. È qualcosa che, vista la tipologia del nostro territorio, il modo in cui è organizzato il servizio, la puntualità dei pagamenti della stragrande maggioranza dei fruitori del servizio, è fortemente rivendicato. Sono convinto che riusciremo a raggiungere l’obiettivo lavorandoci in maniera corale».
Il primo consiglio d’amministrazione sarà composto verosimilmente dai sindaci?
«Questo lo vedremo un po’ più in là: appena avremo maggiori certezze in relazione al raggiungimento dell’obiettivo della gestione autonoma, penso che daremo il via alle valutazioni in merito al consiglio di amministrazione».
«Abbiamo raggiunto coralmente l’obiettivo fortemente voluto di far rientrare in bonis l’Evi. Ora puntiamo alla gestione distinta della rete idrica dall’Ato»
Si sta discutendo molto in questi giorni relativamente al “post frana” di Casamicciola Terme. Anche nei recenti incontri che si sono svolti nella cittadina termale si fa un gran parlare dell’opportunità di mettere in sicurezza solo il territorio casamicciolese, invece di destinare i fondi all’intera isola. Sembra una metafora di come l’isola non riesca mai a fare “sistema”.
«Sono dell’idea che bisogna assolutamente rimettere in sesto Casamicciola, la cui comunità ha bisogno di attenzioni. D’altronde l’isola senza Casamicciola resta un’isola monca. Dunque, sia per quanto riguarda il post terremoto sia per quanto riguarda gli assetti dell’emergenza idrogeologica la precedenza assolutamente va data a Casamicciola, e queste considerazioni le abbiamo fatte con lo stesso commissario Legnini. Chiaramente sull’emergenza idrogeologica esiste una norma che contempla l’intera isola: ecco quindi la necessità di dare una marcata precedenza a Casamicciola, poi laddove esistono delle situazioni particolari – come ad esempio Monte Vezzi per quanto riguarda Ischia e altre emergenze in altri comuni – naturalmente bisognerà intervenire anche in tali casi».
«Massimo supporto a Casamicciola in questo momento. Senza il comune termale siamo un’isola monca»
Quanto è preoccupato, non soltanto dal punto di vista turistico ma anche dal punto di vista logistico, da quella che rischia di essere una prolungata indisponibilità del porto di Casamicciola? Si tratta di un disagio che pare non essere percepito da molti, e che invece si riverbera sull’intera isola.
«Adesso il porto di Ischia finisce per sopportare i tre quarti dei flussi di movimentazione da e per la terraferma: aggiungervi il restante quarto potrebbe significare il tracollo dello scalo ischitano. Già prima dell’emergenza avevamo una marcata necessità di rivisitazione dei carichi che questi hub di Ischia e Casamicciola assorbono. Dunque la questione del porto di Casamicciola è la vera emergenza in relazione a un rientro verso la normalità per le dinamiche turistiche. Sicuramente tutti gli attori coinvolti devono profondere il massimo sforzo possibile affinché questa problematica venga arginata e superata quanto prima possibile».
Nel lavoro fin qui svolto da Ejarque, c’è qualcosa che l’ha colpita o che magari ha anche appreso?
«Una cosa che non avevo mai immaginato o comunque non immaginavo – e da quello che vedo non immaginavano nemmeno gli altri operatori – è che oggi, specialmente dopo la pandemia, il turista quando sceglie il luogo dove trascorrere le sue vacanze cerca di seguire le sue passioni. Può essere la passione per il ciclismo, per le passeggiate, e tante altre ancora. Spesso noi tendevamo a promuovere il nostro territorio evidenziandone le parti più iconiche. Ejarque in questi incontri ci sta spiegando che dobbiamo cambiare tale approccio: dobbiamo infatti confezionare un prodotto turistico dove gli ingredienti sono già in nostro possesso, ma dobbiamo avere la capacità di miscelarli mostrando Ischia come una località ideale per il buon vivere nell’ambito mediterraneo, dove elementi come il termalismo vanno rivisitati in relazione a questa nuova chiave di lettura. Anche tutto questo è una sorpresa per me, infatti sto partecipando in maniera molto interessata perché trovo molto utile in prospettiva avere tale consapevolezza grazie al contributo che questo professionista sta mettendo a disposizione della nostra comunità».
