Chiuse le scuole. Lo ha deciso il presidente della giunta regionale della Campania Vincenzo De Luca con un’ordinanza emanata nella serata di giovedì. Per il presidente appena rieletto ha spiegato in serata: «Ritengo opportuno ricordare i dati a me comunicati dalla task force regionale. Ieri 15 ottobre, i tamponi positivi registrati in Campania sono stati 1.127 su 13.780, pari all’8,1 % rispetto al 7,1 di ieri. Per quanto riguarda il mondo della scuola, ecco i dati riferiti a Napoli e Caserta: Asl Napoli 1: contagiati 120 tra alunni e docenti; Asl Napoli 2: contagiati 110 tra alunni e docenti; Asl Napoli 3: contagiati 200 alunni e 50 docenti, con circa 70 casi connessi; Asl Caserta: contagiati 61 tra alunni e docenti. Decine di questi contagi sono contatti diretti, e sono stato rintracciati attraverso il contact tracing».
La chiusura delle scuole non è stata accolta con favore praticamente da nessuno. Tensione alle stelle tra Roma e Napoli sulla decisione del Governatore De Luca di chiudere le scuole in Campania. Il Premier Conte e la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, hanno commentato negativamente questa decisione. Per Lucia Azzolina si tratta di «Una decisione gravissima, sbagliata e inopportuna. Sembra ci sia un accanimento del governatore contro la scuola. Lo 0.75% degli studenti è risultato positivo, a fronte di una media nazionale di 0.80%». Anche il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha espresso parere negativo ed a margine del Consiglio Europeo ha tuonato: «Ne ho parlato con De Luca, che chiudere di blocco tutte le scuole è una soluzione che sembra a portata di mano, molto facile, ma anche dal punto di vista dei segnali che diamo, non è il miglior segnale che stiamo dando».
E poi ci sono i genitori. Giovedì sera, dopo la diffusione dell’ordinanza, è cominciato il passaparola. Ieri mattina genitori, autisti di autoscuola ed anche bambini si sono riuniti davanti alla sede della Regione, mostrando gli striscioni, al grido di “non siamo in dittatura” e “la scuola è un diritto”. Contestazioni analoghe sono state registrate anche a Salerno. Una seconda manifestazione è in programma per questa mattina ancora davanti alla sede della Regione; il passaparola in questo caso si sta diffondendo anche tramite Facebook, con l’invito per i genitori di portare con sè anche un bambino. In protesta anche i conducenti degli scuolabus, che sono partiti dal quartiere Fuorigrotta e si sono ritrovati sul Lungomare di Napoli per poi dirigersi alla sede di Santa Lucia della Regione Campana: chiedono un aiuto economico in seguito al blocco della didattica in presenza, che di riflesso ferma anche la loro attività. Tra i messaggi che da ieri circolano sui social e nelle chat tra i genitori anche l’invito ad aderire ad una petizione online, lanciata sulla piattaforma Change.org e indirizzata al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina per chiedere “l’immediata ripresa in presenza delle lezioni scolastiche in Campania”.
Le scuole ischitane sono pronte per la Didattica a distanza. Ce lo conferma il dirigente Mario Sironi dirigente dell’istituto Telese di Ischia. «Abbiamo predisposto la piattaforma per la dad. Lunedì si comincia». «In questo momento – ci spiega – è fondamentale il rapporto con le famiglie e per questo abbiamo attivato la convenzione per concedere in comodato d’uso i dispositivi a chi non li possiede». Sironi si aspettava la chiusura delle scuole. «Chi sta in prima linea come noi dirigenti scolastici, conosce bene la precarietà con cui le scuole funzionano. Chiaramente ci sono differenze in base all’istituto ed alle realtà territorialità, ma tutte le scuole vivono una condizione di precarietà messa ancora più in evidenza dal Covid». Per questo, conferma «In seguito all’aumento dell’indice del contagio, c’era da aspettarsi la chiusura delle scuole. E poi bisogna considerare la difficoltà dei trasporti, del contenimento del contagio una complessiva situazione di disagio legata anche alla numerosità degli alunni. Insomma sono davvero tanti i fattori che ci ha portato a questo». Fare previsioni è impossibile. Non è possibile immaginare se la chiusura delle scuole durerà fino al 30 ottobre o si proseguirà anche successivamente.
