POLITICAPRIMO PIANO

LA “SENTENZA” DI GIOSI: «PER LA MINORANZA PORTE CHIUSE»

Dopo il ritiro del ricorso da parte di Abramo De Siano e superata la “dead line” del 30 novembre, il sindaco di Casamicciola Ferrandino esclude un’ulteriore allargamento della maggioranza dopo l’ingresso di Annalisa Iaccarino: «Avevo aperto a tutti, ma eventuali adesioni sarebbero dovute arrivare prima». Poi una serie di retroscena, il futuro ma anche il lavoro già svolto in questi primi sei mesi di amministrazione

La dead line del 30 novembre non c’è stata, ma solo perché nel frattempo Abramo De Siano ha ritirato il ricorso con il quale chiedeva l’annullamento delle elezioni di Casamicciola. Il suo ottimismo non era mai mancato, anche in caso di esito negativo e dunque di ritorno alle urne. Ma non c’è dubbio che siamo davanti ad un momento “spartiacque” del percorso amministrativo…

«E’ un momento spartiacque soprattutto per i cittadini, che adesso possono rimanere sereni consapevoli che questa amministrazione – eletta solo da pochi mesi – può continuare il suo percorso senza condizionamenti ed è quello che serviva. Riguardo all’esito del ricorso, anche in consiglio comunale e in altre occasioni pubbliche ho manifestato il mio ottimismo ed ancora oggi resto convinto che sarebbe stato rigettato dal Tar in caso di mancato ritiro. Non solo, ribadisco una volta di più che nella malaugurata ipotesi si fosse tornati al voto, questa amministrazione granitica e compatta si sarebbe ripresentata all’elettorato continuando il cammino ed il lavoro che sarebbe stato bruscamente interrotto. Per fortuna, in ogni caso, tutto questo non è successo. Adesso non ci sono più alibi di sorta, bisogna proseguire nell’azione già intrapresa ed in avanzato stato di attuazione. In questi mesi abbiamo cominciato ad impostare un’attività davvero pregnante e significativa per Casamicciola».

Ad esempio?

«Abbiamo rimesso in piedi una macchina comunale che non esisteva, reperito una sede dignitosa per il municipio, attivato bandi che consentiranno all’ente di avere funzionari stabili e non più precari, vedranno presto la luce numerosi cantieri e mi riferisco a scuole come il Lembo e il Sanseverino, al cimitero, alla Strada Statale 270, alla sistemazione al Lungomare. Il restyling pensato poi per Piazza Marina tornerà utile anche a regolare meglio la circolazione veicolare nel tratto che arriva fino al Pio Monte della Misericordia. Abbiamo prestato cura e attenzione alla messa in sicurezza e pulizia degli alvei, portando alla luce le vecchie briglie e dunque il sistema idraulico sta per essere riportato alla sua efficienza originaria. Abbiamo installato una serie di attrezzature che permettono un monitoraggio costante della montagna con un sistema di alert davvero di ultima generazione. Non va dimenticato l’iter per l’acquisizione del Pio Monte e il finanziamento di oltre 6 milioni di euro per il cosiddetto waterfront che consentirà di eliminare i problemi della zona dell’Ancora con lo sversamento di liquami maleodoranti e vedrà la realizzazione di una banchina che giungerà fino al bar Topless eliminando quello sconcio fin qui in bella mostra. C’è tanto altro che bolle in pentola, come la quasi ultimata progettazione dell’Osservatorio e i primi passi mossi per Manzoni e Napoleon. Insomma, credo che in meno di sei mesi questa amministrazione abbia dato un’accelerazione davvero significativa, anche nell’ambito della ricostruzione. Iniziative e passi in avanti resi possibili grazie anche allo straordinario impegno profuso dal commissario Giovanni Legnini e dalla sua struttura composta da professionisti davvero competenti e con uno spiccato senso del dovere. E poi…».

E poi?

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«Non dimentichiamo che in tempi davvero celeri – e con la collaborazione della struttura commissariale guidata da Giovanni Legnini – siamo stati in grado di accogliere degnamente i turisti giunti a Casamicciola, con risultati anche discreti per le strutture ricettive aperte».

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Il ricorso ritirato, e non poteva essere altrimenti, ha scatenato una ridda di ipotesi e indiscrezioni su una serie di contropartite di cui direttamente o indirettamente avrebbe beneficiato chi ha provveduto a ritirarlo. 

«Il termine giusto in casi del genere è “fantapolitica”, non c’è davvero nessun retroscena. C’è stata soltanto a mio avviso, pochi giorni prima che il ricorso fosse discusso, una presa d’atto di chi lo aveva proposto e che probabilmente avrà capito che era infondato e che anche in caso di accoglimento ne avrebbe pagato le conseguenze solo il paese. D’altronde nel comunicato stampa con cui De Siano motiva la sua decisione, colgo questo come motivo principale. Che dire, sarà rinsavito negli ultimi giorni capendo che non aveva senso di portare avanti un’iniziativa maturata magari nell’impeto post elettorale ed in conseguenza di una bruciante sconfitta alle elezioni del 14 e 15 maggio. Poi dalla fase dell’istinto si sarà passati a quella della ragione…».

E’ giusto dire che a un certo punto, anche un po’ a sorpresa, questo è diventato soltanto il ricorso di Abramo De Siano? Mi spiego meglio, in tutti questi mesi non c’è stato nessuno che anche a chiacchiere ne abbia cavalcato l’onda pur potendone avere un ragionevole interesse.

