La rabbia di Cesare: «Ha vinto la logica clientelare»

Ventiquattr’ore dopo lo scrutinio, l’ex vicesindaco riflette sulle ragioni che hanno determinato la sconfitta elettorale della lista “L’amico in Comune”

Nell’edizione di ieri, a scrutinio appena avvenuto, abbiamo riportato le impressioni di Irene Iacono, nuovo sindaco di Serrara Fontana, e di Rosario Caruso, dopo la netta vittoria elettorale della loro compagine. Un’affermazione chiarissima, maturata con ben 492 voti di vantaggio, che in un contesto come quello del comune montano costituiscono una percentuale enorme. Il giorno dopo, è la volta del candidato battuto, Cesare Mattera, che commenta l’esito, per molti versi inaspettato, di una consultazione conclusasi con un distacco che ben pochi avrebbero pronosticato: «Ha prevalso la logica clientelare.

Ha vinto il clientelismo, l’onestà è stata buttata nel cestino», ha dichiarato l’ex sindaco, che poi aggiunto: «La politica è diventata una questione di vendere o comprare, una merce per il miglior offerente. Sono completamente cancellati i valori di una volta, l’onestà, la lealtà, l’altruismo. Si punta al tirare a campare, con una politica di piccolo cabotaggio, dei piccoli favori. Accetto la volontà del popolo, che è sovrano, ma ripeto, ha vinto la politica clientelare, non quella onesta». Cesare Mattera ha poi rivendicato la trasparenza che ha caratterizzato la sua carriera politica: «Sono da oltre 45 anni in politica, e non si è mai sentita alcuna accusa nei miei confronti per presunti illeciti. Non c’è mai stata alcuna indagine sulla mia azione politica e amministrativa. Dunque nessuno ha potuto mai imputare alla mia condotta atteggiamenti clientelari o votati ad avvantaggiare familiari, parenti e amici con favori o promesse di posti di lavoro. E questo credo mi faccia onore: continuerò per la mia strada, a schiena dritta, sempre nel rispetto della legalità e mai cercando scorciatoie». Secondo il candidato della lista “L’amico in Comune”, c’è anche un ulteriore aspetto da considerare per leggere il risultato del 4 ottobre: «Un’altra ragione della sconfitta va ricercata nei tempi stretti che non sono bastati ad amalgamare adeguatamente le tre anime che hanno formato la compagine, cioè la parte che componeva l’ex maggioranza, poi parte dell’ex minoranza, e infine gli altri componenti che hanno accettato di entrare in lista. In poco tempo non è stato semplice riuscire a stendere un programma condiviso e ottenere un buon affiatamento, e comunque nonostante il difficile lavoro per trovare la quadra, penso che abbiamo messo in campo una compagine competitiva, con persone preparate, stimate nei rispettivi settori, e diversi elementi che hanno fatto politica e ricoperto ruoli amministrativi». Nonostante tutto, però, la differenza è stata molto netta, e Cesare lo ha ammesso: «Non mi aspettavo assolutamente questo grande distacco, lo dico sinceramente come sempre. Purtroppo è andata così, e noi rispettiamo l’esito delle urne».

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