La povertà educativa: una triste realtà del nostro paese
All’Istituto V. Telese di Ischia si è tenuto nei giorni scorsi un interessante convegno dal titolo “La lotta alla povertà educativa per costruire l’uguaglianza”.
Cosa si intende per povertà educativa? La risposta potrebbe essere banale, ma la definizione di questo fenomeno deve essere chiara e per Save the children la povertà educativa è una condizione sociale in cui un minore si vede privato del suo diritto di apprendere, formarsi, sviluppare capacità e competenze, coltivare le proprie aspirazioni e talenti. La povertà educativa, poi, è strettamente connessa alla povertà economica dal momento che a causa delle difficili condizioni economiche molte bambine e molti bambini non hanno le stesse opportunità dei loro coetanei che godono di condizioni migliori. Una conseguenza di questo stato delle cose può essere, poi, la dispersione scolastica, ovvero una criticità del sistema scolastico e formativo, la cui evidenza, a livello locale, nazionale e internazionale, è il mancato conseguimento entro certi tempi, da parte di una certa quota di minori e di giovani, del livello di istruzione previsto come obbligatorio. Di recente il D. M. n.170 del 24 giugno 2022 ha tracciato un piano per invertire la rotta attraverso dei finanziamenti volti alla prevenzione e al contrasto della dispersione scolastica con percorsi di tutoring, percorsi di potenziamento delle competenze di base, percorsi formativi e laboratoriali, percorsi di orientamento per le famiglie ed esperienze di rete tra scuole e territori. Di tutto ciò si è parlato nel convegno “La lotta alla povertà educativa per costruire l’uguaglianza”, tenutosi presso l’Aula Congressi dell’Istituto Telese. Ad aprire la giornata di lavori è stato Mario Sironi, Dirigente scolastico del Telese: «Come Istituto Telese abbiamo proposto la costruzione di un presidio educativo territoriale che abbia alla base un vero e proprio patto d’azione tra più soggetti come il mondo della scuola, gli enti locali, il terzo settore, la Caritas. La lotta alla povertà educativa, infatti, non deve coinvolgere solo le scuole, ma tutta la comunità. L’obiettivo è quello di far raggiungere ai ragazzi e alle ragazze competenze di base in italiano, inglese e matematica che sono un po’ le materie chiave per garantire una cittadinanza consapevole e lo faremo sia nelle ore curriculari che in quelle extracurriculari. Le famiglie, ovviamente, avranno un ruolo chiave perché solo coinvolgendole riusciremo a chiudere il cerchio. In Italia i dati della dispersione scolastica e dell’analfabetismo di ritorno sono piuttosto inquietanti ed è per questo motivo che mi sento in dovere di fare qualcosa affinché le cose cambino, almeno sulla nostra isola». Sironi ha chiosato e concluso: «Chiaramente c’è bisogno di finanziamenti per mettere in piedi questo grande progetto e il PNRR, in questo caso, ci viene incontro perché la nostra scuola, come altri istituti isolani, ha avuto dei finanziamenti per combattere proprio la povertà educativa e la dispersione scolastica. Siamo ancora in una fase embrionale perché aspettiamo le linee guida dal Ministero, ma il nostro scopo è quello di dare vita a una co-progettazione coinvolgendo i soggetti prima citati e creare un presidio educativo permanente per Ischia e Procida. Tutto sommato, parliamo di territori piccoli e gestibili che potrebbero fungere da sperimentazione in Campania». Successivamente è intervenuto da remoto Ettore Acerra, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico della Regione Campania: «Credo che il tema della povertà educativa sia fondamentale se vogliamo guardare al futuro del nostro paese ed è per questo motivo che va fatto un robusto piano di prevenzione. Contrastare il fenomeno è sì importante, ma non basta perché c’è bisogno di una visione più ampia nel tempo. I cospicui fondi stanziati per la Regione Campania dal PNRR devono essere spesi proprio per progetti mirati che abbiano al centro azioni concrete per il miglioramento e l’arricchimento dell’offerta educativa evitando