«Ho un’idea in merito. Inizialmente De Siano, come ho appena detto, in un momento d’impeto ha depositato il ricorso ma sono convinto che lo abbia fatto in accordo con l’intera compagine di minoranza. Che, non a caso, a questa iniziativa non ha mai esternato il suo affiancamento perché come lo era impopolare un eventuale esito negativo, lo sarebbe stato anche allora dopo che i cittadini si erano espressi in maniera così netta alle urne. Sarebbe stata un’operazione assolutamente inopportuna, ecco perché non hanno mai avuto il coraggio di prendere una posizione. Questo mio convincimento è venuto fuori nei mesi a venire: al di là delle dichiarazioni pubbliche si parla al bar, si fanno le riunioni, insomma si era capito che le attuali minoranze contavano molto sull’esito favorevole di questo ricorso. Francamente non so per fare cosa, magari tornare alle urne e rimediare una sconfitta che sarebbe stata ancora più sonora e cocente. E’ stato un atteggiamento comunque poco consono per chi fa politica, che dovrebbe sempre mettere davanti a tutto l’interesse della collettività: ecco, fiancheggiare un ricorso del genere per tornare a votare in un momento del genere è da sconsiderati».

Fino a che punto Annalisa Iaccarino in maggioranza è una “sorpresina” e fino a che punto invece non lo è affatto?

«Annalisa nel 2019 era nella lista con noi ed ha fatto una dura opposizione – sia pure dall’esterno – all’opposizione uscente insieme a noi. Lo ha fatto a modo suo, con la sua verve e l’onestà intellettuale che la caratterizza: lei si è sempre spesa per la tematica della ricostruzione battendosi come una leonessa per tutelare gli interessi dei suoi concittadini, in particolare quelli delle zone alte del paese di cui ha sempre rappresentato le istanze e non a caso alle ultime elezioni questo le è stato riconosciuto in termini di consenso elettorale. Insomma, la vera anomalia è che si fosse candidata nell’altra lista. Lei ha spiegato che quello era l’unico modo per entrare in consiglio comunale, ma sin dal momento della proclamazione era l’unica presente insieme a noi ed a festeggiare benché eletta in minoranza. Ho visto con favore la sua prima dichiarazione di indipendenza, che rappresentava uno sbocco naturale verso l’avvicinamento alla nostra amministrazione, perché conoscevo la voglia di fare e di dedicarsi in maniera attiva al territorio. Ho fatto poi anche un’altra considerazione, quella di unire il paese e questo significa avere in maggioranza anche la rappresentanza della maggior parte dei cittadini. Forse a noi mancava inizialmente un rappresentante diretto delle zone alte del paese e di un nutrito numero di persone che avevano subito danni dal terremoto o dalla frana. Credo che la sua presenza possa consentire a questa parte di Casamicciola (che ha bisogno di nutrire sentimenti di fiducia, speranza e voglia di ricominciare) di avere un riferimento all’interno dell’amministrazione. Sarà un valore aggiunto Annalisa per questa amministrazione, ma come lo sono stati e continueranno ad esserlo uomini e donne che compongono la nostra squadra, che si impegnano quotidianamente con passione e professionalità per il territorio ed ai quali rivolgo un sincero ringraziamento».

I rumors parlano di ammiccamenti di alcuni componenti della minoranza con la squadra che governa Casamicciola e con il sindaco Ferrandino. Adesso che la dead linea del 30 novembre è alle spalle, le sorprese sono finite o bisogna tener conto del fatto che in politica vale sempre il motto “mai dire mai”?

«Beh, innanzitutto sappiamo tutti che in politica non c’è mai nulla di scontato a livello nazionale così come locale. La politica è dinamica, ogni amministrazione lo è di per sé, non si può mai escludere nulla per il futuro perché se uno lo fa magari rischia di essere smentito alla prima occasione. Io cerco sempre di amministrare, lo dice la mia storia, in piena coerenza: quando sono stato eletto ritenevo che ci fosse bisogno della collaborazione di tutti, sia pure nel rispetto dei ruoli, in considerazione del momento eccezionale in cui ci troviamo. Ognuno poteva portare il suo contributo, ma questo invito non è stato raccolto o meglio nel tempo è stato raccolto solo da Annalisa Iaccarino. C’erano elusivamente voci da bar su eventuali possibili avvicinamenti intesi come collaborazione con l’amministrazione. Come ricorderai, anche nell’ultimo consiglio comunale – anche per carpire veramente la buona fede di chi decide di essere consequenziale rispetto agli annunci – ho detto chiaramente che un conto era avvicinarsi con l’incertezza del futuro (perché questo avrebbe lasciato capire che si era deciso già prima dell’esito del ricorso da che parte stare), altro conto farlo dopo l’esito dello “spartiacque” sapendo che questa amministrazione sarebbe rimasta in sella altri quattro anni e mezzo. Oggi sarebbe facile e oltremodo strumentale ed esercizio di convenienza politica voler sposare un progetto».

Questo significa che non si muoverà più nulla?

«Assolutamente no».

Cosa ha rappresentato tornare il 26 novembre con la fascia tricolore al Celario in un clima di profonda tristezza?

«Sono commemorazioni che vanno fatte ma che inevitabilmente risvegliano il dolore. Sono momenti che aiutano a tenere ben saldo il ricordo e soprattutto fanno sentire forte il peso della responsabilità che abbiamo assunto nel momento in cui ci siamo candidati. Non va allentata la tensione mirando a perseguire i risultati che ci siamo prefissati. Domenica mattina eravamo tutti commossi e questo sentimento ci ha accompagnato per l’intera giornata. Ribadisco con forza l’impegno assunto coi cittadini, così come hanno fatto Governo e Regione presenti sull’isola che hanno promesso che il tempo non cancellerà le responsabilità, gli obblighi e la vicinanza con Casamicciola non solo dal punto di vista istituzionale ma anche in termini di risorse da mettere a disposizione».

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