CRONACAPRIMO PIANO

La polizia denuncia lei, lei denuncia l’EAV

Surreale epilogo di una vicenda che ha visto protagonista una 67enne di Marano, deferita per minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità: la donna non aveva mostrato il biglietto del bus ai verificatori. Ma, dopo aver subito la denuncia, ha fatto altrettanto con la società di trasporto pubblico

Una vicenda che definire degna di un film surreale è davvero poco. A raccontarla, i nostri lettori potranno credere ad una barzelletta o magari a un pesce d’aprile fuori stagione e invece no, possiamo assicurarvi che è tutto successo per davvero. E partiamo per una volta dai titoli di coda giusto per sintetizzare quanto accaduto: capita davvero raramente che una persona sia condotta negli uffici del commissariato di polizia di Ischia per essere denunciata all’autorità giudiziaria e prima ancora di lasciare la struttura di via delle Terme voglia sporgere parimenti denuncia querela. Per la serie, andando ancor più nello specifico… la polizia denuncia lei e lei denuncia l’Eav. Ora però, per fare chiarezza e diradare la cappa di nebbia che probabilmente sta accompagnando la fantasia di chi legge, è doveroso fare un salto all’indietro e ripartire dall’inizio.

Il vicequestore Ciro Re

Tutto ha origine nella serata di mercoledì 2 novembre. Sembra tutto apparentemente tranquillo quando gli agenti del commissariato di polizia di Ischia – guidati dal vicequestore Ciro Re – mentre sono impegnati in uno degli abituali servizi di presidi e controllo del territorio intervengono nella zona di Piazza Trieste e Trento su disposizione della centrale operativa. Laddove sorge il capolinea degli autobus della Eav, infatti, una donna si rifiuta di mostrare il titolo di viaggio ai verificatori dell’azienda che così chiedono l’intervento delle forze dell’ordine. I poliziotti, giunti sul posto, vengono non a caso prontamente avvicinati da due addetti al controllo dei biglietti della società di trasporto pubblico, indicando una donna e spiegando che la stessa poco prima alla richiesta di mostrare il biglietto si era dapprima rifiutata e poi in un secondo momento ne aveva esibito uno non in corso di validità. A questo punto il personale a disposizione del vicequestore Re ha raggiunto la donna che però non aveva ancora sbollito la propria rabbia, al punto che durante le fasi dell’identificazione si è rifiutata di fornire le proprie generalità finendo con l’inveire contro i poliziotti fino a quando è stata condotta presso gli uffici di polizia e successivamente identificata. Si tratta di una 67enne di Marano di Napoli che è stata denunciata in stato di libertà all’autorità giudiziaria con le accuse di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale.

Ovviamente la vicenda non si è chiusa qui, altrimenti mancherebbe l’aspetto surreal-paradossale del quale parlavamo in apertura del nostro servizio. Già mentre gli adempimenti a suo carico era in atto, secondo alcune indiscrezioni, la donna aveva confidato agli agenti la sua rabbia e il malessere accumulato per il fatto che la Eav praticasse una tariffa diversa e più esosa per i non residenti (per l’acquisto del titolo di viaggio) rispetto ai residenti sull’isola. E qui arriva il colpo di scena perché all’improvviso la 67enne decide di sporgere denuncia contro l’Eav. Proprio così, la maranese si rende protagonista si un esposto nel quale scrive senza mezzi termini che i bus che operano sul territorio isolano non hanno i requisiti minimi per soddisfare le esigenze dei cittadini. La denunciante fa riferimento a diverse anomalie, su tutti la mancanza di un numero adeguato di posti a sedere e la mancanza di un’area destinata a custodire i bagagli. Quest’ultima, aggiunge, è una lacuna di non poco conto perché siccome le strade ischitane sono piene di curve si mette a rischio l’incolumità degli utenti. Poi c’è il passaggio che vi avevamo già anticipato, quello cioè legato alla diversificazione del costo del biglietto per residenti e ospiti dell’isola. Una discriminazione in piena regola, spiega la 67enne, dal momento che a suo dire la costituzione recita che siamo tutti uguali. Prima di proseguire con i contenuti della denuncia sporta da V.C., è chiaro che su quest’ultimo punto ci sarebbe da obiettare. In fondo, infatti, anche per raggiungere l’isola la signora ha pagato un costo del biglietto di traghetto o aliscafo più esoso rispetto a quello di un residente, ma nella circostanza per chissà quale motivo non aveva battuto ciglio.

Il borgo di Sant’Angelo

Fatta questa doverosa parentesi, nella sua denuncia la maranese aggiunge anche di essersi recata nello splendido borgo di Sant’Angelo con l’intento di visitare la torre saracena. Ha notato nella circostanza che due finestre erano scavate nella roccia e che le veniva impedito di accedere alla strada che porta alla torre medesima attraverso un cancello, dove c’era un cartello che riferiva di lavori in corso in una abitazione (e dunque proprietà) privata. Di fatto dopo aver auspicato l’intervento del sindaco di Serrara Fontana per il ripristino dello stato dei luoghi, la donna ha concluso il suo esposto denunciando l’EAV per il disservizio creato dai bus e chiunque si sia reso responsabile per i fatti di Serrara Fontana. Che dire, nessuno si sogna di discutere il sacrosanto diritto di un cittadino di poter denunciare quello che ritiene non funzioni come si dovrebbe, e anche in questa circostanza francamente singolare il personale del commissariato di Ischia ha confermato la disponibilità e la proverbiale professionalità. Ma è chiaro che una cosa del genere certo non capita tutti i giorni. Per fortuna, ci piace aggiungere, altrimenti si rischierebbe davvero di superare il limite. Sì, quello del buon senso.

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