«La questione del porto di Casamicciola è la vera emergenza dal punto di vista turistico. Gli enti preposti lavoreranno al massimo per superare il prima possibile questa criticità»
Si dice che una comunità che voglia definirsi civile non possa prescindere dal mettere in primo piano scuole sicure e all’avanguardia. Tale atteggiamento, tra quello che è stato fatto, che si sta facendo e che si farà, si può definire un fiore all’occhiello della Sua amministrazione?
«Questa è la parte più importante e qualificante del nostro programma: e a dire il vero nell’amministrazione tutti stanno dando un contributo determinante in questa direzione. Speriamo che per la fine del 2026 avremo i tre quarti dei nostri plessi scolastici rinnovati, più moderni, all’avanguardia, e più confacenti alle esigenze dei nostri ragazzi. Come Lei accennava, una comunità che possiede luoghi sicuri e moderni dove poter studiare è una comunità sicuramente più civile».
Ormai non manca molto: come guarda Enzo Ferrandino (e Ischia) alle imminenti elezioni di Forio e Casamicciola? Curiosità, e poi?
«Sono convinto che le due popolazioni sapranno indirizzarsi bene, riuscendo a individuare le persone giuste che dovranno interpretare il futuro amministrativo di queste due comunità. Ovviamente l’isola è un sistema, quindi io spero che nell’ambito di questa fase elettorale venga ribadita questa omogeneità che, al di là delle chiacchiere da bar sulla presunta mancanza di unità e sulle contrapposizioni, invece si finisce sempre per raggiungere».
Ai bookmakers che la vedono seduto a Palazzo Santa Lucia cosa risponde?
«Sono ragionamenti ancora prematuri: dovrà passare ancora molta acqua sotto i ponti. Adesso siamo tutti quotidianamente concentrati nell’azione amministrativa. In futuro si vedrà».
«Ejarque ci sta insegnando a promuovere il territorio come un luogo dove il turista può trovare soddisfazione per le proprie passioni, a partire dal buon vivere, miscelando in maniera giusta gli elementi che Ischia già possiede»
Se ci vuole tempo per le prossime elezioni regionali, ci vorrà ancora più tempo per le prossime amministrative a Ischia, ma ha mai pensato di dover ragionare sul futuro, da leader di una coalizione?
«Per quello che sta succedendo sulla nostra isola, per i problemi che quotidianamente ci vedono assorti, il tempo di guardare così lontano su temi del genere non c’è. D’altronde sono passati appena sette mesi dalle scorse elezioni: capisco che spesso il tema elettorale è molto appassionante, ma adesso siamo nella fase della serenità, e io devo ringraziare tutti i componenti dell’amministrazione insieme ai quali con grande responsabilità stiamo lavorando nella stessa direzione. Sono convinto che questa azione ci porterà a toglierci delle grandi soddisfazioni».
«Per il 2026 contiamo di completare i tre quarti del rinnovamento dei nostri plessi scolastici, che rappresenta una delle priorità che ci siamo dati oltre che un fiore all’occhiello dell’azione amministrativa»
Dopo sei anni, e dopo aver spesso parlato di tutte le cose fatte per Ischia, Enzo Ferrandino ha un cruccio? Ad esempio, qualcosa che avrebbe già voluto portare a compimento e che non è ancora riuscito a realizzare?
«Sicuramente un cruccio è riuscire a portare avanti iniziative come quelle finalizzate a migliorare la mobilità nel territorio comunale: questo è un obiettivo che tutti ci stiamo ponendo. È partita una serie di attività come la progettazione e l’esecuzione del parcheggio pluripiano e una sorta di hub d’interscambio di mobilità nel parcheggio del Palazzetto dello Sport e dello Stadio “Enzo Mazzella”. Su questo siamo un po’ indietro; d’altronde i due anni di pandemia ci hanno rallentato, e penso che esso sia uno dei temi – assieme alla messa in sicurezza del territorio e dell’edilizia scolastica – parimenti meritevoli d’intervento».