sovrapposizioni e curando l’integrazione tra risorse e dispositivi già presenti. È ora di mobilitarci e provare a estirpare questi mali sociali perché i dati relativi alla Campania per quanto concerne la povertà educativa e la dispersione scolastica sono allarmanti. Molti dei ragazzi che raggiungono il diploma, poi, non sempre acquisiscono le competenze necessarie per affrontare il mondo del lavoro. Questo aspetto si riallaccia a un altro punto fondamentale su cui si dovrebbe porre l’attenzione, ovvero la didattica orientativa fin dalle scuole primarie. Ecco, il nostro compito è quello di prendere il treno del PNRR e investire con serietà per ridisegnare il sistema scolastico dei prossimi anni». Don Gioacchino Castaldi, Direttore Caritas della Diocesi di Ischia ha voluto soffermarsi sull’importanza che ha la scuola nella crescita umana e formativa dei giovani: «Io penso che il compito della scuola principalmente sia quello di formare degli onesti cittadini. Per troppo tempo la povertà dei minori è stata misurata unicamente in termini economici, in relazione al reddito dei loro genitori. Questo approccio, francamente, non racconta a pieno il dramma delle privazioni dei più piccoli. Oggi, molto più che in passato, possiamo dire che oltre all’aspetto materiale sono altrettanto importanti le opportunità di crescita educativa e sociale. La Caritas, di concerto con le istituzioni e l’articolato mondo delle associazioni, è chiamata a rispondere a tali emergenze, adottando tutti quei provvedimenti che consentono di arginare e contrastare il fenomeno della povertà educativa. Dobbiamo essere consapevoli che i piccoli di oggi saranno i grandi di domani. È necessario, a mio modo di vedere, riprendere le parole pronunciate da Giovanni Paolo II nella sua visita a Ischia. In particolare, le sue tre famose A corrispondenti ai verbi ascoltare, accogliere e amare. Queste tre componenti imprescindibili devono essere declinate anche nel mondo della scuola. Ascoltiamo le nuove generazioni per accoglierle e amarle incondizionatamente. Spero che giornate come queste servano a creare unione e coesione d’intenti perché solo stando insieme possiamo davvero vincere ogni sfida». Si sono poi susseguiti altri interventi e dal dibattito è uscito fuori un dato importante legato al covid perché la pandemia ha contribuito a peggiorare ulteriormente la condizione infantile. Negli ultimi due anni bambini e bambine, ragazzi e ragazze hanno sperimentato una condizione di deprivazione educativa e culturale senza precedenti. La sospensione dei servizi educativi e per l’infanzia, la chiusura prolungata delle scuole, quella di molte attività ricreative (cinema, teatri, biblioteche) ha prodotto una condizione di povertà educativa destinata ad avere effetti nel lungo periodo sull’apprendimento, sulla dispersione scolastica e sulla crescita delle disuguaglianze. L’ultimo intervento è stato quello della Prof.ssa Maria Luisa Iavarone, docente di Pedagogia sperimentale all’Università degli Studi di Napoli Parthenope: «Certamente la povertà educativa si è accentuata nel post-pandemia perché a una maggiore povertà economica si è aggiunta, di conseguenza, anche quella educativa. Tutto ciò oggi priva i ragazzi e le ragazze di opportunità culturali, professionali e di scambio con i loro coetanei. In pratica, vengono privati della possibilità di salire sul cosiddetto ‘ascensore sociale’ che, allo stato delle cose se non dovessero cambiare le politiche di approccio al problema per il futuro, rimarrebbe comunque rotto. Per cercare di contrastare il fenomeno, a mio modo di vedere, andrebbero fatte, per l’appunto, politiche integrate con uno shock sistemico alle istituzioni. In particolare, bisognerebbe costringere le scuole a lavorare con i territori, includere le famiglie fragili in un sistema di integrazione sociale e, soprattutto, responsabilizzare i genitori negligenti affinché mandino a scuola i loro figli». Il convegno si è concluso con un buffet gentilmente offerto dai ragazzi e dalle ragazze del Telese che ha saputo ristorare i partecipanti.