La saggezza di Paolo Ferrandino: «Piccole tensioni, nessuna “squadriglia” contro Enzo»
Spifferi e alcuni rumors sulla tenuta della maggioranza ad Ischia e non solo: a Il Golfo torna a parlare l’assessore anziano che come al solito nelle sue esternazioni non è mai banale. Anzi…
Partiamo subito dall’ultima seduta di consiglio comunale. Non è mancato chi ha parlato di superficialità vista la velocità con cui si è dovuto procedere alla convocazione del consesso. Verità, mezza verità o polemica sterile?
«Voglio essere sincero e schietto, ci troviamo davanti ad una mezza verità. Erano stati prodotti dagli uffici competenti una serie di atti che servivano in determinate date entro le quali bisognava procedere per l’approvazione e la ratifica in consiglio comunale. Diciamo che c’è stato qualche passaggio di carte che ha lasciato non definito il time limit e questo ci ha fatti arrivare in affanno all’ultimo momento utile. Voglio precisare che senza la seduta di consiglio comunale comunque non si sarebbero persi i finanziamenti, ma certo si sarebbe allungato l’iter. Insomma, l’adempimento è stato opportuno perché ha evitato di ingarbugliare una matassa che invece è filata via liscia».
Dalla nostra ultima chiacchierata sono cambiate un po’ di cose nello scacchiere della politica ischitana. Cosa ne pensi innanzitutto del ritorno di fiamma tra Giosi Ferrandino e Gianluca Trani?
«Credo che in tante situazioni della vita vale il detto “mai dire mai”. Bisogna capire, in questo scenario, quali potrebbero essere gli interessi di Giosi nello stringere accordi per formare squadre alternative a quello che è l’attuale quadro amministrativo. In politica, comunque, bisogna lasciare le porte aperte ad ogni opzione, le stagioni sono mutevoli: e così tanto vale avere un ampio spettro di amicizie ed alleanze. Questo ritorno di fiamma, per sintetizzare, non mi meraviglia affatto ed anzi rientra pienamente nel gioco della politica».
Domenico De Siano sarebbe tra gli ispiratori della caduta da sindaco di Lacco Ameno di Giacomo Pascale. Che idea ti sei fatto di questa particolare vicenda?
«Beh, ho letto le dichiarazioni di una parte e se all’origine della caduta ci dovesse essere una gestione allegra allora c’è da preoccuparsi e devo pensare che si sia voluto correre ai ripari. Ma io di Giacomo ho un’altra considerazione per quello che ha fatto da sindaco in questo periodo sia per risolvere i problemi di natura finanziaria che affliggevano l’ente di Piazza Santa Restituta che quelli legati al terremoto. L’isola senza di lui, va riconosciuto, perde un riferimento importante. Poi ci sono altre situazioni che si possono leggere in maniera diversa e che potrebbero essere ricondotte alla necessità di creare scenari di equilibrio sull’isola. Ma qui, evidentemente, parliamo di fattori che io per adesso posso soltanto intuire: magari saranno chiari più avanti…».
Torniamo ai fatti di Ischia. Tra il sindaco Enzo Ferrandino e il presidente del civico consesso Ottorino Mattera sembrerebbe non correre più buon sangue. In tutta onestà cosa puoi dirci?
«Mi limito ad osservare che ognuno di noi ha un portato, un carattere, una dignità e molto spesso nella gestione quotidiana di quelle che sono le cose comuni probabilmente ci può essere non dico qualche dimenticanza ma magari distrazione. Fatti questi che possono provocare un pizzico di tensione ma non certo risentimento: chi è presente li gestisce nell’ordinarietà in maniera tranquilla, chi è più assente magari ha maggiori difficoltà. Ottorino è persona presente, credo che si tratti di qualche equivoco: lui deve dare conto alla sua squadra, magari deve fare i conti con la pressione dei suoi che lo mettono in una posizione di “attenzione” nei confronti del sindaco».
Si parla con insistenza di un patto d’acciaio tra Giosi Ferrandino, Ottorino Mattera e il redivivo Luigi Boccanfuso, nato con l’intento di creare problemi ad Enzo. E’ una traccia della quale preoccuparsi oppure credi che si tratti soltanto di piccole scosse telluriche destinate a non fare danni?
«Che ti devo dire, che questo tipo di valutazione non è alla mia portata? Ma poi ti accontenteresti di una risposta del genere?».
