CRONACA

La spesa ai tempi del Covid-19, come cambiano le abitudini dei consumatori

Le misure restrittive anti-contagio favoriscono gli acquisti on line e la consegna a domicilio, sollecitata anche dalle amministrazioni dei Comuni isolani

La pandemia da coronavirus si avvia a entrare nel vivo, dal quale gran parte del nostro stile di vita ne uscirà in varia misura cambiato. Naturalmente già in questo periodo di emergenza sanitaria ognuno di noi ha visto stravolte, a dir poco, le propri abitudini, di vita e di lavoro. E in questo cambiamento repentino vi è anche un gesto che abbiamo sempre considerato semplice quanto necessario, come l’andare a fare la spesa.

Le grandi catene di supermercati si sono subito adeguate, ma in alcune zone i tempi di consegna non sono ancora all’altezza delle aspettative e delle esigenze degli utenti

Adesso, con l’isolamento domiciliare continuo, con i provvedimenti governativi d’urgenza e le varie ordinanze regionali e comunali che nel giro di poche settimane hanno progressivamente inibito diverse attività e spostamenti, il rifornirsi dei generi di prima necessità è diventato sì un momento indispensabile, ma anche più soggetto a possibili rischi e quindi da limitare al massimo: le autorità invitano continuamente a fare la spesa soltanto una o due volte a settimana per evitare la possibilità di assembramenti che favoriscono il diffondersi del contagio. Di conseguenza, l’intero settore sta cercando di adeguarsi, e anche sotto la sollecitazione delle amministrazioni comunali i vari punti vendita si stanno attrezzando per garantire la vendita on line e la consegna a domicilio della merce ordinata.

Di conseguenza alcuni Comuni hanno già diramato le liste degli esercizi commerciali, suddivisi per categorie, che hanno fin qui aderito al servizio di consegna della spesa a domicilio. Casamicciola ad esempio ha reso noto tale elenco, che è peraltro in continuo aggiornamento, mentre anche il sindaco di Serrara Fontana ha pubblicato la disponibilità di grandi catene di supermercati come Dok e Decò, a effettuare la consegna a domicilio.

Si assiste anche a un rilancio delle piccole botteghe: numerosi consumatori preferiscono infatti ricorrere al rapporto consolidato con il piccolo negoziante di fiducia anche per quanto riguarda le consegne a domicilio

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È auspicabile che tale modalità si estenda progressivamente all’intera isola, ma già adesso si può riflettere su alcune conseguenze di questa contingenza, che in un certo senso potrebbe definirsi come la “rivincita” delle piccole botteghe di quartiere, rispetto alle catene della grande distribuzione. Sì, perché nonostante la situazione in continua evoluzione, molti cittadini hanno riscontrato una certa maggiore rapidità di consegna nel caso di ordinazione del la spesa nel piccolo negozio vicino casa. E in fondo è anche comprensibile che questa forzata “quarantena” generalizzata, col divieto di effettuare spostamenti a distanze significative se non per motivi indifferibile, abbia favorito il ritorno a una dimensione più “paesana” nell’esigenza di soddisfare la domanda di beni essenziali, a partire da quelli alimentari, rilanciando il rapporto fiduciario col proprio negoziante, anche a costo di un prezzo complessivo leggermente maggiore: rapporto che giocoforza è impossibile, o comunque molto difficile, instaurare quando si tratta di catene di supermercati che sono istituzionalmente adibiti a servire una quantità molto più ampia di consumatori, spesso provenienti da vari Comuni limitrofi. Naturalmente il fenomeno è comunque relativo, visto che nel settore la grande distribuzione continua e continuerà a essere il riferimento anche sull’isola. Tuttavia, come detto, essa dovrà ancora perfezionare la velocità di recapito in alcune zone dell’isola. Altra criticità che è stata riscontrata in questi giorni è data dalle modalità di pagamento, e anche qui si avverte la differenza tra piccole botteghe e grandi supermercati: mentre i primi accettano sovente il pagamento in contanti, i secondi in taluni casi esigono l’effettuazione di un bonifico. Modalità, quest’ultima, da un certo punto di vista comprensibile, perché il supermercato prima di far partire un fattorino alla volta della consegna a domicilio deve avere sicurezza che il cliente sia individuato e solvibile. Tuttavia, se si pensa che sovente ad aver bisogno di una consegna presso la propria abitazione è un cittadino anziano, si comprende che diventa più difficile esigere un bonifico via web da chi probabilmente non è avvezzo a tali strumenti di pagamento “smart”. Un’altra piccola polemica, montata nelle ultime ore tra i consumatori, riguarda la soglia minima oltre la quale non si paga il sovrapprezzo per la consegna a domicilio: una grande catena di supermercati ha infatti più che raddoppiato tale soglia. È vero che l’aumento delle richieste di spesa “a distanza” avrà avuto ricadute circa il numero di persone da impiegare allo scopo, ma resta lo sconcerto dei consumatori di fronte a questo repentino e consistente aumento.

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