La scomparsa a San Pedro di California di Gianni Sogliuzzo, persona perbene e storico farmacista-amico e consigliere degli ischitani emigrati in America
L’accorata testimonianza della figlia Mercedes Sogliuzzo che ha parlato della casa di famiglia come di una isola felice dove si ballava e si cantava e, si mangiava all’italiana ed all’ischitana
Giovanni Sogliuzzo è stato una persona perbene, non per scelta. Lo aveva nel suo dentro e lo manifestava non chiara naturalezza. Gli amici, i conoscenti lo stimavano moltissimo col segreto desiderio di essere come lui. Diventò farmacista, si diceva in giro, per togliere col farmaco giusto, il mal di testa agli amici ischitani emigrati, causato da un altro male, quello della nostalgia per il proprio paese lasciato.
La conferma di quanto si andava dicendo fra i paesani, per gioco o sul serio, viene da un episodio realmente accaduto, raccontato da Vincenzo Barile che è spiegato così: era pressappoco sotto Natale, il paesano dell’Arso a Ischia di nome Bengasino, colpito da una improvvisa crisi nostalgica per i ricordi del suo bel Natale in famiglia a Ischia con il presepe, i tric trac sparati dopo la novena del bambinello, gli zampognari, il gioco della tombola e delle nocelle, la cena della vigilia col capitone, i polipi, le murene, le belle giornate estive al mare, sulla spiaggia, a Cartaromana, ecc, mentre tutto questo gli balenava per la mente e lo faceva star male, pensò bene di recarsi,su consiglio di Rosario Ungaro detto Perrillo, che aveva vissuto lo stesso “dramma” ,alla farmacia dei Sogliuzzo sul Gaffy St. per esporre con ansia il suo problema. In farmacia, davanti a Gianni Sogliuzzo che lo ascoltava tranquillo, infine disse: “dott. ricitme vuie, caggiafà, rateme quac ‘cosa ”. Gianni Sogliuzzo, non si sa se divertito o preoccupato, lo guardò con un sorriso, prese dalla vetrinetta dei farmaci comuni, uno sciroppo e mostrandoglielo, disse: “prendine per una settimana tre cucchiai al giorno, mattina, mezzogiorno e sera e vedrai che sparisce tutto”. Il buon dott. Gianni Sogliuzzo era il farmacista degli ischitani emigrati anche per questo. Ho incontrato Gianni Sogliuzo la prima volta una sera del novembre del 1968 nella casa della famiglia di Lucia Colonna (‘A Scescia – all ’epoca per gli ischitani i soprannomi erano richiami identitari irrinunciabili) in San Pedro di Californa alla 10esima strada dove mi ero recato per fargli visita qualche giorno dopo il mio arrivo a Los Angeles ospite di Sparaspilli (Gianni Lauro).
In casa di Lucia Colonna c’ero io, le figlie Liberina, Titina e Filomena con i fratelli Ciccio ed Isidoro e il cugino Rosario Boccanfuso detto Sauriello, vicini di casa a Ischia Ponte ed amici della mia infanzia . Si sentì bussare il campanello di casa, Filomena aprì la porta ed entrarono in tre: Peppe Pirozzi il tabaccaio della Mandra, Camello e Gianni Sogliuzzo. Peppe Pirozzi che mi conosceva bene per trascorsi elettorali di qualche anno prima (Peppe legava molto col dott. Luciano Mazzella), avendo saputo che mi trovavo in California, e in quella sera a casa dei Colonna in vacanza come lui, era venuto a salutarmi insieme a suo cognato Giovanni Sogliuzzo e l’ amico Camello. L’ incontro con Gianni Sogliuzzo fu subito amicale e cordiale come era nel suo stile. Ci demmo appuntamento per l’ ìndomani mattina nella sua farmacia al Gaffy st. dove mi avrei fatto consigliare su qualcosa che agisse bene contro una mia leggera forma di gastrite. Ci andai con l’amico comune Sparaspilli. L’accoglienza fu bellissima. Prima di tutto mi diede il farmaco che si rivelò un autentico toccasana per la mia gastrite, il Maalox che ogni tanto prendo ancora oggi (parlo di 53 anni fa). Nella Farmacia conobbi anche il fratello Franchino gentile e simpatico come Gianni con cui si parlò delle nostre famiglie, la sua Sogliuzzo, la mia Ungaro per parte di mia madre, (di mio padre Giovanni Lubrano conosceva poco,sapevano solo che veniva dall’Egitto), di Ischia, dei suoi ricordi da ragazzo sulla spiaggia della Mandra, degli amici di fanciullezza, del Seminario e di tanto altro dei sua prima storia.