«Mi auguro che possiamo tornare a fare lezione tra i banchi, ma dobbiamo considerare numerosi fattori. I banchi monoposto, ad esempio, ancora non sono arrivati. E non è solo questa la criticità», conferma il dirigente del Telese che ribadisce: «La dad non è la risposta giusta, ma difronte alla tutela della salute di alunni, insegnanti e personale scolastico è stata fatta una scelta che non possiamo definire sbagliata». E chiosa Sironi: «Era meglio non farla, ma che capisco che può essere necessaria». Anche all’istituto Mattei si comincia lunedì con la didattica a distanza. «Siamo pronti per la dad. Lunedì partiremo con le lezioni on line. La giornata di oggi sarà dedicata alle prove tecniche». Così il dirigente Gianpietro Calise ci conferma l’avvio delle lezioni. «Non posso che prendere atto delle posizioni del Ministero dell’Istruzione e del presidente della giunta regionale. chiudere le scuole è un fatto grave – spiega – ma è anche vero che probabilmente in questo momento ed alla luce delle criticità emerse in questo mese di lezioni in presenza, non è totalmente folle far partire la didattica a distanza». «Perché – ci spiega ancora Calise – Abbiamo vissuto questo periodo con una grande palpitazione d’animo. Uno stato continuo di agitazione e di disagio perché al primo posto abbiamo messo la tutela della salute dei docenti, dei ragazzi e di tutto il personale scolastico». A parlare anche Giovan Battista Castagna che è un docente oltre che il sindaco di Casamicciola. «Chiudere le scuole rappresenta un fallimento. La dad è un palliativo. Oggi abbiamo la tecnologia dalla nostra parte rispetto al passato, ma fare lezione dietro un computer non è certo scuola. In presenza la programmazione è più semplice ed efficace». «Chiudere la scuola è una sconfitta», ripete con sincero dispiacere. Castagna, poi, analizza alcune criticità. «C’è stato il tempo per programmare e non è stato sfruttato. Si è pensato alla dad, ai banchetti monoposto ed alla sanificazione e non a tutto il resto. In classe, almeno secondo la mia esperienza, la situazione è buona. In classe i ragazzi sono protetti e sicuri. Ma è stato dimenticato che i ragazzi per arrivare a scuola spesso viaggiano sui mezzi di trasporto pubblico che sono affollati e non so se davvero siano sicuri». Da docente, poi Castagna, analizza anche un altro fattore: «Non è stata valutata la continuità didattica». E spiega: «Tenendo presente la pandemia in atto, gli insegnanti precari dovevano essere riconfermati così ci saremmo ritrovati a ricominciare con dei docenti che avevano già maturato esperienza in una classe. Al momento, invece, molte cattedre sono ancora vacanti. Sono circa il 50% gli insegnanti ancora non nominati. E questo è un ulteriore problema per la didattica a distanza». «Sono dispiaciuto -conclude il sindaco – perché difronte ai numeri che abbiamo registrato negli ultimi giorni capisco che i sacrifici fatti nei mesi scorsi sono stati vanificati. E questo è un peccato per tutti. Soprattutto per i ragazzi». E poi c’è un insegnante che tiene a precisare. «Nell’immaginario collettivo i docenti sono quelli che lavorano poco. Non è così. Noi preferiamo andare in classe, avere un rapporto diretto con i ragazzi ed instaurare con loro un rapporto umano che va oltre la materia».
«Anche a noi la dad – ci conferma questo insegante che preferisce restare anonimo perché non ha condiviso con il suo dirigente scolastico la possibilità di parlare con i media – non piace. Speriamo che la chiusura riguardi solo le prossime due settimane. Ed a questo proposito mi appello alle famiglie ed ai stessi ragazzi: cercate di non prendere questo periodo come quello delle vacanze. Impegnatevi nello studio, rispettate le regole e cercate di non uscire troppo: il virus non si ferma con un’ordinanza». La chiusura della scuola non coinvolge solo i docenti e gli alunni. Ci sono i genitori che hanno subito l’ordinanza. A parlarcene la presidente del Consiglio d’Istituto del liceo Ischia Daniela Scotti: «L’ordinanza di giovedì pomeriggio è arrivata quasi improvvisamente e ci ha lasciati sbigottiti. Certo è che i numeri sono davvero in crescita e ciò giustifica la scelta fatta da De Luca di chiudere le scuole. Il liceo Ischia già questa mattina (ieri per chi legge ndr) ha fatto partire le lezioni on line. Nessuno è stato abbandonato o è rimasto indietro. La preoccupazione maggiore è per i ragazzi. Il distanziamento dalla scuola, dagli insegnanti e dai compagni di classe influisce principalmente sui ragazzi. Certamente le famiglie non hanno ben accolto questo provvedimento. Tenere i figli a casa non è una cosa semplice, ma ognuno si è dato auna giustificazione e ha preso atto dell’ordinanza di De Luca». Il malumore di chi lavora c’è. Organizzarsi con figli a casa e con il lavoro non è semplice. «Ma ormai eravamo psicologicamente pronti. Perché tutti infondo ci aspettavamo che prima o poi la scuola sarebbe tornata a distanza». «Mi auguro, così come se lo augurano tutti i genitori – conclude Daniela Scotti – che questa distanza possa durare solo queste due settimane. Speriamo che i contagi possano diminuire e che le scuole possano tornare ad ospitare i ragazzi seppur distanziati».