Onestamente no.
«Appunto. Allora mettiamola così: sento parlare di alleanze e “disalleanze” da tempo immemore, basta magari qualche piccola frizione che qualcuno fa uno più uno. Si pensa a squadriglie della morte o giustizieri di qualsivoglia natura o a ogni possibile scenario che possa configurare scontro. Io credo che i piccoli dissapori si possano chiarire con momenti dove si ragioni ponendo al centro la politica. In questo momento siamo tutti immersi in una attività e gestione del paese decisamente frenetica, dal momento che il nostro obiettivo è quello di presentarlo in maniera migliore all’apertura della stagione turistica, sicuramente meglio di come si presenta allo stato attuale. Ecco, magari questo non ci permette di prestare la doverosa attenzione a sfumature che invece per altri rivestono una notevole importanza. Ma le piccole frizioni, ne sono certo, possono sempre essere appianate».
Tu e Luigi Di Vaia siete indicate a giusto titolo come due tra le figure più vicine a Enzo Ferrandino. Non sarebbe stato opportuno rimanere tra i banchi del consiglio comunale?
«Dal punto di vista teorico la tua è un’osservazione giusta, tant’è vero che dimettersi da consigliere comunale – da che mondo è mondo – rappresenta sempre un notevole sacrificio oltre che un rischio. Ma tra noi c’è grande rispetto e io quando ho accettato di entrare in giunta non l’ho fatto soltanto per lasciare spazio all’amico che mi ha succeduto ma anche perché ho fermamente creduto di poter essere utile alla causa in un ruolo operativo. Lo faccio quotidianamente, io e Luigi siamo presenti ed attenti e sempre sul pezzo anche per problematiche non di competenza specifica. Siamo vicini ad Enzo e non soltanto per un fatto di amicizia ma, ripeto, per operatività».
C’è da fidarsi pienamente dei consiglieri di Vivere Ischia o pensi che potrebbero trasformarsi in cavalli di Troia?
«E’ così lontana nel tempo questa storia del cavallo di Troia che mi piace pensare che non sia assolutamente riconducibile all’attualità. Parliamo di persone concrete e affidabili, poi stiamo sotto al cielo. Mi piace essere fatalista, se un giorno ci sono persone più capaci di amministrare il paese allora… amen. Ma non credo che ci si trovi davanti a giochi politici in atto allo stato dell’arte».
Maurizio De Luise manca da tempo immemore in consiglio comunale. Che idea ti sei fatto di queste reiterate assenze?
«Bisogna dire che ogni qualvolta è risultato assente ha sempre portato la classica giustificazione. Però devo ammettere con molta franchezza che negli ultimi tempi lo vedo particolarmente presente nei corridoi del municipio. Immagino che abbia deciso di ricominciare a dare il suo contributo. E questo è sempre un fatto opportuno e necessario, a prescindere dalla sua collocazione».
L’accusa più costante che viene rivolta al sindaco è quella di non avere un chiaro concetto di condivisione e di vestire troppo spesso i panni del solista. Lo condividi?
«Si parta da un presupposto, per poter ragionare bisogna essere in due. Personalmente, con Enzo ho un rapporto di assoluta collaborazione, chiarezza e confronto continuo. Quindi basta porsi in condizione dialogante e state pur certi che il sindaco non si girerà mai dall’altra parte. Non è il tipo di persona che fa finta di non capire o non ascolta con la dovuta attenzione. Forse il problema è che spesso l’interlocutore di turno dovrebbe porsi nella condizione di confrontarsi, se devo dirla tutta. Io, e non mi stancherò mai di ripeterlo, non ho mai avuto problemi di questo tipo. Le scelte in politica come nella vita possono non essere condivise e condivisibili, ma se all’origine c’è il dialogo allora tutto gira in maniera schietta e leale».
Senti, come e quando finirà la vicenda del parcheggio della Siena?
«Parliamo di un’opera fondamentale attorno alla quale dobbiamo stringerci per spingerla in maniera veloce e rapida alla sua definizione e conclusione. Tutti ci teniamo, credo che si stiano facendo una serie di significativi passi in avanti per quanto attiene le prospettive della struttura anche per i residenti che potranno trarne un indubbio beneficio. Credetemi, lo dico in maniera sincera, non si sta lasciando nulla di intentato»
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