Con Gianni mi sono rivisto tutte le volte che sono tornato in California,trovandolo sempre gentile e premuroso come nel nostro primo incontro di tanti anni fa. Aveva appena 14 anni quando lasciò Ischia e tutti i ricordi che avevano magnificato la sua spensierata fanciullezza e adolescenza ai suoi primi sentori. Arrivò a New York il 22 febbraio del 1946 sbarcando con suo padre Luigi detto ‘O Ferone dalla nave Marine Falcon. La sua nuova destinazione in terra americana fu subito la California, con sistemazione definitiva San Pedro dove già dal primo novecento aveva posto radici una nutrita comunità di ischitani emigrati in buona parte pescatori della Mandra di Ischia. Gianni avviato dai genitori, non perse tempo ad integrarsi nel tessuto sociale, sia pur ai primi passi, della nuova terra che lo aveva accolto. Frequentò il Dana Middle School per poi diplomarsi nel 1951 al San Pedro High School. Arriva per Giovanni Sogliuzo la chiamata alla armi per servire nell’ U. S Army la sua nuova Patria. Correva l’anno 1953. Fu mandato in Europa a Salisburgo in Austria ove vi rimase fino al congedo che ottenne due anni dopo, nel 1955. Intanto durante la ferma militare, tre mesi dopo l’esordio nell’esercito statunitense, al militare Sogliuzzo viene conferita la cittadinanza americana, tanto che il suo nome italiano e quindi ischitano Giovanni, diventa l’americanizzato John così che l’orgoglio americano è documentato e salvo. Ora John Sogliuzzo tornato dall’Europa in Patria a San Pedro, frequenta la L.A. Harbor College ove prosegue negli studi all’University of Souther California , laureandosi in Farmacia.
Con tanto di laurea in tasca John insieme al fratello Frank nel 1963 decide di mettersi in attività aprendo sulla omonima strada la Gaffy Farmacy acorsata di tutto punto con un reparta dedicato alla oggettistica stile liberty. L’ iniziativa commerciale sanitaria e professionale dei fratelli John e Frank Sogliuzzo suscitò nella comunità degli ischitani in San Pedro e non solo compiacimento e soddisfazione. Ormai per John Sogliuzzo si aprono muovi scenari di vita che lo portano a diventare persona sempre più positiva, concreta, disponibile e responsabile: tutte virtù che avranno il loro peso nel prosieguo della propria esistenza fino all’ora della sua dipartita. Il giovane John si tuffa nella vita raccogliendone i meritati frutti. Nel 1967, grazie all’invito di suo cognato Rocco a partecipare ad una serata di ballo all’Italian Dance, il destino gli fa conoscere in quella allegra circostanza la donna della sua vita, una bella siciliana di nome Maria Donizetti dallo stesso cognome del grande compositore italiano autore tra l’altro dell’ opera famosa ”Elisir d’amore”.Quale curiosa coincidenza più appropriata! Era l’anno 1967, Fu amore a prima vista. Nel luglio dello stesso anno 1967 John e Maria coronarono il loro sogno d’amore sposandosi nella St Peters Italian Catholic Church di Los Angeles. La felice coppia si fa subito largo nella nuova vita ed acquista casa a San Pedro ove getta le basi per la novella famiglia Sogliuzzo che sorge. Nel 1969 nasce la loro unica figlia, Maria Mercedes che diventa subito la gioia di mamma Maria e papà John e la ricchezza della casa. John è stato marito devoto e padre esemplare. Alla figlia Mercede trasmise con successo valori imprescindibili come l’educazione comportamentale, l’ importanza e l’osservanza della fede cattolica, il senso della morale, l’ istruzione, l’ impegno in generale e il lavoro.
Stravedeva per suo nipote Christian che considerava un pezzo del suo cuore e la luce dei suoi occhi. La famiglia e la tradizione erano parti integranti del suo vivere quotidiano. John Sogliuzzo un cattolico praticante, socio della Italian Catholic Federatios non mancava mai alla messa domenicale. La sua casa era costantemente allietata dalla sicura e dolce presenza dei propri familiari e dalla musica che amava molto. Gli piaceva tantissimo la cucina italiana e trascorreva prte del suo tempo libero seguendo le partite di footbal in TV, John Sogliuzzo andava fiero per il riconoscimento conferitogli dallo Stato della Californa dei 50 anni d attività della sua rinomata e seguita farmacia. Avevo chiesto a Frank Amalfitano a San Pedro un suo personale pensiero per come ricordava l’ John Sogliuzzo, Ho ricevuto da Franchino la seguente testimonianza che qui di seguito riporto pari pari; “Ci sono amici, scrive Franchino, ma alcuni sono amici eccezionali. John, era un amico eccezionale. Mi ricordo quando Giovanni venne ad Ischia, era il 1954. A quel tempo, Giovanni era nell’esercito statunitense, in servizio a Salisburgo, Austria.Era nel 1962 quando siamo diventati amici, vivevamo sulla 10° strada a San Pedro. Vivevo sotto Pacific Avenue e John viveva sopra Gaffey Street, dietro la vecchia Biblioteca, e la Pizza di Luigi. Io andavo a vederlo soprattutto il sabato pomeriggio, sarebbe nel vicolo a lavarsi il Plymouth Valiant, a prepararlo per la caccia al sabato sera.
In quei giorni, si continuava a ballare, i Figli d’Italia avevano balli mensili al Columbus Hall sulla 9 esima strada. Il nostro social club italo American Club avrebbe ballato alla Odd Fellows Hall il 10° e Gaffey. Spesso andavamo alla chiesa di Saint Peter (Casa Italiana) a Los Angeles per ballare tutta la notte con le ragazze per lo più baresi. Ci sono molte storie su John, scrive ancora Frank Amalfitano, ma ne racconterò solo un paio. La migliore è quando lui e il suo amico Tony Barone hanno rotto la fogna sotto la cantina, dove Papà Luigi (u ‘ Ferone) faceva il vino. Hanno coperto il misfatto di sporcizia, ma in poco tempo si sono rovesciati tutti i liquami…….. u ‘ Ferone, vedendo quella sporcizia annerita pensava che fosse petrolio proveniente da terra. La casa di Giovanni e Maria ha una vista comandata sul porto. Una notte dopo aver bevuto qualche drink con il suo amico, deciso di guardare le luci del porto, una nebbia stava rotolando, le uniche luci rosse del lampeggio del ponte, iniziano a sostenere che la nave era troppo vicina al ponte e Se la nave non cambiasse rotta colpirebbe il Ponte!!! Fino all’epoca d’oro della nostra gioventù e ai tempi trascorsi in nostra compagnia, i giorni del club della sala dei compagni dispari, dove le risate erano abbondanti, in compagnia di Mast’Antonio Cigliano, U ‘ Scarpare (Umberto Trani), Gire u ‘ sicc'(Ciro Pirozzi), Sparaspilli (Giovanni Lauro) e altri, custodirò per sempre nel mio cuore. Riposa nella pace del nostro Signore, mio carissimo amico, finché non ti rivedrò, nel vicolo, dietro la Vecchia Biblioteca..!!”.
Foto collezione privata arrivate da San Pedro
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